Tratto da Contralinea.info
Le “lobbies” finanziarie governano l’Europa
In Europa e negli Stati Uniti i governi sono totalmente proni alle disposizioni emanate dalle lobbies che fanno capo all’elite finanziaria sovranazionale. La prova più evidente è stata nel modo in cui la stessa crisi economica avvenuta nel 2008, non soltanto è stata affrontata utilizzando il denaro pubblico per finanziare le banche ma che le stesse banche hanno poi fatto da finanziatrici alle stesse amministrazioni pubbliche. Dalle banche in default siamo passati agli Stati super indebitati. L’autore del libro “L’Europa Opaca delle finanze” spiega che i paradisi fiscali sono collegati alla denominata banca ombra (shadow banking): così si includono tutte le operazioni che la banca realizza alle spalle delle banche centrali di ogni paese. I governi, tanto in Europa come in America, sono i gestori degli interessi finanziari grazie al potere che hanno impastato con le lobbies, lo afferma il dr. Juan Hernandez Vigueras, esperto nella deregolamentazione dei mercati finanziari globalizzati e dei paradisi fiscali. In una intervista con “Contralinea”, l’autore di libri come “L’Europa Opaca delle finanze”, “Il Casinò che ci governa” e “Le lobbies finanziarie”. L’autore riferisce che queste lobbies sono i tentacoli del potere che inducono i governi a fare quello che i mercati finanziari comandano loro. “E’ del tutto innegabile l’influenza che esercitano le lobbies finanziarie, il grande cartello bancario e le grandi corporazioni sulle decisioni degli organismi legislativi e sui governi e le agenzie negli USA ed in Europa. Il riscatto delle banche con il denaro pubblico (vedi in Italia il caso MPS), anche quando si trattava degli unici responsabili della crisi del 2007, è il più chiaro esempio di questa influenza”, indica l’autore. Vigueras è anche l’autore del libro sui Paradisi fiscali. Un libro dove descrive come i centri off shore riescono a sottrarsi a tutte le regole ed il risultato finale di questa influenza è quello di eludere ogni forma democratica, che è l’obiettivo di base di tutte le lobbies-a parte della difesa contingente degli interessi in un determinato momento- quello di mantenere la carenza di regolamentazione e di supervisione nei flussi finanziari internazionali. I governi non stanno limitando questo potere del Cartello bancario Al contrario nella Storia europea recente, la crisi europea che è avvenuta più tardi di quella che si verificò a Wall Street, poi lo ha dimostrato. Nelle conclusioni del mio ultimo libro (Le lobbies finanziarie, tentacoli del potere) ho documentato che i governi finiscono con l’essere i gestori degli interessi finanziari. La prova evidente è quella che, benchè la crisi sia stata generata dalle banche in tutti i paesi, i contribuenti hanno aiutato a che le banche uscissero dagli affanni e di seguito le banche si sono trasformate in finanziatrici dei governi. Motivo per cui si è passati da banche che erano sull’orlo del fallimento a stati molto indebitati e questo è avvenuto in maniera evidente in Europa. Quello che è più grave è che il sistema è praticamente senza controllo e privo di regole e regolamentazione ed oggi è molto più forte di quello che era 4/5 anni fa, con il paradosso che, pur avendo ottenuto grande liquidità, questa non si trasforma in credito alle imprese ed al consumo in modo che si crei ricchezza e lavoro. Il problema avviene in Spagna come in Italia ed in tutta Europa poiché di continuo l’informazione finanziaria internazionale ti parla di una riduzione del credito. Quando si parla di credito bisogna intendere al settore produttivo, alle medie e piccole imprese visto che le grandi multinazionali si autofinanziano. La mancanza di regolamentazione comprende anche la questione del lavaggio del denaro sporco. Su tale problema, il Dr. Hernandez Vigueras indica che questa problematica inizia dal momento in cui il movimento internazionale dei capitali, di fondo, si sta più che consolidando con un principio intoccabile ammesso dal Fondo Monetario Internazionale, che è la regolamentazione che in realtà non regola niente. “Non controllano questi movimenti, cosa che presuppone che nei meccanismo stabiliti non si distingue il denaro che ha provenienza illegale. Pertanto continua