english version below

http://dissidentvoice.org
May 20th, 2014

Ucraina e Siria: elezioni sulla canna dei fucili USA-NATO?
di Felicity Arbuthnot

L'ipocrisia, il più protetto dei vizi. - Moliere, 1672-1673

Domenica 11 maggio, i referendum nella parte orientale dell'Ucraina, nelle province di Donetsk e Luhansk sono stati accolti da una condanna verbale dagli Stati Uniti, che accusano l'elettorato di votare sulla canna di un fucile, in quanto un quasi 90% a Donetsk, si è rivelato un quasi 90% a favore dell'indipendenza politica da Kiev, mentre il 96,2 % a Luhansk per l’autogoverno.

Molti hanno infatti votato alla canna dei fucili, impugnati da coloro che hanno rimpiazzato il governo eletto con i 5 miliardi di dollari inviati dagli alleati USA- UK- UE-NATO nella capitale Kiev, per il colpo di stato. Le loro azioni hanno provocato diversi morti.

Le due regioni hanno seguito la Crimea, che il 16 marzo, ha votato al 93% di passare alla vicina Russia con un’affluenza di oltre l'80%.

Tuttavia, mentre le canne dei fucili persistono, sicuramente non otterrano risultati più grandi di quelli focalizzati sugli elettori nelle elezioni nazionali di Domenica 25 maggio in Ucraina.

E’ previsto l'arrivo della nave da guerra Usa Vella Gulf nel Mar Nero alla vigilia delle elezioni presidenziali, con diplomatici americani che sottolineano "che gli Stati Uniti vogliono sostenere le azioni delle nuove autorità ucraine attraverso la presenza di navi da guerra americane nel Mar Nero".

Per sostenere le elezioni, "La Vella Gulf è armata con missili da crociera Tomahawk, Acpok, e missili antisommergibile e anti aerei Standard 2 e Standard 3. La nave trasporta un totale di 122 missili a bordo, dispone anche di due elicotteri multiuso."

E' anche armata "con un missile guidato incorporato per la guerra nell’oceano aperto e gli attacchi a lungo raggio su obiettivi nell'entroterra ... "

Questo dovrebbe portare gli elettori ai seggi!

Inoltre: "l’incrociatore The American Aegis per missili guidati sarà nel Mar Nero in tempo per le elezioni presidenziali in Ucraina il 25 maggio ... "

Inoltre: " ... la nave intelligence della Marina francese, Dupuy de Lome, è attualmente nelle acque al largo della città portuale di Varna in Bulgaria. E' progettata per il monitoraggio radar e in grado di intercettare le comunicazioni, comprese le telefonate e le e-mail ... "

Tuttavia, se il popolo ucraino sopravviverà al supporto guidato di missili Usa per la democrazia, il popolo della Siria affronterà una sfida ancora più grande quando, appena nove giorni dopo, terrà le elezioni presidenziali.

Nel giorno delle elezioni in Ucraina, l’Operazione Leone impaziente prende il via ai confini della Siria, in Giordania, in un’esercitazione di addestramento militare che coinvolge 24 paesi, organizzata dalle Forze Armate Giordane, in collaborazione con l'Esercito degli Stati Uniti. Leggi: organizzata dagli Stati Uniti ad ogni livello. L’esercitazione di formazione avrà luogo a partire dal 25 Maggio fino al 10 Giugno, portandosi così al 3 giugno, giorno delle elezioni in Siria. La distanza tra la capitale della Giordania, Amman e la capitale siriana, Damasco è di sole 109 miglia. Il confine tra Giordania e Siria è un semplice salto, scavalca e salta via.

Della stessa esercitazione, l'anno scorso, Natowatch.org ha scritto: "Un esercitazione NATO in tutto tranne che nel nome."

Le attrezzatura da utilizzare quest'anno sembrano indisponibili, ma nell’esercitazione minore dello scorso anno, con 18 nazioni partecipanti, solo alcuni grandi attrezzature includevano mezzi d'assalto anfibi e un certo numero di AV- B Harrier II, C130 Hercules, F18 Hornet, F16 Falcon, il sistema missilistico Patriot e l’Osprey V-22  aereo a rotore basculante e decollo verticale ...

Quest'anno, però, ci fanno sapere, fate attenzione, che: "La componente sull terreno comprende un mix di forze speciali e marines dal 26° Marine Expeditionary Unit, che ha svolto un ruolo nell’Operazione Odissea all'Alba per far rispettare la no-fly zone sopra la Libia nel marzo 2011."

Noi sappiamo quello che è successo in Libia.

Verranno dislocate forze navali, aeree e di terra. Gli Stati Uniti inoltre hanno oggi un migliaio di soldati (tra cui le operazioni speciali?) distribuiti in Giordania a lungo termine.

Nel mese di aprile dello scorso anno in altri diciotto paesi, la ridicolmente denominata operazione in Qatar, Operation Eagle Resolve secondo il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, includeva ogni paese della regione ad eccezione di Siria e Iran. Tutti gli altri avevano una rappresentanza. La Siria e l'Iran, naturalmente, erano sulla lista del Pentagono, dopo l'11 settembre 2001 dei Sette paesi da eliminare in cinque anni. Loro sono dietro, ma chiaramente ancora lavorano su quel piano, sotto la guida del premio Nobel e, più recentemente, Ambasciatore per l'umanità, assegnato al Presidente degli Stati Uniti.

