Il Fatto Quotidiano
24 gennaio 2014

Tre attacchi kamikaze al Cairo: 5 morti rivendicati dai Jihadisti

Esplosioni vicino a dipartimento di sicurezza, metropolitana e Piramidi. Gli attentatori su Twitter: "Allah accoglie in paradiso chi ha effettuato l’operazione"

Cinque vittime in tre attacchi kamikaze al Cairo, rivendicati via twitter dal gruppo jihadista Ansar beyt el Makdes. Le bombe sono scoppiate nei pressi del dipartimento di sicurezza della capitale, dove ci sono sono stati quattro morti e cinquanta feriti, di cui molti in gravi condizioni. L’esplosione è avvenuta in centro città, di fronte al quartier generale della polizia, secondo quanto riferito dal ministero della Salute egiziano. Esplosioni anche a Dokki, nei pressi del quartier generale della polizia di Giza, la megalopoli che abbraccia parte della capitale. La deflagrazione ha danneggiato 4 auto della polizia, e ha causato una vittima nei pressi della metropolitana. Il terzo scoppio nei pressi delle Piramidi, invece, non ha provocato morti e feriti. Gli attacchi hanno una importante valenza simbolica visto l’approssimarsi del terzo anniversario della rivolta del 2011 che ha portato alla caduta dell’ex presidente Hosni Mubarak.

Gli attacchi di oggi, avvenuti a poche ore di distanza, sono i primi nel centro del Cairo da quando, lo scorso 3 luglio, il presidente islamista Mohammed Morsi è stato destituito. ”Questo attentato è diretto contro le forze di sicurezza, infedeli e sanguinarie”, si legge nel testo di rivendicazione. Il gruppo afferma che “proseguirà la jihad” e che “Allah accoglierà in paradiso il martire che ha effettuato l’operazione”.

Il ministero dell’Interno ha isolato il quartiere generale della polizia, pesantemente danneggiato, per consentire alle squadre di soccorso di lavorare per cercare di estrarre eventuali superstiti dalle macerie. Gravissimi anche i danni al museo islamico della capitale, che sorge davanti al quartiere generale della polizia della capitale obiettivo un attentato stamani. “Un edificio del museo è crollato, 8 manoscritti sono stati distrutti, e la maggior parte dei reperti sono stati danneggiati”. Le forze di sicurezza sono state messe in massima allerta e piazza Tahrir e le principali strade della capitale sono state chiuse. Il generale Hani Abdel-Latif, portavoce del ministero dell’Interno, ha dichiarato che l’autobomba è esplosa davanti ai blocchi di cemento piazzati pochi metri fuori dall’ingresso dell’edificio. Non ha voluto invece fare commenti circa le notizie che parlano di uno scontro a fuoco avvenuto subito dopo l’esplosione.

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