esistendo come esisteva da qualche tempo, e là dove svolgono un gran ruolo i denominati paradisi fiscali. Il problema basilare è che il sistema finanziario internazionale ed alcuni sistemi locali si basano in un principio, in una pratica consolidata, che è l’opacità. Si sa molto poco: non esiste il controllo necessario”. Nel riferirsi ai paradisi fiscali, lo specialista nel tema, considera che questi si inseriscono in un nuovo concetto che è sorto con la crisi: Sistema bancario ombra o una banca nell’ombra, che ingloba tutte le operazioni che la banca(sia europea che americana) realizza al margine della Banca centrale. Le banche in generale realizzano una serie di operazioni che la banca centrale non controlla non regolamenta e non verifica. Questo è un fenomeno che, paradossalmente, dopo la crisi, è cresciuto parecchio. Nell’affrontare il tema del riciclaggio dei capitali, Hernandez Vigueras considera che vi sono operazioni delle banche che sono pubbliche ma che risultano molto dubbiose. Nel caso della Spagna è stato detto dai media che il Banco Santander, la BBVA hannp acquistato filiali in Messico, in Perù, in Russia o dove sia e nessuno ha mai spiegato come sono stati effettuati i pagamenti. Quello che è avvenuto è che questi pagamenti sono stati fatti in modo opaco attraverso una filiale alle Cayman o in altro luogo come le isole Britanniche o i centri finanziari dei Caraibi. Per il settore la radice del problema del lavaggio del denaro si trova anche nella mancanza di controllo dei flussi finanziari: “ci sono affari che, essendo illegali, fanno diventare illegali tutte le risorse che generano. Queste si approfittano di tutte l’opacità che offre il sistema finanziario per cui questo denaro, che ha una origine illegale che si trasforma in legale”. Il dottor Vigueras segnala che il lavaggio dei capitali non soltanto pregiudica le imprese ma anche include la corruzione politica e dei funzionari, un sistema fraudolento. Il meccanismo quasi sempre è lo stesso, indica: creano entità, società fittizie con residenza in Lichsteintein, in Lussemburgo, in Svizzera e nelle diverse località che si considerano paradisi fiscali. “La radice fondamentale di tutto questo è che si accetta come normale: esiste una doppia morale”. Nessuno sembra sfuggire a questo. Incluso le grandi imprese che si presuppone che adempiano con la legalità in realtà utilizzano i paradisi fiscali per operazioni triangolari delle loro entrate. Come esempio di quello, Hernandez Vigueras indica che il 60% delle imprese spagnole, che formano parte dell’IBEZ 35- cioè dire che si quotano in borsa- hanno aumentato le loro società nei paradisi fiscali nel periodo di crisi, dal 2007 a 2011. Questo accade anche negli Stati Uniti, dove approssimativamente l’80% della società che si quotano in borsa dispongono di filiali in giurisdizioni considerate come paradisi fiscali, questo vuol dire nei centri finanziari off shore. La Spagna e l’Italia mancano di regolamentazione? La Spagna, l’Italia e tutta l’Europa, poiché la regolamentazione finanziaria in tutti i paesi dell’Unione Europei è centralizzata. Se si approva una direttiva, questa si ratifica in una legge nazionale. Per questo gli scandali si sono verificati ultimamente anche in Germania, con la Siemens ed altre grandi imprese multinazionali; questi hanno la loro origine in questa regolamentazione tanto purgata che non esiste. Tuttavia è un fatto generalizzato che va considerato nel contesto finanziario. Quando avevo iniziato le mie ricerche su questo tipo di paradisi fiscali e del lavaggio di capitali avevo trovato che la radice si trova proprio nel sistema finanziario a livello internazionale ed a livello di ogni paese, perché, dal momento che i movimenti di capitali sono liberi, non si può intervenire, non esiste un sistema finanziario messicano, né un sistema finanziario spagnolo, italiano o europeo, perché quando un governo pretende di stabilire controlli più seri o alzare la tassazione sulle grandi società, allora accade che gli investimenti si trasferiscono sui altri paesi, di conseguenza il sistema finanziario (pilotato dalle lobbies) è quello che di fatto influisce e condiziona le politiche economiche dei paesi europei.
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