http://znetitaly.altervista.org Il cattolicesimo è il nuovo comunismo? La settimana scorsa, mentre un altro mega-tifone devastava le Filippine, i capi di 183 governi capitalisti si sono riuniti a Lima, Perù, per affrontare l’imminente minaccia della catastrofe climatica, a una Conferenza dell’ONU sul clima che si chiama COP20. (Sbadigliate) Nel caso vi fossero sfuggiti i titoli (erano scritti a caratteri molto piccoli), non si sono accordati su nulla. [1] Fino dal fiasco del Vertice di Helsinki, è stato ovvio che gli Stati Uniti e gli altri governi, tutti dominati dal mega sistema bancario e dalle aziende energetiche, sono molto semplicemente non disposti a prendersi l’impegno di ridurre le emissioni di anidride carbonica. Quest’anno, a Lima, mentre la razza umana sta filando a una velocità ancora maggiore verso l’estinzione, l’ONU ha scelto di invitare la Shell e altre grosse aziende del campo energetico, a partecipare alla conferenza, mentre teneva i dimostranti (popolazioni indigene, profughi a causa del clima, contadini attivisti per la giustizia climatica) a chilometri di distanza sotto la guardia militare negli Stati Uniti in base allo stile di ‘zone di libertà di parola’. I vescovi: mettete fine ai combustibili fossili adesso! L’unica voce all’interno della Conferenza che ha osato chiedere una fine dell’uso dei combustibili fossili, è stata quella dei vescovi cattolici di ogni continente. I vescovi hanno anche esortato le nazioni a mantenere l’aumento delle temperature al di sotto dei1,5C° (invece dei 2°C proposti). Inoltre hanno esplicitamente indicato nel capitalismo la causa fondamentale della catastrofe globale incombente e hanno chiesto un nuovo ordine economico. La principale responsabilità di questa situazione sta nel sistema economico globale dominante, che è una creazione dell’uomo. Nel considerare obiettivamente gli effetti distruttivi di un ordine finanziario ed economico basato sulla supremazia del mercato e del profitto, che non è riuscita a mettere l’essere umano e il bene comune al centro dell’economia, si devono riconoscere i fallimenti sistematici di tale ordine e la necessità di un nuovo ordine finanziario ed economico [2] In altre parole: “Cambiamento del sistema, non cambiamento del clima!” Che cosa si potrebbe chiedere di più? Si dà il caso che questo slogan sia il nome di una minuscola coalizione eco-socialista di estrema sinistra nella quale sono attivo. L’unica differenza è che la Chiesa Cattolica ha un 1,2 miliardi di membri. Purtroppo la straordinaria dichiarazione dei vescovi non è stata riportata in nessun giornale importante che ho trovato. E perfino Amy Goodman, che ha trasmesso da Lima dal vivo il suo ’Rapporto su Guerra e pace di stampo progressista (www.democracynow.org), per tutta una noiosa settimana, ha mancato di notarlo. Tuttavia non è davvero una sorpresa nel contesto dei rapidi cambiamenti negli atteggiamenti cattolici avvenuti in meno di due anni dall’ascensione al trono di San Pietro, il 28 febbraio 2013, di Papa Francesco, di cui dirò parlerò ancora fra poco. “Mentre questo è un inizio in base ad alcuni segnali,” scrive Jeff Spross di Climate Progress, “la dichiarazione dei vescovi continua una lunga tradizione di impegno per i problemi dell’ambiente e per il cambiamento climatico da parte della Chiesa Cattolica.” Papa Francesco stesso ha anche fornito la giustificazione religiosa per combattere il cambiamento di clima, avvertendo che “se distruggeremo la Creazione, la Creazione distruggerà noi!” Francesco ha anche identificato la distruzione della foresta pluviale come “un peccato,” e sta lavorando a un’enciclica papale ufficiale che affronta l’ambiente e il rapporto dell’umanità con questo. [3]” Cattolicesimo e comunismo Queste posizioni radicalmente anti-capitaliste mi hanno portato a chiedermi: “Il Cattolicesimo è il nuovo Comunismo?” “Roma la nuova Mosca?” “La Chiesa il nuovo Cominterm???” Che paradosso! Essendo cresciuto come un ‘neonato con il pannolino rosso’, (cioè figlio di membri del Partito Comunista