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http://www.intrepidreport.com Che dire di tutti quei disordini bianchi? Immaginate se l'esperienza razziale dell'America si fosse verificata in senso inverso. E se la nostra patria fosse stata scoperta e colonizzata da sconosciuti che hanno utilizzato il genocidio per raggiungere il loro obiettivo coloniale? E se i nostri figli fossero stati poi allontanati da noi per acquisire la loro cultura, la lingua e che l'essenza profonda che ci definiva fosse stata cancellata in collegi lontani? Come ci sentiremmo oggi nel nostro impoverimento da disoccupati nelle nostre desolate riserve come Pine Ridge? Pensate alla schiavitù, alla segregazione modello Jim Crow, al terrorismo del Klan e alle vite senza uscita nelle carceri senza pareti chiamate ghetti, come avrebbero modellato la nostra attuale prospettiva. Se i nostri antenati portavano cicatrici da frusta sulla schiena, o se avessero oscillato appesi agli alberi del Sud, quale sarebbe il nostro atteggiamento ora? Se fossimo sempre gli ultimi assunti e i primi licenziati, sparato all'infinito dai poliziotti, città dopo città, non sarebbero giustificati i disordini? Dopo tutto, Martin Luther King chiamava rivolta il "linguaggio degli inascoltati." Quando qualcuno è inascoltato, qualcun altro non è in ascolto. L'onere finale è nostro. Prima della decisione Ferguson, l'ultima rivolta degli indignati sull'ingiustizia cronica sostenuta dai neri americani è stata in seguito alla parodia Oscar Grant a Oakland, in California, nel 2009. Ma parecchi disordini bianchi hanno recentemente avuto luogo, in reazione selvaggia alle perdite delle squadre sportive, e anche alle vittorie, o che coinvolgono ubriachi in baldoria da college. Alcune sono stati ridicolmente assurde, come in Keene, New Hampshire, Pumpkin Festival lo scorso ottobre. Insieme al vandalismo insensato e agli incendi, bottiglie di birra sono state lanciate contro la polizia, ma la pallida ombra della pelle dei colpevoli garantiva le pene minime. Al contrario, Michael Brown riceve proiettili mortali per avere alzato le mani. Neri infuriati per il persistente profilo razziale che rivendica un bottino crescente di vite preziose, sono chiamati animali e teppisti. Mentre i ragazzi bianchi inebriati che lacerano le loro comunità, sono tuttavia, solo chiassosi, o solo ragazzi. In aggiunta a queste insensate rivolte bianche, varie etnie europee radicate hanno condotto alla malevola violenza di massa contro l'altro nel corso della storia di questo paese. Ricordiamo la realtà terribile ritratta in Gangs of New York. Ricordiamo, anche, gli attacchi all'ingrosso durante i locali bagni di sangue afro-americani, esemplificati dal pogrom dei Tulsa Riot nel 1921, in cui circa 10.000 neri sono rimasti senza casa, e 35 isolati della città contenenti 1.256 abitazioni sono stati dati alle fiamme. La decisione di Ferguson è stata emessa lo stesso giorno in cui i martiri dei diritti civili Michael Schwerner, Andrew Goodman e James Chaney, uccisi 50 anni fa in Mississippi, sono stati insigniti della Medaglia presidenziale della libertà. Allora, mentre le settimane passavano e gli agenti dell'FBI cercavano di individuare gli scomparsi, sono stati trovati diversi corpi neri totalmente estranei al caso. Che non hanno sollevato particolare interesse in quanto le uccisioni di afroamericani da parte di razzisti bianchi erano comuni nel profondo Sud durante quel periodo. Ora, mezzo secolo dopo, c’è qualcosa di veramente cambiato? Secondo i dati ottenuti da ProPublica, giovani maschi neri vengono uccisi dalla polizia a un tasso 21 volte superiore a quella dei bianchi. Trayvon Martin, Michael Brown, Tamir Rice e molti altri possono, in realtà, riempire un elenco di morte più lungo del numero degl’impiccati sotto Jim Crow. Tamir ha dodici anni, stava giocando in un parco nevoso a Cleveland, con una pistola giocattolo, solo per essere ucciso dalla polizia due secondi dopo che la loro macchina sfrecciava a destra accanto a lui. Ha avuto il tempo sufficiente forse un singolo battito cardiaco prima di essere colpito. Come sempre accade in questi casi, lo hanno incolpato della sua morte. Se fosse stato un bambino bianco, i poliziotti gli avrebbero probabilmente detto, "corri a casa, figliolo. E' ora che vai a casa." Attraverso l’America, i familiari superstiti agonizzano le loro terribili perdite, mentre una grande quantità di bianchi