Ma’an infopal - 23/10/2014 - Mercoledì un bambino è morto dopo aver toccato un ordigno israeliano inesploso, rimasto dalla recente offensiva estiva, facendolo esplodere. Il portavoce del ministero della Salute Ashraf al-Qidra ha riferito che Muhammad Sami Abu Jrad, un bambino di quattro anni della città di Beit Hanoun a nord di Gaza, è morto dopo essere entrato a contatto con l’ordigno. Muhammad è rimasto violentemente ferito a causa dell’esplosione ed è morto dopo essere stato trasferito nell’ospedale di al-Shifa a Gaza City. Muhammad è perlomeno la decima persona uccisa da un ordigno israeliano inesploso, fra cui sei ad agosto e tre a settembre. I gruppi di vigilanza hanno avvertito che gli ordigni possono essere una minaccia in particolare per i bambini, che spesso credono che le bombe siano giochi. La Striscia di Gaza è attualmente ricoperta di ordigni inesplosi, un costante promemoria degli oltre 50 giorni di offensiva israeliana che hanno lasciato più di 2.150 morti, 11.200 feriti e oltre 10mila sfollati. Benché le squadre di artificieri della polizia di Gaza abbiano lavorato lungo tutto il territorio per distruggere gli ordigni e salvaguardare così vite dei locali, la mancanza di un equipaggiamento adeguato a causa dei sette anni di assedio israeliano e in generale della mancanza di risorse ha ostacolato gli sforzi. Anche prima dell’attacco di Israele, gli ordigni inesplosi delle offensive del 2008-9 e del 2012 erano una grave minaccia per gli abitanti di Gaza. Secondo una relazione del 2012 pubblicata dall’Ufficio dell’Alto Commissario per i Diritti Umani, 111 civili, 64 dei quali erano bambini, sono stati vittima di ordigni inesplosi tra il 2009 e il 2012, raggiungendo una media di quattro al mese nel 2012.
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