degli Stati Uniti, durante la Guerra Fredda, n.d.t.), il Cattolicesimo mi sembrava sinonimo dell’anti-Comunismo militante (per non parlare della verginità militante). Il potente Cardinale di New York, Spellman era un aggressivo maccartista, e il martirio del Cardinal Mindszenty in Ungheria (perseguitato prima da entrambi i regimi fascista e poi comunista) ha fatto dimenticare alla gente la complicità di Papa Pio XII con i nazisti basata sul loro comune odio per il Comunismo. Poi, nel 1958, le cose sono cambiate radicalmente con l’elezione di Papa Giovanni XXIII. Il Concilio Vaticano II ha proclamato la dottrina cristiana di una “opzione preferenziale per i poveri.’ La Teologia della Liberazione, che affermava il diritto di opporre resistenza all’oppressione, si è diffusa in tutta l’America Latina. Ho avuto il privilegio di vederla in azione in Nicaragua nel 1984, durante la guerra dei Contras (controrivoluzionari) appoggiata dagli Stati Uniti. In effetti, molti anni di attivismo nel movimento di solidarietà con l’America Latina, mi avevano convinto che i Cattolici della Teologia della Liberazione erano frequentemente più rivoluzionari delle persone di sinistra di tutti i tipi [4]. Purtroppo, però, negli anni ’80 i miei compagni tra i preti attivisti e le suore venivano oramai distolti e perseguitati dalla nuova dispensa del Vaticano dopo l’elezione del Papa polacco, fervente anti-comunista, nel 1978. Reazione e vergogna Giovanni Paolo II ha rimesso fermamente la Chiesa dalla parte dei privilegiati. Poi l’elezione nel 2005, dell’ex componente della Gioventù Hitleriana, Joseph Ratzinger a Papa Benedetto XVI ha posto la Chiesa su un percorso anche più reazionario, facendo tornare indietro l’orologio rispetto alle donne e ai loro diritti alla riproduzione, offendendo i Musulmani, cercando di insabbiare importanti scandali riguardanti i preti pedofili e le finanze del Vaticano, e dando il via a un’inquisizione di suore statunitensi progressiste, accusate di femminismo e di intromissione in problemi sociali. Così grave è stato il disonore per la reputazione della Chiesa, che Benedetto ha fatto un passo che non aveva precedenti: si è dimesso in modo disonorevole nel febbraio 2013, ma allora anche i Cattolici più leali avevano perso la fiducia nella rigida, auto-protettiva, apparentemente inamovibile gerarchia della Chiesa. ‘Un nuovo Papa? Ho abbandonato la speranza’ era il titolo di Gary Wills sul New York Times. Nella mia analisi personale, (Il Papa abbandona: e allora?’) [5] ho messo a confronto la storia dei movimenti popolari ispirati dal contenuto sociale radicale del Cristianesimo e dal vasto potenziale della Chiesa per il bene, con la palese morsa mortale della gerarchia geriatrica, reazionaria sull’istituzione. La mia conclusione è stata però quasi ugualmente disperata. Un miracolo? Non osavo pensare che dopo soli venti mesi, il successore di Benedetto, Papa Francesco, avrebbe convocato un Incontro mondiale dei Movimenti popolari e che avrebbe invitato in Vaticano le organizzazioni degli emarginati e degli esclusi di tutte le origini etniche e religiose campesinos senza terra, lavoratori cittadini del settore informale (la parte dell’economia non regolamentata (o poco) da norme legali o contrattuali da: Wordreference Forum, voce: informal, n.d.t.), i riciclatori, i popoli nativi in lotta, le donne che chiedono il rispetto dei loro diritti, ecc. (Ottobre 2014). Là, alla presenza del presidente radicale della Bolivia, Evo Morales, Francesco ha dichiarato che “la solidarietà con i poveri è proprio il fondamento dei Vangeli”, e che la “Riforma agraria non è soltanto una necessità politica, ma anche morale!” Sembrano le parole di un leader popolare che apre un dialogo con la sua base. E’ stato il coinvolgimento diretto di Papa Francesco che ha spinto a organizzare questo evento,” secondo la delegata canadese Judith Marshall che scrive i suoi servizi su Links International Journal of Socialist Renewal. Il suo straordinario servizio merita assolutamente di essere letto per intero .