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19.05.2014

Forte presenza dell'esercito cinese vicino al confine vietnamita
di Joshua Philipp

Il 16 e 17 maggio è stata rilevata una serie di truppe, carri armati, camion, artiglieria e mezzi corazzati dell'esercito cinese dirigersi verso la frontiera, secondo le fotografie scattate da alcuni residenti vicino al confine vietnamita con la Cina.

Alcuni utenti cinesi hanno postato le fotografie del cospicuo movimento dell'Esercito di Liberazione del Popolo, molte delle quali mostrano le truppe cinesi in tenuta da combattimento dirigersi verso la stazione ferroviaria di Chongzuo, insieme ai veicoli militari.

Un utente ha detto che l'esercito cinese stava imbarcandosi sul treno alla stazione di Chongzuo in direzione della città di Pingxiang, che condivide un confine di 96 chilometri con il Vietnam. L'utente ha anche detto che è stato chiuso il passaggio di frontiera di Huu Nghi con il Vietnam.

Una delle foto, scattata dall'interno di un treno passeggeri, mostra l'esercito cinese intento a preparare l'artiglieria per il trasporto. Altre mostrano le truppe cinesi e i veicoli militari in viaggio sulle strade sterrate.

Un'altra fotografia mostra le truppe a piedi sotto l'ingresso di colore rosso del Mercato internazionale dei materiali da costruzione di Longzhou sulla strada provinciale nella città di Chongzuo.

Una ricerca inversa delle immagini utilizzando Google ha riscontrato che le fotografie erano apparse su internet solo recentemente. La maggior parte di queste sono state indicizzate da Google sabato.

Collettivamente le immagini e le testimonianze oculari riferite dal posto rivelano quello che i media taiwanesi stanno definendo un «flusso infinito» di truppe cinesi.

Un utente di nome Zhiyuan0703, ha fatto eco a quello che, sul sito del social media cinese, è un sentimento comune: «Il conflitto tra la Cina e il Vietnam è imminente».

LA CONTROVERSA PIATTAFORMA PETROLIFERA

Il movimento delle truppe deriva dalle crescenti proteste anti-Cina del Vietnam. Sono iniziate la scorsa settimana dopo che la Cnooc, la compagnia petrolifera statale cinese, ha iniziato l'installazione di una piattaforma petrolifera a 120 miglia nautiche dal Vietnam nelle acque vicino alle contese isole Paracel.

Le proteste sono iniziate sabato scorso con circa cento persone nella città di Ho Chi Minh, sono cresciute domenica a oltre mille persone ad Hanoi e in seguito sono degenerate in sommosse. I manifestanti hanno successivamente incendiato le fabbriche di proprietà straniera. Si stima che in un'acciaieria taiwanese siano state uccise 21 persone, tra cui almeno un operaio cinese.

Secondo Xinhua, l'agenzia portavoce ufficiale del regime cinese, in risposta ai disordini, la Cina avrebbe sospeso alcuni progetti per uno scambio bilaterale con il Vietnam, i cui dettagli non sono stati specificati.

La Cina ha evacuato più di tremila dei suoi cittadini dal Vietnam e questa domenica ha annunciato che sta inviando cinque navi per favorire le operazioni di sfollamento. Secondo Xinhua, la Cina ha messo in allarme i propri cittadini intenti a recarsi in Vietnam.

Il rapporto ha aggiunto, citando la dichiarazione di un rappresentante del Ministero degli Esteri che, «la Cina prenderà inoltre in considerazione ulteriori misure in base allo sviluppo della situazione».

La Cina è attualmente coinvolta in conflitti territoriali con quasi tutti i Paesi suoi confinanti. Tuttavia le tensioni si sono fatte particolarmente intense a seguito delle sue rivendicazioni per il territorio conteso nel Mar Cinese Orientale e nel Mar Cinese Meridionale.

LA RISPOSTA DEGLI STATI UNITI

Il 15 maggio il generale Fang Fenghui, capo di stato maggiore dell'esercito cinese, ha parlato con i giornalisti al Pentagono, insieme al generale Martin Dempsey, capo di stato maggiore degli Usa.

Fang ha perso le difese delle trivellazioni petrolifere della Cina nelle acque contese con il Vietnam. Ha anche messo in guardia gli Stati Uniti dal prendere posizione, affermando per mezzo di un traduttore cinese che «vi è la possibilità che queste questioni possano influenzare o disturbare il rapporto tra i due Paesi e due eserciti».

Tuttavia il 15 maggio nel corso di una riunione, Jay Carney, addetto stampa della Casa Bianca, ha ribadito la posizione degli Stati Uniti sulla piattaforma petrolifera.

Ha detto che la piattaforma petrolifera in questione, che il regime cinese ha scortato con «numerose navi del Governo», è un «atto provocatorio che solleva le tensioni nella regione, e con l'aumento delle tensioni si rende più difficile la risoluzione delle rivendicazioni per il territorio conteso in modo da favorire la pace e la stabilità nella regione».

Carney ha dichiarato che gli Stati Uniti non prendono posizione sulle rivendicazioni territoriali, ma «prendiamo una posizione sul comportamento dei richiedenti che devono risolvere le loro controversie in modo pacifico, senza intimidazioni, senza coercizione e in conformità con il diritto internazionale».

Per quanto riguarda la piattaforma petrolifera e le tensioni che ne sono derivate, Carney ha detto: «Riteniamo questo atto come provocatorio e lo consideriamo compromettente riguardo l'obiettivo che condividiamo, ovvero una risoluzione pacifica di queste controversie e la stabilità generale della regione».

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