http://www.greenreport.it/ Le contraddizioni ambientaliste di Marina Silva Il 5 ottobre si svolgerà il primo turno delle elezioni Presidenziali in Brasile. Molto incerto pare il risultato al prevedibile ballottaggio del 26 ottobre tra Dilma Roussef e Marina Silva, il che preoccupa molti nostri amici dei movimenti popolari brasiliani e i principali esponenti della Teologia della Liberazione. Tra loro Leonardo Boff, che nel 2010 proprio a Marina Silva aveva dedicato il suo libro “Cuidar da Terra, proteger a vida. Como evitar a fim do mundo”, definendola “la donna e la politica del nuovo paradigma, che vuole prendersi cura della Terra e salvare la vita umana, specialmente quella dei poveri e degli esclusi”. Nelle ultime interviste rilasciate, Boff ha dichiarato con durezza che Marina Silva ha cambiato lato, ha un progetto neoliberista, visto che sostiene l’autonomia della Banca centrale del Brasile e la privatizzazione di Petrobras, l’industria petrolifera di Stato. Inoltre essa ha mostrato molte contraddizioni: prima condannava i transgenici, ora è tornata indietro, in passato diceva che l’agrobusiness era l’arcinemico del popolo, ora lo difende pubblicamente. Anche Frei Betto ( dal 2003 al 2005 responsabile del programma Fame Zero nel primo governo Lula) dichiara che Marina è sua amica, ma non approva le sue recenti critiche a Cuba sui diritti umani, omettendo di parlare degli “USA, il paese che maggiormente viola i diritti umani nella storia dell’umanità”. E aggiunge che Marina si contorna di persone che hanno scarsa simpatia per i governi popolari democratici dell’America Latina Sia Boff che Betto ( e anche Joao Pedro Stedile, dirigente del MST) hanno dichiarato che voteranno per Dilma, pur continuando ad essere poco teneri con il PT e i suoi governi, in particolare con l’ultimo governo Dilma, neosviluppista. E in Italia come viene presentata sui media la sfida tra Dilma e Marina, che indubbiamente gode del favore di essere considerata l’erede di Chico Mendes ? Un articolo di Omero Ciai su Repubblica del 11 Settembre 2014 titola: “Santa” e ambientalista l’ascesa di Marina, la Obama del Brasile che fa tremare Dilma, mentre “Eva contro Eva” è il titolo del Venerdì di Repubblica del 12 settembre scorso. Titoli folkloristici, contenuti abbozzati. In particolare nell’articolo di Ciai, si afferma che il programma di Marina è neoliberale e si enuncia che le sue contraddizioni principali, da militante evangelica, sono il rifiuto dell’aborto e dei matrimoni gay. Tralasciando la sua presunta “Santità”, ritengo che vadano approfondite alcune contraddizioni ambientaliste di Marina Silva, senza fare caricature e oscurare alcuni suoi pregi in passato. Il 27 Agosto scorso, cosi Marina ha risposto a Patrícia Poeta e William Bonner : “E’ una leggenda che sono contro i transgenici. Ma non è la verità”. Marina Silva dal 2003 è stata ministra dell’Ambiente nel Governo Lula e si è dimessa a maggio 2008, per contrasti sulle politiche in Amazzonia. Non si era dimessa invece il 22 dicembre 2014, il giorno che il Senato brasiliano ha dato il via libera alla coltivazione di soia geneticamente modificata e la compravendita di semi OGM, contrariamente alla misura adottata precedentemente dal governo e smentendo le promesse elettorali dello stesso Lula . Come riporta il Folha de São Paulo del 11.09.2014, Fernando Molica, giornalista di “O Dia”, ha trovato almeno sei interventi della senatrice Marina Silva, tra il 1998 e il 2002, contro i transgenici e anche un progetto di moratoria per almeno 5 anni del loro utilizzo . In uno di questi discorsi, citato sul “blog do Mário Magalhães”, Marina condannava gli OGM sulla base di cinque citazioni bibliche e di un salmo che raccomanda il rispetto dell’integrità dei semi. Ciliegina finale, l’attuale candidato di Marina a VicePresidente è il deputato gaucho Beto Albuquerque, esponente di spicco dell’agrobusiness e noto combattente nel Congresso a favore degli OGM, che ha l’appoggio elettorale e finanziario dell’industria delle armi, che Marina ha sempre combattuto. Siamo certamente nel campo nemico dell’ambientalismo e dell’ecologia, anche se neppure Dilma e il suo governo si sono opposti al dilagare in Brasile delle colture OGM e all’uso di pesticidi correlati, che hanno portato il Brasile a essere il paese col record mondiale del consumo di pesticidi, il 20% del totale con solo il 3% della produzione totale di alimenti. Anche nel caso di un altro progetto voluto da Lula, la Trasposizione del Rio San Francisco (un progetto di 720 Km di canali artificiali, che ha fatto clamore anche per lo sciopero della fame di quasi un mese del Vescovo Don Cappio), Marina non ha preso una posizione “ambientalista”, anzi (Valor Econômico 25.08.2014) ha detto che “ il Nordest brasiliano non è un problema, é la soluzione” e che “la trasposizione del fiume San Francisco aiuterà molto lo sviluppo economico nel Semiarido del NordEst” E infine un’osservazione sulla politica energetica brasiliana, di un Paese che produce la stragrande maggioranza di energia con l’idroelettrico, costruendo migliaia di enormi, grandi e piccole dighe, un po’ di energia con il nucleare, molto etanolo dalla canna da zucchero ad uso benzina, ben poco eolico, quasi nullo il solare, seppure con qualche timido programma di sviluppo. Marina dichiara che (Folha de São Paulo29.08.2014) “bisogna uscire dal Petrolio, ridurre l’estrazione del presal, e privatizzare la corrotta Petrobras, usare altri fonti di energia”, durante un discorso acclamatissimo agli impresari privati dell’etanolo, attaccando la politica di tassazione sulla benzina di Dilma. Mi pare di capire che voglia rilanciare le monoculture di canna o di altre materie prime, cioè terra e acqua, per produrre etanolo come carburante, che non ha tra le sue priorità l’energia solare, pur in un paese con enormi potenzialità come il Brasile: Certo ci sono altre grandi contraddizioni di questa donna che alcuni sostengono sia di destra, la candidata USA, fino a ipotizzare responsabilità della CIA nella morte in volo del candidato Campos, che sicuramente avrebbe perso, una morte che ha aperto la strada a Marina Silva, al suo neoliberismo, al suo progetto “Tutto il potere alle ONG” ecc. Ho preferito limitarmi alle contraddizioni su OGM e pesticidi , sull’uso non sostenibile di acqua e terra, problemi centrali in questa nostra situazione ben difficile, come ci dice ancora Leonardo Boff, il difficile passaggio dell’Umanità dal Tecnozoico all’Ecozoico.
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