Da ECCP All'attenzione di Mrs. Catherine ASHTON, Brussels, July 10, 2014
Re: Prendere in considerazione le violazioni di Israele del diritto internazionale Signora Catherine Ashton, Alta Rappresentante della Unione Europea, Il Coordinamento Europeo dei Comitati e Associazioni per la Palestina (ECCP) una rete di 50 comitati, organizzazioni, ONG, e movimenti di solidarietà internazionale di 20 paesi europei, dedicato alla lotta del popolo palestinese per la libertà, la giustizia e l 'uguaglianza la sollecita ad intervenire presso le Autorità Israeliane affinché cessi immediatamente l'escalation militare di Israele su Gaza. Almeno 80 persone, inclusi 5 bambini, secondo quanto riportato, sono stati uccisi e più di 600 feriti, in maggioranza civili, come risultato dell'ultimo attacco militare di Israele. Come parte di questa nuova offensiva, chiamata "Operazione confine protettivo", truppe israeliane sono state mobilitate lungo il confine di Gaza e 40.000 riservisti sono stati richiamati per una possibile invasione di terra. "Stiamo avviando una lunga operazione” ha detto una fonte di alto livello della Forza di Difesa Israeliana “Siamo solo all'inizio- Ci vuole pazienza. Stiamo preparando passi ulteriori ed una graduale espansione del nostro ordine di battaglia Dopo l'attacco di Israele contro Gaza, chianato da Israele “Piombo fuso” (2008-2009), nel corso del quale vennero uccise più di 1400 persone, per la maggior parte civili, inclusi molti bambini, e dopo l'”Operazione Pilastro di difesa” in cui ci furono molti più morti e feriti, una indagine delle Nazioni Unite concluse che Israele aveva condotto “un attacco deliberatamente sproporzionato volto a punire, umiliare, terrorizzare una popolazione civile” per il quale gli ufficiali israeliani responsabili dovrebbero rispondere di “responsabilità criminale individuale”. La sollecitiamo, come Alta Rappresentante, ad usare tutte le misure che l'UE ha a disposizione, incluse sanzioni, per mettere fine all'attuale attacco ed escalation di Israele su Gaza, per impedire quello che già somiglia ad un secondo “Piombo fuso”. La preghiamo anche di considerare che la popolazione di Gaza resta intrappolata nel suo perimetro sotto assedio, mentre le bombe piovono su di loro. Diversamente che in altre zone di conflitto nel mondo, alla popolazione di Gaza viene perfino negata la possibilità di fuggire. Questo vuole anche dire che i feriti, rinchiusi dentro Gaza, non possono accedere alle necessarie cure mediche (salva vita) dato che, a causa dell'assedio, le attrezzature ospedaliere sono molto limitate come anche il carburante necessario per tenerle attive, comprese le ambulanze. Secondo il diritto internazionale la popolazione civile ha il diritto di essere protetta una protezione che alla popolazione di Gaza viene palesemente negata. “L'operazione confine protettivo” deve essere vista all'interno del più ampio contesto dell'occupazione e dell'attuale assedio illegale della striscia di Gaza, che consiste in uno stato di guerra economico e politico, e mette in evidenza l'asimmetria tra Israele un potere occupante altamente militarizzato e la popolazione di Gaza, in maggioranza civile. Le recenti azioni di Israele costituiscono una punizione collettiva, un crimine contro l'umanità, proibito dalla quarta Convenzione di Ginevra come anche dal diritto umanitario internazionale consuetudinario. Secondo l'articolo 50 dei regolamenti dell'Aia: “Nessuna penalità generale, pecuniaria o di altro tipo, deve essere inflitta alla popolazione per atti di individui per i quali non possono essere considerati come corresponsabili”. Attaccando la Striscia di Gaza il Governo israeliano impone alla popolazione di Gaza una punizione collettiva in violazione di queste due clausole del diritto umanitario internazionale. Omicidi extragiudiziali e indiscriminati, attacchi sproporzionati contro civili, per fini politici, sono inaccettabili, illegali secondo il diritto internazionale, e dovrebbero essere condannati con forza. Missili e bombe non porteranno la pace o la calma nella regione. Solo se diritto internazionale e risoluzioni delle nazioni Unite vengono pienamente applicati, sarà possibile arrivare ad una soluzione durevole e inclusiva. La UE deve corrispondere ai suoi obblighi. Nonostante le prevedibili deplorazioni e condanne, finora la UE non è stata in grado di