[6] “In quanto nuovo capo di recente installatosi in una importantissima istituzione dell’establishment globale, Papa Francesco ha presumibilmente reso il Papato la voce più radicale e continua nel far notare l’oscenità della disuguaglianza e della emarginazione esistenti nel mondo. Ha anche ripetutamente indicato il potere eccessivo delle grosse imprese multinazionali e il capitale finanziario, come fattori chiave della riproduzione della povertà globale e della distruzione del pianeta […]. L’incontro è stato costruito sulla forza dei rapporti di lunga data che il Papa ha con questi fondamentali movimenti popolari in Argentina.” Chi è Papa Francesco? Jorge Mario Bergoglio è nato a Buenos Aires, Argentina, nel 1936. Dopo aver lavorato per breve tempo come tecnico chimico e buttafuori in un locale notturno, è entrato nell’ordine gesuita progressista ed è diventato sacerdote nel momento culminante della Teologia della Liberazione e si è impegnato nei movimenti sociali. Come vescovo, Bergoglio aveva già sviluppato un incessante ma discreto appoggio ai lavoratori e alle loro organizzazioni. Gli aneddoti sono innumerevoli: solidarietà con i militanti perseguitati, appoggio alle organizzazioni dei contadini (i campesinos), protezione per i venditori ambulanti, promozione dei “preti delle baraccopoli”, sostegno ai lavoratori delle fabbriche che avevano riaperto quelle chiuse, e un atteggiamento esplicito di lotta contro lo sfruttamento e l’emarginazione, il traffico di esseri umani, ed la cultura del consumo. A tutto questo vanno aggiunti la sua leggendaria austerità e stile semplice di vita, il suo costante intervento contro lo stile di vita della borghesia gretta compiaciuta di se stessa, l’edonismo consumista postmoderno, e il “progressivismo dell’elite”, che lo hanno reso un personaggio scomodo, non soltanto per la destra reazionaria, ma anche per i liberali di centro.” [7] Francesco è il primo papa gesuita, il primo che arriva dalle Americhe, il primo dell’Emisfero Meridionale, e il primo papa non-europeo in oltre 1000 anni. Questi ‘primi’ indicano un importante spostamento nell’equilibrio di poteri all’interno di quella vasta Internazionale dei poveri del mondo. La Chiesa Cattolica (‘Universale’) è l’unico partito mondiale organizzato realmente esistente. La sua vasta ricchezza e influenza sono ora nelle mani di Francesco. Immaginate, per esempio, che questo gesuita rimanga fedele alla missione del suo Ordine e dedichi una parte dei miliardi messi da parte in Vaticano per promuovere l’educazione cattolica su scala globale, insegnando a miliardi di bambini poveri a leggere, scrivere, pensare a se stessi in un’organizzazione del mondo che afferma il diritto di opporsi all’oppressione. Se la Chiesa sosterrà realmente lo slogan ‘ Cambiamento del sistema, non cambiamento del clima,’ questo di per sé sarebbe uno sviluppo rivoluzionario, e ne abbiamo visto soltanto l’inizio. Come è avvenuto questo ‘miracolo’? Come ha fatto un prete così palesemente radicale a riuscire ad essere eletto? L’assoluta autorità di Francesco all’apice della gerarchia è un importante sconfitta per i vecchi intermediari del potere che preferirebbero vedere la Chiesa vivente fallire piuttosto che arrivare a un compromesso, come testimonia la loro ricerca di protezione durante gli scandali dei preti pedofili, il loro ostinato rifiuto di permettere ai preti di sposarsi o di dare un ruolo sacerdotale di qualche tipo alle donne allo scopo di mantenere vive le parrocchie , e la loro indisponibilità a finanziare l’educazione cattolica una volta orgoglioso monopolio e importantissima fonte della sua influenza ideologica. La gerarchia cattolica (come i militari, il mondo della finanza e la nomenklatura comunista) ha a lungo funzionato come un’azienda chiusa, uno stato all’interno di uno stato, impenetrabile, opaca, una legge di per se stessa, protetta dai suoi intimi legami con altre gerarchie corrotte nella politica, nell’esercito, nel settore bancario, nella polizia e nella Mafia. La burocrazia