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South China Morning Post
Tuesday, 21 October, 2014

La rivista di Al-Qaeda chiede che lo Xinjiang sia incluso nel califfato islamico
di James Griffiths

Una nuova rivista in lingua inglese pubblicata da al-Qaeda descrive l’irrequietezza della regione dello Xinjiang in Cina come una terra musulmana occupata da includere nell'influenza del Califfato islamico.

Prodotta dall’ala mediatica dell'organizzazione jihadista As-Sahab, le 117 pagine debuttano con il Risorgimento, includendo anche una occhiello dal titolo "Lo sapevate? 10 fatti a proposito del Turkestan orientale", riferendosi al nome dello Xinjiang usato da coloro che sostengono l'indipendenza dalla Cina.

Mentre gran parte di questo articolo è inesatto, quando afferma, per esempio, che insegnare il Corano è illegale in Cina (l'Islam è una delle cinque religioni ufficiali riconosciute del paese), mostra come le azioni della Cina nella regione, come ad esempio incoraggiare la migrazione di cinesi Han nello Xinjiang, i limiti posti sull’ambito religioso, confermino, per le organizzazioni jihadiste, la loro convinzione che i musulmani sono in pericolo.

Al Qaeda non è l'unica organizzazione jihadista che ha espresso interesse per la situazione dei musulmani nello Xinjiang. Nel mese di luglio, Abu Bakr al-Baghdadi, il califfo del sedicente Stato islamico, noto anche come ISIS o ISIL, ha parlato dei diritti dei musulmani che vengono forzatamente sequestrati in Cina, in un invito ai musulmani di tutto il mondo a giurare fedeltà a lui.

"I vostri fratelli di tutto il mondo sono in attesa per il vostro soccorso, e stanno anticipando le vostre brigate", ha detto Baghdadi ai suoi seguaci.

"Negli ultimi anni le organizzazioni jihadiste hanno espresso interesse per la presunta oppressione nello Xinjiang uiguro da parte dei cinesi Han" Ahmed Hashim, un esperto di terrorismo e professore associato di studi internazionali alla Nanyang Technological University di Singapore, ha detto al South China Morning Post. "La Cina è vista come un potere oppressivo che cresce in forza …. Il contatto tra separatisti uiguri e jihadisti è piuttosto limitato, ma è sempre più facilitato dai jihadisti uzbeki in questi ultimi anni nelle regioni remote del Pakistan", ha detto.

La Cina ha sostenuto a lungo che i gruppi separatisti dello Xinjiang hanno legami con organizzazioni jihadiste straniere. Dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre a New York e Washington, Pechino ha fatto pressioni perchè il Movimento islamico del Turkestan Est (ETIM) ad essere iscritti nella lista antiterrorismo degli Stati Uniti.


South China Morning Post
Tuesday, 21 October, 2014

Al-Qaeda magazine calls for Xinjiang to be ‘recovered by the Islamic Caliphate’
by James Griffiths

A new English-language magazine released by al-Qaeda describes China’s restive Xinjiang region as an “occupied Muslim land” to be “recovered [into] the shade of the Islamic Caliphate”.

Produced by the jihadist organisation’s As-Sahab media wing, the 117-page debut issue of Resurgence includes a feature titled “Did You Know? 10 Facts About East Turkistan,” referring to the name for Xinjiang used by those who advocate independence from China.

While much of the article is inaccurate – it claims, for example, that teaching the Quran is illegal in China (Islam is one of the country’s five recognised official religions) – it shows how China’s actions in the region, such as encouraging the migration of Han Chinese into Xinjiang and restricting religious dress, are being used by jihadist organisations to confirm their belief that Muslims are under threat.

Al-Qaeda is not the only jihadist organisation which has expressed an interest in the situation of Muslims in Xinjiang. In July, Abu Bakr al-Baghdadi, the self-styled caliph of the Islamic State, also known as ISIS or ISIL, spoke of Muslim rights being “forcibly seized” in China in a call for Muslims around the world to pledge allegiance to him.

“Your brothers all over the world are waiting for your rescue, and are anticipating your brigades,” Baghdadi told his followers.

“In recent years [jihadist organisations] have expressed an interest in the alleged oppression of Xinjiang Uygurs by the Han Chinese,” Ahmed Hashim, a terrorism expert and associate international studies professor at Singapore’s Nanyang Technological University, told the South China Morning Post. “China is being seen as an oppressive power as it grows in strength.”

“The contact between Uygur separatists and jihadists has been rather limited but is increasingly facilitated by Uzbek jihadists in recent years in remote regions of Pakistan,” he said.

China has long maintained that separatist groups in Xinjiang have links to foreign jihadist organisations. After the September 11 terrorist attacks on New York and Washington, Beijing lobbied for the East Turkestan Islamic Movement (ETIM) to be placed on the United States’ terrorist watch list.

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