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25 Aprile 2014

C’è bisogno di Liberazione…ma c’è chi vieta di cantare “Bella ciao”

Si è festeggiato il 69° anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista, l’anniversario dell’epilogo di una guerra che ha prostrato il nostro Paese ma che ha mostrato su quali animi si fondava. Il fascismo purtroppo non è morto, quella fiamma che divora e distrugge è rimasta accesa dentro tanti italiani. Oggi più che mai è bene rendersi conto che la Liberazione non è “cosa del passato”, ma un continuo bisogno, una continua necessità. E lo vogliamo dire anche al prefetto di Pordenone che aveva vietato di cantare “Bella ciao” durante le celebrazioni.

Il suo no a “Bella Ciao” nel giorno del 25 aprile è diventato un caso italiano. Il prefetto di Pordenone Pierfrancesco Galante in un primo momento aveva vietato di cantare la canzone emblema della lotta di Resistenza “per motivi di ordine pubblico”, ma poi ha cambiato idea e ha affermato che erano caduti i “motivi ostativi”. La decisione iniziale era motivata dalla possibile presenza in piazza di gruppi anarchici. Poi l’ok è arrivato, ma solo perché la canzone fosse eseguita dalla banda unicamente durante il corteo cittadino.

Forse a smuovere le cose è stato l’intervento del senatore Pd Lodovico Sonego, che ha sollecitato il viceministro Bubbico. Il Pd aveva presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano.


Ascolta Bella Ciao cantata dai Modena City Ramblers

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