prendere nessuna seria ed efficace misura per fermare le gravi perduranti violazioni da parte di Israele del diritto internazionale e dei diritti dei Palestinesi, nonostante sia giuridicamente obbligata a farlo. La UE è pertanto complice dei crimini di Israele e del mantenimento/prolungamento dell'impunità di Israele. In particolare, la UE non deve consentire ad Israele di usare i razzi lanciati da Gaza come pretesto per giustificare l'operazione militare inumana, sproporzionata e indiscriminata contro Gaza, causa di molte morti di civili, incluse donne e bambini. La UE e i suoi Stati membri devono impedire quello che già somiglia a un secondo “Piombo fuso”, devono fare pressione su Israele affinché cessi immediatamente il suo assalto e devono lavorare per un reciproco cessate il fuoco. La UE dovrebbe anche mantenere la sua attenzione sulla questione e impegnarsi a rendere certa l'adesione ad ogni accordo di cessate il fuoco. L'accordo per il cessate il fuoco seguito all'assalto su Gaza del novembre 2012 richiamava alla cessazione totale di tutti gli attacchi di Israele nella Striscia di Gaza (così come tutti gli attacchi da Gaza verso Israele) e all'apertura dei valichi e la facilitazione del movimento delle persone e del passaggio di merci 24 ore dall'inizio del cessate il fuoco. Israele ha violato le condizioni del cessate il fuoco quotidianamente, fin dall'inizio, attaccando Gaza più di cento volte solo nei primi tre mesi, con totale impunità e nessuna condanna da parte della UE. La politica della UE di mantenere strette realzioni con Israele, supponendo che questo sia un mezzo per persuaderli a metter fine alle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale, è chiaramente fallita. La UE non può ancora una volta semplicemente star ferma mentre Gaza viene massacrata! E' da tempo arrivato il momento per la UE di andare oltre la vuota retorica e le dichiarazioni senza senso, ripetute ritualmente negli anni, e di sostenere con azioni efficaci le proprie parole! Sostenere l'accordo di associazione UE-Israele, inclusi i molti upgrade de facto verificatisi artatamente nel corso degli anni, manda un chiaro messaggio ad Israele, che non verrà considerata con gli stessi standards di altri paesi che violano i diritti umani. Mantenere lo status quo riguardo alle relazioni UE-Israele serve solo come luce verde ad Israele per continuare a portare avanti i suoi crimini impunemente. Se la UE vuole essere coerente con i suoi stessi dichiarati principi ed essere considerata un attore globale credibile e serio, è giunto il momento per la UE di smettere il trattamento di lunga data di Israele con uno status preferenziale, mentre invece chiude un occhio sui suoi continui crimini. La UE deve adottare misure restrittive, inclusa la immediata sospensione dell'accordo di associazione UE-Israele, in modo pienamente conforme ai dettami dell'accordo, che prescrive che “l'azione esterna della UE dovrà essere guidata dai principi che hanno ispirato la sua stessa creazione, cioè democrazia, stato di diritto, diritti umani, e rispetto per i principi delle Nazioni Unite (Art.21) (1) Il documento UE “Misure restrittive (sanzioni)vigenti” del luglio 2013 elenca le misure attualmente correnti contro trenta paesi. Le politiche di Israele rappresentano violazioni del diritto internazionale e di norme internazionali accettate molto più gravi e persistenti di quelle di molti altri paesi contro i quali la UE ha adottato misure. E questo è testimoniato da numerose risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, come dal parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia del 2004. La sollecitiamo, come Alta Rappresentante, di intervenire con estrema urgenza per fermare l'escalation aggressiva in rapida ascesa di Israele su Gaza, per impedire quanto già appare una seconda operazione “Piombo Fuso”, e di far appello a tutti gli Stati membri di seguirla. La UE deve usare tutti i mezzi a sua disposizione - incluse pressioni e sanzioni economiche e politiche per impedire ulteriori massacri. Un massacro che, inoltre, prevedibilmente, provocherebbe una tale indignazione che, viste le accresciute tensioni che attraversano la regione, potrebbe far scoppiare ulteriori tumulti aggiungendo la minaccia incombente di una guerra a tutto campo nella regione.
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