http://www.statopotenza.eu Cosa sta succedendo tra Cina e Vietnam? In questi giorni si stanno registrando forti tensioni fra la Cina ed il Vietnam, che agli occhi d’un osservatore occidentale potrebbero apparire come inspiegabili. Certo, tra i due paesi c’è una tradizionale rivalità, che s’è esacerbata nella presa cinese delle isole Paracel e Spratly nel 1974 e nel conflitto del 1978, in parte conseguenza dell’intervento vietnamita in Cambogia avvenuto nello stesso anno; ma al contempo ci sono pure molti elementi storici e culturali che li legano, risalenti alle epoche più remote, e che hanno propiziato la forte integrazione avvenuta su basi di reciprocità delle loro economie in tempi più recenti. Insomma, luci ed ombre. Probabilmente, per meglio comprendere gli ultimi sviluppi dei rapporti sino vietnamiti, è il caso d’analizzare l’evoluzione recentemente subita dalla politica interna vietnamita. Pur senza mettere in discussione i forti e crescenti legami con la Cina popolare, che ad Hanoi hanno tutto l’interesse a coltivare e tutelare, va comunque sottolineato come da anni sia in corso una certa qual “normalizzazione” dei rapporti con gli Stati Uniti, l’antico nemico con cui oggi il Vietnam sta conoscendo sempre più importanti interscambi economici, commerciali e culturali. Ed è infatti notizia d’oggi, 23 maggio, che il Vietnam riprenderà la collaborazione con gli Stati Uniti nel settore del gas e del petrolio; ciò proprio mentre il paese sta attuando un braccio di ferro con la Cina sulla questione della piattaforma cinese Haiyan Shiyou-981, situata nella cosiddetta “Zona Economica Esclusiva” di pertinenza vietnamita. Ieri, 22 maggio, una delegazione della statunitense Exxon Mobil è stata ricevuta dal presidente Sang, che ha colto l’occasione per sottolineare l’importante supporto del governo americano per la partecipazione del Vietnam all’accordo sulla Partnership Trans Pacifica (TPP). PetroVietnam, insomma, guarda a Washington insieme a buona parte del mondo degli affari vietnamita. (1) Nel frattempo, sempre a proposito della piattaforma cinese e delle isole contese, il primo ministro vietnamita Dung in visita nelle Filippine afferma che il Vietnam valuterà ogni iniziativa legale per difendere la propria sovranità e i propri interessi nazionali. E lo fa, come già detto, in quella che può essere a buon diritto considerato come uno dei principali “protettorati” statunitensi nell’area del Pacifico, a Manila, in occasione del Forum Economico Mondiale dell’Asia Orientale. Tuttavia precisa che si tratterà solo d’azioni legali, dal momento che l’uso della forza non sarà minimamente preso in considerazione: il paese ha subito e sofferte troppe guerre, nella sua storia recente e contemporanea, per desiderarne altre ancora. Sempre per questo motivo, il Vietnam non prenderà parte ad alcuna alleanza militare in funzione anticinese: a dimostrazione che, malgrado gli odierni dissapori, i rapporti tra i due paesi non sono comunque irreparabilmente compromessi e tutto può essere salvato. Ci sarà, assicura Dung, solo una petizione con cui il Vietnam, nel pieno rispetto del diritto internazionale, difenderà di fronte a Pechino le proprie ragioni. (2) Ma come hanno reagito i cinesi alle parole del primo ministro Dung? Il ministero degli esteri cinese ha parlato espressamente di “accuse irresponsabili”, sostenendo come la responsabilità delle odierne tensioni tra Hanoi e Pechino ricada interamente sulla prima, colpevole, tra l’altro, d’aver pure consentito “rivolte di massa contro gli interessi e il personale cinese” nel proprio territorio. (3) Sempre attraverso il giornale cinese “Global Times” (4) il portavoce del ministero degli esteri Hong chiede al Vietnam di “fermare le interferenze” nelle “legittime operazioni” condotte in mare dalla Cina. Tutto lascia sperare che, pur senza una rapida soluzione, la “crisi” sino vietnamita presto si sgonfierà riconducendo i rapporti tra i due paesi entro i limiti della normalità. Ma è certo che l’accrescersi dei rapporti tra Vietnam e Stati Uniti e la crescente tensione tra quest’ultimi e la Cina sta avendo delle negative ripercussioni anche nei rapporti tra Pechino ed Hanoi. Note 1. Dangcongsan 2. Dangcongsan 3. CNTV 4. Global Times
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