I resti del missile che ha colpito il quarto piano dell'ospedale di Wafa

L’Unità - 16 luglio 2014 - Raids anche sugli ospedali. E i raid israeliani non risparmiano neppure ospedali e altre strutture sanitarie della Striscia di Gaza. È quanto ha denunciato al quotidiano britannico Guardian il direttore generale del ministero della Sanità, Medhat Abbas, sollecitando la comunità internazionale a fare pressioni su Egitto e Israele perchè vengano aperti i valichi di Gaza per consentire l'arrivo dei medicinali necessari per far fronte a oltre 1.500 feriti. «Non c'è alcun luogo sicuro nella Striscia di Gaza dove i civili possano nascondersi. Non ci sono rifugi, hanno colpito ospedali, strade, zone residenziali - ha detto - sono stati colpiti due ospedali, lo European Gaza hospital e il centro di riabilitazione Wafa. E hanno preso di mira un istituto di riabilitazione, uccidendo tre persone disabili presenti all'interno e ferendone altre tre. E minacciano di colpire ancora l'ospedale di Wafa. Hanno chiesto al personale medico e ai pazienti disabili di andarsene». Abbas ha quindi chiesto l'apertura dei valichi, in particolare di quello di Rafah con l'Egitto: «Speriamo che il valico venga aperto, perchè serve libertà di movimento per i pazienti e il personale sanitario. Perchè ci sono due milioni di persone intrappolate in questa prigione di Gaza? Perchè? Hanno lasciato le persone senza speranza. Tutti a Gaza sognano di arrivare a un cessate il fuoco. Tutti sognano di vivere in pace».

Maannews - 16/07/2014 – Al reparto per la riabilitazione dell’ospedale Al-Wafa, a Shejaiya vicino a Gaza City, una manciata di medici e infermieri si occupano di pazienti paralizzati, chiedendosi come proteggerli da ulteriori attacchi aerei. L'esercito israeliano ha contattato l'ospedale per tre volte, dicendo che tutti dovrebbero essere evacuati in mattinata, in quanto l'aviazione aveva intenzione di intensificare gli attacchi aerei. L'ospedale è noto all'esercito israeliano. Ma è stato colpito ancora una volta nella notte di Martedì. Il Direttore Basman Alashi ha spiegato che i 14 pazienti nella struttura, molti dei quali paralizzati o in coma, non sono in grado di essere spostati. E anche se lo fossero, ha detto, non c'è posto dove portarli. "Non c'è posto sicuro a Gaza! Se un ospedale non è sicuro, dove altro sarebbe sicuro?" Non possiamo abbandonare i nostri pazienti, sono impotenti. Non possono muoversi, non possono camminare, non possono mangiare, non possono nemmeno grattarsi la testa da soli", ha spiegato. I pazienti si trovano in gran parte in letti allineati nella reception dell'ospedale, dove il personale li ha spostati, dopo che un razzo israeliano si è schiantato al quarto piano. "Molti dei nostri pazienti di sesso femminile sono paralizzati, ma coscienti, e durante la notte piangevano per la paura, stringendosi le mani … Ieri, quando ci hanno detto che dovevamo evacuare mentre fuori erano in corso i bombardamenti, naturalmente avevo paura" ha detto ad AFP. "siamo esseri umani, naturalmente abbiamo paura … non sappiamo cosa fare per proteggere i pazienti. Li vevamo già evacuati dal quarto piano e ora abbiamo evacuato tutti i piani tranne la reception … Gli israeliani hanno detto alle agenzie internazionali che l'ospedale non era il bersaglio, solo l'area intorno ad esso. Ma loro ci hanno comunque colpito direttamente"

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