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5/1/2014

Attacchi aerei e terrestri, 2 feriti ed un minore morto per le ferite riportate
di Rosa Schiano

Adnan Abu Khater, di anni 17, era rimasto ferito il pomeriggio di giovedì 2 gennaio dal fuoco dell’esercito israeliano lungo il confine ad est di Jabalia, nel nord di Gaza. Era stato trasportato all’ospedale Kamal Odwan in condizioni critiche. Dal Kamal Odwan hospital è stato trasferito allo Shifa hospital in Gaza city per essere operato. Data la gravità delle sue condizioni e l’impossibilità di curarlo nella Striscia per mancanza di attrezzature, è stato chiesto il coordinamento per l\attraversamento del valico di Erez ed il ricovero in un ospedale israeliano. Purtroppo, durante il percorso, il giovane è morto, all’altezza del valico di Erez. 

In ospedale abbiamo incontrato uno dei fratelli del giovane deceduto ai quali i dottori stavano ingessando un braccio. L’uomo era visibilmente scioccato. Abbiamo preferito di visitare la famiglia del giovane nei prossimi giorni.

Ieri 3 gennaio, mentre ci trovavamo in ospedale per parlare con i dottori, un altro giovane veniva ferito nella stessa area lungo il confine ad est di Jabalia. Il giovane è stato trasportato in ospedale. Il suo nome è Khaled Ibrahim Owda, di anni 21. Il proiettile l’ha colpito alla gamba destra. Il giovane ci ha detto che stava pregando con altre persone presso il cimitero di Jabalia quando i soldati israeliani hanno aperto il fuoco. L’ambulanza non ha potuto raggiungere il posto. Il giovane è stato trasportato su un “tuk tuk” fino a raggiungere l’ambulanza. Le sue condizioni sono buone e la ferita è leggera.

Abbiamo successivamente lasciato l’ospedale, ma mentre eravamo in auto, abbiamo ricevuto una chiamata che ci ha avvisati che un altro ferito era appena giunto in ospedale. Velocemente siamo tornati verso l’ospedale.

Thaer Mohammed Rabaa, di anni 25, era rimasto ferito dal fuoco dell’esercito israeliano nello stesso posto dei casi precedenti, lungo il confine ad est di Jabalia. Il proiettile ha colpito Thaer al fianco sinistro. Il proeittile è entrato ed uscito. Gli infermieri ci hanno detto che le sue condizioni sono stabili. Fuori la sala in cui era stato ricoverato vi erano una decina di parenti e sua madre visibilmente scioccata.

Alcuni parenti ci hanno detto che i ragazzi stavano lanciando pietre contro i soldati, come usano fare ogni venerdì. Ed infatti, sono molti i giovani che rimangono feriti o uccisi dall’esercito il venerdi pomeriggio lungo il confine. “Stavano gareggiando a chi si avvicinava di più alla barriera di separazione”, ci ha detto un parente di Thaer. Purtroppo le forze israeliane sparano indiscriminatamente su questi giovani presi dal desiderio di sfidare l’occupazione militare.

Oggi siamo tornati in ospedale per visitare Thaer. Ci ha detto che si trovava in terreno accanto al cimitero ad est di Jabalia, a circa 300 metri di distanza dalla barriera di separazione. Ci ha detto che i soldati israeliani hanno raggiunto il confine con una jeep ed hanno aperto il fuoco sui giovani. Thaer ci ha anche detto che alcuni soldati stavano lanciando gas lacrimogeni ad un gruppo di ragazzi che lanciavano pietre.

Sempre all’alba di ieri 3 gennaio l’aviazione militare israeliana aveva condotto diverse incursioni aeree colpendo terreni agricoli in diversi punti della Striscia. Le autorità israeliane avevano anche inspiegabilmente chiuso alla stampa il valico di Erez.

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