originale quì: http://www.freedomhouse.org/report/freedom-world/freedom-world-2013#.UuIrGijX-iY
http://www.iljournal.it Un mondo meno libero Il rapporto "Freedom in the World", presentato da Freedom House, non contiene dati soddisfacenti. Ci sono meno diritti e meno libertà personali Chi si era illuso che la Primavera Araba potesse portare un vento di democrazia ha dovuto ricredersi. Nel 2013, il mondo è meno libero: una buona parte della popolazione globale, il 35%, vive in un sistema politico autoritario. E negli ultimi 12 mesi ha conosciuto un arretramento dei diritti civili e delle libertà personali. Il rapporto “Freedom in the World”, presentato da Freedom House, non contiene dati soddisfacenti. Anzi: il trend è in atto da ormai otto anni. Paesi come la Repubblica Centrafricana e il Mali, in Africa, ma anche l’Ucraina in Europa, hanno conosciuto una battuta d’arresto nel processo democratico. E non si può tacere della situazione in Egitto, dove dopo il rovesciamento di Mubarak c’è stata l’islamizzazione dei Fratelli Musulmani, abbattuti con un colpo di Stat0. Non proprio un esempio di libertà. D’altra parte c’è l’esempio positivo della Tunisia che, seppure tra molte difficoltà, è migliorata nel punteggio assegnato da Freedom House. L’avanzamento si è verificato soprattutto in merito ai diritti civili. La Siria, invece, è precipitata alle spalle della Corea del Nord nella gratuatoria stilata dall’Organizzazione non governativa con sede a Washington. Inoltre «alcuni dei paesi che hanno vissuto la democratizzazione stanno dando segnali di fragilità», ha spiegato Freedom House, in riferimento ad Argentina e Ungheria. La ricerca ha anche rilevato una condizione stabilmente negativa per Paesi come la Russia, la Cina, l’Iran e il Venezuela, dove i principi democratici non fanno registrare progressi da tempo. Eppure da un punto di vista strettamente matematico il numero di Stati in cui si svolgono le elezioni sono aumentati. Si tratta di un paradosso, spiegabile dall’esito scontato del voto che si registra in molti casi (basti pensare al caso russo). I dati forniti da Freedom House sono anche oggetto di contestazione da parte di alcuni analisti. L’assegnazione di punteggi su modelli matematici, infatti, non tiene conto di alcune variabili difficilmente misurabili. Le proteste in Ucraina, che hanno generato una risposta repressiva da parte del governo, sono un sintomo di risveglio della società rispetto a un sistema politico illiberale. Pertanto i risultati di questo movimento vanno interpretati sul lungo periodo. Un’osservazione che almeno dà qualche speranza in più sul destino di molti Paesi. Ma non cancella la consapevolezza che negli ultimi anni si sta sviluppando una tendenza autoritaria.
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