miopi negano dolorosamente che il razzismo esista ancora. Nel frattempo, la morale della nostra nazione crolla mentre osservatori sgomenti ci guardano da tutto il mondo. http://www.intrepidreport.com What about all those white riots? Imagine if America’s racial experience had occurred in reverse. What if our homeland had been “discovered” and “settled” by strangers who used genocide to achieve their colonial objective? What if our children were then taken from us to have their culture, language and very defining essence erased in distant boarding schools? How would we feel today in our unemployed impoverishment on desolate reservations like Pine Ridge? Think about how slavery, Jim Crow segregation, Klan terrorism and dead-end lives in prisons without walls called ghettos would have shaped our present outlook. If our ancestors bore whip scars on their backs, or if they’d swung expiring on ropes from Southern trees, what would be our attitude now? If we were always last hired and first firedor endlessly fired upon by cops in city after citymight not rioting seem justified? After all, Martin Luther King called riots the “language of the unheard.” When someone is unheard, somebody else isn’t listening. The ultimate onus is ours. Before the Ferguson decision, the last outraged uprising over chronic injustice endured by U.S. blacks happened following the Oscar Grant travesty in Oakland, California, in 2009. But several white riots have recently taken place, in wild reaction to losses by sports teams (and even to wins), or involving drunken college revelry. Some have been laughably absurd, such as the Keene, New Hampshire, Pumpkin Festival “disturbance” this past October. Along with senseless vandalism and fires, beer bottles were thrown at the police, but the pale skin shade of the offenders guaranteed them minimal punishment. Contrast that to Michael Brown receiving fatal bullets for holding up his hands. Blacks enraged by persistent racial profiling that claims an escalating tally of precious lives are called animals and thugs. Inebriated white kids tearing up their communities, however, are just “rowdy,” or “boys being boys.’ In addition to these inane white riots, various European-rooted ethnicities have waged malevolent mass violence against each other throughout this country’s history. Recall the awful reality portrayed in Gangs of New York. Let’s remember, too, the wholesale attacks on African-American locales by bloodthirsty white mobs, exemplified by the 1921 Tulsa Riot, in which an estimated 10,000 blacks were left homeless, and 35 city blocks containing 1,256 residences were torched. The Ferguson decision was issued on the same day that Civil Rights martyrs Michael Schwerner, Andrew Goodman and James Chaney, murdered 50 years ago in Mississippi, were posthumously awarded the Presidential Medal of Freedom. Back then, as weeks passed while FBI agents sought to locate the missing men, several black bodies totally unrelated to the case were found. That raised no special concern since killings of African Americans by white racists were common in the deep South during that era. Now, half a century later, has anything really changed? According to data obtained by ProPublica, young black males are killed by police at a rate 21 times higher than whites. Trayvon Martin, Michael Brown, Tamir Rice and very many others may actually comprise a longer death list than the number of lynching victims under Jim Crow. Twelve-year-old Tamir was playing in a snowy Cleveland park with a toy pistol, only to be gunned down by police two seconds after their squad car sped in right beside him. He had time enough for maybe a single heartbeat before being shot. As always happens with these cases, he’s being blamed for his own demise. Had he been a white child, the cops would have likely told him, “Run along, son. It’s time you got home.” Across America, surviving family members agonize over their terrible losses, while a distressingly large amount of myopic whites deny that racism still exists. Meanwhile, our nation’s moral standing crumbles before dismayed observers watching around the world. Dennis Rahkonen of Superior, Wisconsin has been writing progressive commentary with a Heartland perspective for various outlets since the ’60s. - See more at: http://www.intrepidreport.com/archives/14589#sthash.eOf7Hs6G.dpuf
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