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20 luglio 2014

Non in nostro nome
di Meir Margalit

membro eletto nelle liste di Meretz al Consiglio Municipale di Gerusalemme e fondatore del Comitato Israeliano contro la Demolizione delle Case.

Oltre tremila israeliani hanno partecipato ad una manifestazione pacifica ieri sera per chiedere l’immediato cessate-il-fuoco, all’insegna dello slogan “Ebrei ed Arabi rifiutano di essere nemici”, un altro degli eventi quotidiani che si stanno diffondendo in tutto Israele.

 Siamo certamente una minoranza, ma il nostro grido risuona in tutto il Paese. Per molti, noi siamo “traditori”, “agenti di Hamas”, “ebrei anti-semiti”, ma, nonostante tutte le minacce, non ci faremo intimidire e continueremo a dimostrare e scendere in piazza, finché il governo non capirà che questi massacri non hanno alcun senso e sono imperdonabili.

 Noi dimostriamo non solo per Gaza, ma per provare a salvare l’intera condizione umana. Edgar Morin ha scritto nella sua Breve Storia sulla barbarie dell’Occidente che “condizioni democratiche umaniste devono essere permanentemente rigenerate, altrimenti finiscono per degenerare… riflettere sulla barbarie significa contribuire a ricreare l’umanismo. E comunque è necessario resistere a questa barbarie”.

Non possiamo restare in silenzio, dal momento che la posta in gioco è così alta. E chi rimane in silenzio acconsente; chi non alza la voce in queste ore drammatiche diventa complice della barbarie.

 In un Paese che ha smarrito tutti i suoi valori morali, noi dobbiamo rimanere fermi contro il nazionalismo della destra e ripetere quello slogan così carico di significati: “Non passeranno!”. Non consentiremo alla bestialità di uscire vittoriosa.

 Insieme – pacifisti palestinesi, israeliani e tutti voi – persone di buona volontà in tutto il mondo, porremo fine alla violenza, perché, sebbene Israele abbia armi sofisticate, noi possiamo contare sulla giustizia, e la giustizia è molto più potente di tutte le armi di Israele.

Gerusalemme, 18 Luglio 2014.

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