Maannews - 24/08/2014 - I palestinesi della Striscia di Gaza hanno lanciato una campagna: #StopArmingIsrael per fare pressioni all'Italia perché escluda Israele dalle esercitazioni militari congiunte programmate per il mese di settembre, mentre il movimento globale per il boicottaggio delle armi a Israele si è rafforzato in seguito alla recente aggressione.
Leggi il manifesto del Movimento BDS per l’embargo militare
Al-Bawaba L’appello dei palestinesi di Gaza all’Italia La Palestina chiede al Bel Paese di fermare le esercitazioni militare congiunte con Israele
I palestinesi della Striscia di Gaza hanno inaugurato una campagna che ha l’obiettivo di fare pressione sull’Italia per fermare le esercitazioni militari congiunte con Israele. Nello specifico, decine di gazawi si sono fatti fotografare per tutta la Striscia con in mano dei cartelloni in cui si richiede all’Italia di terminare la cooperazione militare con Israele, che nello specifico si concretizzerà in esercitazioni che si dovrebbero tenere a settembre in Sardegna. Su alcuni fogli, infatti, si trova scritto: “Non addestrate i piloti che ci bombardano, dimostrate solidarietà con l’oppresso”. Le fotografie non ritraggono soltanto la disperazione della popolazione, ma anche la distruzione che la guerra ha portato, ritraendo sullo sfondo immagine le macerie di case, di ospedali e del piccolo porto. Quest’appello dei palestinesi di Gaza, inoltre, rappresenta un culmine nell’opposizione alla cooperazione militare con Israele, che proprio durante l’operazione Protective Edge di quest’estate ha ottenuto sempre più sostegno. In sintesi, infatti, i brutali attacchi, che sono stati condotti su tutto il territorio della Striscia nelle ultime sei settimane, hanno causato più di 10.550 feriti e 2.090 vittime, e hanno lasciato più di 100.000 persone senza una casa. Infine, anche se la campagna è stata ideata specificatamente per l’Italia, essa può essere considerata come parte integrante del “Movimento BDS per il totale embargo militare contro Israele”, lanciato nel 2011. Secondo il movimento, infatti, “la cooperazione militare con Tel Aviv sta proseguendo nonostante Israele continui a ricorrere sistematicamente alla violenza. Le operazioni condotte dall’esercito israeliano colpiscono i civili e gli attivisti palestinesi, distruggendo edifici pubblici, come le scuole. Queste brutali azioni, perciò, riflettono politiche colonialiste e costituiscono una violazione del diritto internazionale”.
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