Fonte: www.statopotenza.eu
http://www.informarexresistere.fr
settembre 17 2014

Perchè gli Stati Uniti temono l’indipendenza della Scozia?
Traduzione di Filippo Bovo

Analisti politici ed economici statunitensi non cessano di fornire pronostici apocalittici per la Scozia nel caso che si renda indipendente. Ma perchè Washington parla tanto dell’argomento e perchè si mostra così allarmata in merito?

“Siamo interessati a vedere un Regno Unito che si mantenga forte, solido ed unito”, ha comunicato Josh Earnest, portavoce della Casa Bianca. Votare “sì” al referendum per l’indipendenza sarebbe un errore economico per la Scozia ed un disastro geopolitico per l’Occidente. O, almeno, in questo concordano gli esperti statunitensi di rango intervistati dal giornale “The Financial Times”.

“I pronostici dei nazionalisti sono così inverosimili che davvero dovrebbero essere scartati”, insiste Alan Greenspan, ex presidente della Federal Reserve degli Stati Uniti, e spiega che in realtà le conseguenze economiche per una Scozia indipendente sarebbero “sorprendentemente negative”, molto di più di quel che cercano di far credere i promotori dell’idea. Secondo Greenspan, non ci sono possibilità che Londra accordi l’unione monetaria, con la conseguenza che gli scozzesi dovrebbero smettere di usare la sterlina molto presto. Dubita, inoltre, che la Banca d’Inghilterra continui a prestar denaro ad Edimburgo.

“Temo che non andrà bene per gli scozzesi”, avverte Robert Bruce Zoellick, ex vicesegretario di Stato degli Stati Uniti ed ex presidente della Banca Mondiale. Nell’analizzare le conseguenze che l’indipendenza della Scozia potrebbe avere per Washington, risulta chiaro perchè l’élite statunitense preferisce fornire dei pronostici tanto pessimisti.

Influenza sull’UE

“La disintegrazione del Regno Unito sarebbe la diminuzione della Gran Bretagna ed una tragedia per l’Occidente, precisamente nel momento in cui gli Stati Uniti necessitano di un alleato forte”, ammette proprio Zoellick.

La perdita della Scozia indebolirebbe l’influenza del Regno Unito nell’Unione Europea. Al momento il paese, unito con la Germania e la Francia, costituisce la grande triade del blocco. Nel caso di dover perdere la popolazione scozzese, risulterebbe al quarto posto, dietro all’Italia. Questo comporterebbe meno seggi britannici al Parlamento Europeo e meno influenza nel momento di prendere decisioni politiche. “Nell’Unione Europea, la dimensione conta”, evidenzia Almut Moeller, esperta del Consiglio per i Rapporti Esteri della Germania, come riportato da FoxNews.

Una Scozia indipendente non solo risulterà fuori dall’Unione Europea, ma potrebbe anche causare l’uscita del Regno Unito dal blocco comunitario. In base alle norme elettorali britanniche, i gruppi politici in Inghilterra, Galles ed Irlanda del Nord, che brigano per abbandonare l’UE, risulteranno proporzionalmente più forti nel Parlamento nazionale. “E’ il nostro incubo: l’indipendenza della Scozia seguita dall’uscita del Regno Unito dall’UE”, ha ammesso un ufficiale statunitense in condizioni d’anonimato a “The Financial Times” ed ha ammesso che questo renderebbe Londra un alleato molto più debole.

Supremazia nucleare della NATO

Un altro aspetto che preoccupa i politici statunitensi è la cooperazione militare. Come riportato dal senatore repubblicano John McCain a “The Financial Times” l’indipendenza scozzese danneggerebbe i vincoli d’intelligence e i rapporti militari unici che Washington ha con Londra, il suo alleato militare più importante.

Una volta fuori dal Regno Unito, la Scozia risulterà anche automaticamente fuori dalla NATO. Finchè non si completa il processo di reintegrazione (sufficientemente lungo, a tal proposito), si dovranno sottoscrivere e raggiungere nuovi accordi per pattugliare le rotte vitali nell’Atlantico Settentrionale e nel Mare del Nord. Se la Scozia opta per non aderire, si porrà allora per la NATO un dilemma senza precedenti: che fare con la perdita di un territorio dell’Alleanza sviluppato e governato democraticamente e che ha scelto per la neutralità, sottolinea Daniel Troup, esperto del Consiglio canadese della NATO, citato da FoxNews.

Un ulteriore dettaglio: coloro che s’adoperano per l’indipendenza della Scozia insistono che il paese deve liberarsi dall’arsenale nucleare, il che suppone un enorme mal di testa tanto per Londra come per tutta l’Alleanza. Si dovrà cercare un altro porto dove mettere alla fonda quattro sottomarini dell’Armata Reale Britannica equipaggiati con missili balistici intercontinentali Trident II D5 con ogive termonucleari che attualmente sono dispiegati nelle acque del fiume Clyde. E’ un rischio che “mina la difesa collettiva e la capacità di dissuasione degli alleati della NATO”, ha commentato  in merito il Ministro della Difesa del Regno Unito. Ancor più: l’incertezza circonda il futuro della dissuasione nucleare della Gran Bretagna come tale. Washington preferirebbe continuare a vedere Londra come una potenza atomica, ma nel caso che si renda indipendente la Scozia molti analisti dubitano della possibilità che un Regno Unito ridimensionato possa continuare a sopportare i costi delle sue forze nucleari.

Sanzioni antirusse

Gli analisti politici statunitensi temono, inoltre, che il referendum sulla Scozia influisca anche sulle posizioni della Casa Bianca circa l’Ucraina. Da un lato, potrebbe debilitare l’abilità degli Stati Uniti e dell’Unione Europea di mantenere una risposta comune per via della ridotta influenza del Regno Unito nel blocco. Dall’altro, “incentiverebbe” Mosca. “La Russia potrebbe argomentare che i movimenti separatisti in realtà sono perfettamente legittimi, che siano in Crimea o nell’est dell’Ucraina”, ha commentato a “The Financial Times” Ivo Daalder, ex inviato dell’UE presso la NATO.

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