vaticana è seduta su una pentola d’oro equivalente alla ricchezza di molte nazioni, e ci si può soltanto immaginare le lotte silenziose che si svolgono proprio adesso dietro i muri chiusi della Curia per il controllo di quella ricchezza mentre Francesco e i suoi alleati conducono la purga dell’apparato. Per questi sviluppi potrebbe volerci molto tempo. Escludendo l’Intervento Divino, che cosa ha reso possibile questa rivoluzione all’interno della Chiesa? La risposta più ovvia è che la Chiesa era arrivata a una strada senza uscita. I fedeli se ne stavano andando a frotte, il sacerdozio si stava estinguendo con poche nuove “reclute”, specialmente tra gli ‘europei,’ i laici erano alla disperazione. Un’altra ragione è il cambiamento demografico tra i Cattolici praticanti. C’è anche la solida organizzazione e disciplina dell’Ordine Internazionale Gesuita i cui tentativi di avere il controllo della Chiesa e di esercitare la loro influenza in America Latina, risalgono a secoli fa. (Non per niente i membri dell’Internazionale Comunista si considerano i “Gesuiti rossi.’) Sfondare i muri della parrocchia A queste spiegazioni materiali, vorrei aggiungerne un’altra, meno ovvia: Internet e i media sociali. Invece nel corso dei secoli la gerarchia ha avuto il monopolio della comunicazione, tutto dall’alto verso il basso. Oggi i laici cattolici non sono più isolati, privi di voce e passivi davanti all’immensa ricchezza e influenza della gerarchia. Proprio come i caratteri mobili di Guttenberg hanno contribuito a catalizzare la Riforma protestante nel 16° secolo, rendendo la Bibbia accessibile ai laici, così Internet nel 21° secolo forse ha catalizzato le dimissioni inedite dell’arci-conservatore Papa Benedetto XVI, e il palese nuovo corso di Francesco. Come fa notare il guru di Internet Clay Shirky, “gli strumenti sociali non creano azione collettiva, rimuovono semplicemente gli ostacoli che questa si trova davanti.” [8] Shirky cita l’esempio della campagna tra i Cattolici laici per porre fine agli abusi sessuali dei preti nei confronti dei bambini. E’ iniziata negli anni ’90 quando le vittime hanno cominciato a farsi avanti e gli scandali sono stati rivelati sui giornali come The Boston Globe, ma la gerarchia della Chiesa, guidata dal Cardinal Law (egli stesso colpevole di proteggere i preti pedofili assegnandoli, a rotazione, a parrocchie nuove e ignare), non è stata in grado di schiacciare il movimento delle vittime. Gli istigatori sono stati denunciati tramite la stampa e dal pulpito e banditi dalle strutture della Chiesa, mentre ai gruppi laici è stato proibito di organizzarsi al di fuori della loro locale parrocchia. Tuttavia, 10 anni dopo, il Cardinal Law è stato costretto a dimettersi, con disonore, dopo che gli strumenti di Internet avevano messo in grado le vittime di mettere insieme le loro testimonianze, metterla on line, diffondere le informazioni e organizzarsi a livello nazionale e internazionale. Nel frattempo, la rivolta contro il fatto di coccolare i preti pedofili ha fatto sì che i laici mettessero apertamente in dubbio i dogmi reazionari come il rifiutare la Comunione a cattolici divorziati a gay, lesbiche, bisessuali e trans, e il mantenere il celibato per i sacerdoti. Internet non ha causato questo cambiamento potenzialmente importantissimo, ma i media sociali e la loro portata mondiale, hanno reso possibile la rivolta (che già covava) dei laici cattolici per superare le barriere istituzionali che hanno messo in grado la gerarchia di isolare e dominare i movimenti di membri ordinari per la riforma e il rinnovo. Quello che è impressionante nella rivoluzione di oggi all’interno del Cattolicesimo romano, è l’intersezione di forme ‘orizzontali’ e ‘verticali’ o di organizzazione. Infatti se le connessioni in rete orizzontali su internet hanno dato ai laici cattolici l’opportunità di mettersi insieme e di esprimersi, la cattura di un ‘partito mondiale’ cattolico strutturato in senso verticale da parte delle forze progressiste, apre immense possibilità per la liberazione