I motori di ricerca spiegano che i nomi delle esercitazioni militari e delle operazioni statunitensi, sono stati a lungo ponderati per renderli significativi, assertivi, autorevoli, ed esprimere controllo e dominio. Eager Lion ha tutta l'autorità di un bullo beffardo nel cortile di una scuola. Assad in arabo si traduce come Leone. Per citare di nuovo Peter Ustinov: "Quando eravamo cinque, tutti noi volevamo essere generali." Patetico.


http://dissidentvoice.org
May 20th, 2014

Ukraine and Syria: Elections at the Barrels of US-NATO Guns?
by Felicity Arbuthnot

Hypocrisy, the most protected of vices.
— Moliere, 1672-1673

On Sunday May 11th, Ukraine’s referenda in the country’s eastern Donetsk and Luhansk provinces were met with verbal condemnation from the US – accusations of the electorate voting “at the barrel of a gun”, in reportedly a near 90% turn out, nearly 90% in Donetsk voting for political independence from Kiev and 96.2% in Luhansk in favour of self rule.

Many did indeed vote at the barrels of guns – held by those sent by the US-UK-EU-NATO allies in the $5 Billion US coup in the capitol, Kiev, which replaced the elected government. Their actions “resulted in several deaths.”

The two regions followed Crimea, who on March 16th, voted by near 93% to cede to Russia in an over 80% turnout.

However, as barrels of guns go, they surely don’t get bigger than those focused on the voters in the Ukraine national election on Sunday, May.25th.

The US war ship the Vella Gulf is expected to arrive in the Black Sea “on the eve of Presidential elections”, with American diplomats stressing “that the United States wanted to support the actions of the new Ukrainian authorities through the presence of US warships in the Black Sea.”

In “support” of the elections, “The Vella Gulf is armed with Tomahawk cruise missiles, ACPOK, and antisubmarine and anti-aircraft Standard-2 and Standard-3 missiles. The ship carries the total of 122 missiles on board. The vessel also has two multipurpose helicopters.”

It is also “a guided missile cruiser built for open-ocean warfare and long-range attacks on targets inland …”

That should bring the voters out!

Further: “The American Aegis guided missile cruiser will be in the Black Sea in time for the Ukrainian presidential elections on May 25 …” Additionally: “… the French Navy’s intelligence ship, Dupuy de Lome, (is) currently in the waters off Bulgaria’s port city of Varna.  (It is) designed for radar monitoring and capable of intercepting communications, including phone calls and e-mails …”

However, if the people of Ukraine survive US missile driven backing for “democracy”, the people of Syria may face an even bigger challenge as they hold their Presidential election just nine days later.

On the day of the Ukraine elections, Operation “Eager Lion” kicks off in Syria’s neighbour, Jordan, in a “military training drill” involving 24 countries “organized by the Jordan Armed Forces, in co-operation with the US Army.”  Read: organized by the US at every level. The “training drill” just happens to run from May 25th to June 10th, thus taking in the day of Syria’s elections on June 3rd. The distance between Jordan’s capitol, Amman and Syria’s capitol Damascus is a mere 109 miles. The Jordan-Syrian border is a mere hop, skip and jump away.

Of the same named exercise last year, Natowatch.org called it: “A NATO exercise in all but name.”

Equipment to be utilized this year seems unavailable, but in last year’s smaller exercise, with 18 nations taking part, just some major equipment included “amphibious assault ships (and numbers of) AV-B Harrier II, C130 Hercules, F18 Hornet, F16 Falcon, Patriot missile system and the V-22 Osprey tilt rotor aircraft … “

This year, though, we do learn (mark carefully) that: “The land component includes a mixture of special operations forces and Marines from the 26th Marine Expeditionary Unit, which played a role in Operation Odyssey Dawn to enforce the no-fly zone over Libya in March 2011.”

We know what happened to Libya.

“Ground, air and naval forces” will be deployed. The US also now has one thousand troops (including special operations?) deployed in Jordan long term.

In April last year in another eighteen country silly named operation in Qatar, operation Eagle Resolve, according to the US Department of Defence, included every country in the region except Syria and Iran. “Everyone else had representation.” Syria and Iran, of course, were on the Pentagon list, after September 11th, 2001 of “Seven countries” to be “taken out in five years.” They are behind, but clearly still working on it under the Nobel Prize winning and more recently the “Ambassador for Humanity” awarded US President.

Search engines explain that the names of US military exercises and operations are long pondered over to make them meaningful, assertive, ringing of authority, control and dominance. “Eager Lion” has all the authority of a bully taunting in a reception class school playground. “Assad” in Arabic translates as “Lion.” To quote Peter Ustinov again: “When we were five, we all wanted to be Generals.” Pathetic.

Felicity Arbuthnot is a journalist with special knowledge of Iraq. Author, with Nikki van der Gaag, of Baghdad in the Great City series for World Almanac books, she has also been Senior Researcher for two Award winning documentaries on Iraq, John Pilger's Paying the Price: Killing the Children of Iraq and Denis Halliday Returns for RTE (Ireland.) Read other articles by Felicity.

top