Theatlantic - July 31 2014 65 parole causano il fallimento dell’Argentina. Allo scoccare della mezzanotte di ieri, l’Argentina è ufficialmente fallita per 29 miliardi di dollari del valore del debito. E’ l'ottava volta nella sua storia, e la seconda volta in 13 anni, che l'Argentina ha detto ai suoi creditori stranieri che non avrebbe pagato le sue fatture. Ma questa volta è diverso, e piuttosto bizzarro. Quando l’Argentina è fallita l’ultima volta, nel 2001, aveva circa 80 miliardi di dollari del valore del debitoche non poteva restituire. E' stato, in quel momento, il più grande fallimento di debito sovrano di sempre. Questa volta l’Argentina, la terza o quarta più grande economia dell'America Latina, a seconda di chi si pone la domanda, ha avuto i soldi a disposizione per pagare una fattura 539 milioni dovuti entro la fine Mercoledì a mezzanotte. Non potendo onorare il pagamento, ne è risultato che è tecnicamente inadempiente su tutto l’ammontare di 29 miliardi dollari che deve ai creditori internazionali. Tutto questo, a sua volta, è il risultato di come un giudice 83enne ha interpretato le seguenti 65 parole: I titoli costituiranno . . . , obblighi diretti incondizionati, non assicurati e non subordinati della Repubblica che sarà in ogni momento di pari passo e senza alcuna preferenza loro attribuiti. Gli obblighi di pagamento della Repubblica ai sensi dei titoli sono sempre considerati gli stessi con tutti gli altri presenti e futuri non garantiti e non subordinati Indebitamenti Esterni (come definito nel presente Accordo). Quanto sopra, nelle parole di Joseph Cotterill del Financial Times, è "un polveroso pezzo prestampato con più di un secolo di vita e onnipresente negli accordi di debito sovrano. Gli analisti legali a volte si riferiscono ad esso come ad una clausola di equo trattamento, perché suggerisce che un mutuatario deve trattare tutti i suoi creditori ugualmente: se prendo in prestito denaro da Jane e Jack, non posso scegliere di rimborsare Jane e non Jack”. More>
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