umana e forse un’occasione per il pianeta di evitare la catastrofe climatica. Le suore vendicate Terminiamo questa storia di speranza con la notizia, diffusa oggi, di un’altra vittoria per i membri ordinari progressisti cattolici: un rapporto del Vaticano che capovolge l’esplicito tentativo di Benedetto XVI di soffocare gli ordini delle suore statunitensi socialmente impegnate, autonome, accusate di predicare il ‘femminismo’ e di difendere la ‘giustizia sociale’. I cattolici in tutto il paese sono stati scioccati e indignati per il tentativo del Vaticano di minacciare le donne che per secoli sono state la spina dorsale di questa chiesa. Migliaia di fedeli cattolici hanno tenuto più di 50 veglie in tutto il paese e più di 57.000 persone hanno firmato una petizione organizzata dal Progetto di giustizia delle suore a loro sostegno. Con queste azioni, i Cattolici hanno chiarito che sono solidali con le suore e con il bel lavoro che fanno tra i poveri e gli emarginati [9]. A iniziare da oggi sono vendicate. Il rapporto si è concluso citando l’invito di Papa Francesco “a creare opportunità ancora più ampie per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa.” [10] Nel frattempo è trapelato oggi che Papa Francesco ha fatto da mediatore dell’accordo tra Obama e Raoul Castro per riprendere le relazioni diplomatiche dopo più di mezzo secolo di sanzioni statunitensi contro Cuba, da tempo condannate dal resto dell’America Latina. Ieri era anche il compleanno del Santo Padre. Buona fortuna, Francesco.! I migliori auguri a tutti 18 dicembre 2014 Note [1] Esagero. I leader mondiali si sono messi formalmente d’accordo che ogni nazione preparerà i propri obiettivi volontari in preparazione al prossimo Vertice sul Clima che si terrà a Parigi il prossimo anno. La conferenza di Lima non è stata quindi un ‘fallimento’, ma un successo (per l’agenda delle grosse aziende). [2] http://www.bbc.com/news/science-environment-30408022 “Un gruppo globale di vescovi cattolici chiede la fine dell’uso di combustibili fossili,” di Matt McGrath, corrispondente per i problemi ambientali, BBC News, Lima. [3] http://thinkprogress.org/climate/2014/12/11/3602596/bishops-end-fossil-fuels/ [4] Per esempio, hanno sostenuto la distribuzione delle terre abbandonate dai proprietari emigrati, mentre i Sandinisti si sono rifiutati di dare titoli legali di proprietà ai contadini poveri che le occupavano, indebolendo quindi la loro popolarità durante la guerra dei Contras. [5]https://richardgreeman.wordpress.com/wpadmin/post.php?post=228&action=edit&message=6&postpost=v2 [6] http://links.org.au/node/4172 “Sfidare la globalizzazione dell’indifferenza: Papa Francesco incontra i movimenti popolari”, di Judith Marshall, 21 Novembre , 2014. [7] Secondo Juan Grabois, che è attivista del Movimento dei Lavoratori Esclusi ed è uno dei coordinatori della Confederazione dei Lavoratori dell’Economia Popolare, in Argentina, citato dalla Marshall nell’articolo citato qui sopra. [8] Clay Shirky, Arrivano tutti qui: il potere di organizzarsi senza organizzazioni. Il giro di vite del Vaticano riguardo alla suore funzionerà? La paura del Vaticano che le tattiche non funzioneranno. [10] http://www.nytimes.com/2014/12/17/us/vatican-report-us-nuns.html?ref=todayspaper Richard Greeman: Studioso marxista a lungo attivo nel campo dei diritti umani, contro la guerra, anti-nucleare, lotte ambientali e del lavoro negli Stati Uniti, in America Latina, Francia e Russia. Greeman è meglio conosciuto per i suoi studi e le traduzioni del romanziere franco-russo e rivoluzionario Victor Serge (1890-1947). Greeman scrive regolarmente anche di politica, di lotte di classe internazionale e teoria rivoluzionaria. Co-fondatore della Praxis Research and Education Center di Mosca, Russia, e direttore della Victor Serge Fondazione Internazionale, Greeman divide il suo tempo tra Montpellier, Francia e New York City. Da: Z Net Lo spirito della resistenza è vivo www.znetitaly.org Fonte: http://zcomm.org/znetarticle/catholicism-the-new-communism
|
|