L'Huffington Post
Hong Kong, storia del 17enne attivista-prodigio che sfida l'impero di Pechino. Chi è Joshua Wong A lui non piace essere raccontato come un’icona, perché crede che i movimenti di massa si corrompano quando si dà troppo spazio a una personalità singola. Eppure la sua figura per una serie di caratteristiche cattura necessariamente l’attenzione dei media: un 17enne con gli occhiali, magro come un chiodo, che minaccia l’impero comunista cinese… come non invaghirsene? È così che si presenta Joshua Wong, teenager di Hong Kong e leader suo malgrado del movimento studentesco Scholarism, protagonista assieme ai “grandi” di Occupy Central delle proteste contro le limitazioni alle libertà politiche imposte da Pechino. In queste ore sono proprio loro, gli studenti, a spingere di più nel braccio di ferro con le autorità. La Federazione degli studenti di Hong Kong, infatti, ha chiesto al governatore filocinese Leung Chun-ying di accordare ai manifestanti un incontro entro la mezzanotte di oggi ora locale, minacciando azioni di protesta ancora più ampie se non accetterà. "Se Leung Chun-ying non viene fuori nella piazza civica prima di mezzanotte credo sia inevitabile che ancora più persone scenderanno per le strade", ha detto Alex Chow, 24 anni, segretario generale della Federazione. Gli studenti stanno valutando diverse opzioni di azioni da intraprendere nel caso in cui il governatore non dovesse rispettare la scadenza. Tra le possibilità ci sono anche quella di chiedere uno sciopero dei lavoratori e l'ipotesi di occupare un edificio del governo. Le manifestazioni sono cominciate una settimana fa, quando alcuni studenti universitari e di scuola superiore hanno boicottato le lezioni per chiedere all'amministrazione locale riforme e il ritiro della richiesta di Pechino di controllare i candidati nelle prossime elezioni del 2017. Domenica agli studenti si è unito il movimento di disobbedienza civile 'Occupy Central', determinato nella richiesta che l'elezione del governatore di Hong Kong avvenga senza alcuna interferenza di Pechino. La polizia, dopo avere usato il pugno duro nel fine settimana con lancio di lacrimogeni e uso di spray al peperoncino contro le decine di migliaia di manifestanti in piazza, da ieri ha cambiato strategia scegliendo un approccio meno aggressivo. Wong è stato tra i primi a essere arrestati la settimana scorsa. La stampa di Pechino lo descrive come “una superstar politica” coltivata da forse insidiose, vale a dire gli Stati Uniti. La sua storia politica, però, non nasce dall’oggi al domani, anche se può sembrare strano, considerando la sua giovane età. Politicamente, nasce come una sorta di No-Tav: la sua prima campagna, infatti, risale addirittura a tre anni fa, con le proteste contro una linea ferroviaria ad alta velocità che dovrebbe collegare Hong Kong alla Cina continentale. Poi, nel 2011, Wong si ritrova a capo di Scholarism, movimento studentesco che con le sue proteste è riuscito a fermare il piano con cui il governo cinese voleva imporre la sua influenza pro-comunista sulle scuole di Hong Kong. Malgrado i tentativi di Pechino di offuscare il movimento (anche bloccandone l’accesso ai social network), Scholarism ha avuto la meglio: è riuscito a coinvolgere nelle manifestazioni oltre 120mila persone, organizzare scioperi della fame e occupare uffici governativi, costringendo Pechino a fare marcia indietro. Da quella esperienza spiega Wong, citato dal Washington Post “ho capito che le proteste dei giovani possono cambiare decisioni importanti prese da posizioni influenti”. E così Scholarism ha aderito alle proteste organizzate da Occupy Central, il movimento politico pandemocratico finanziato dal magnate dei media anti Pechino Jimmy Lai. Studenti, professori, lavoratori e cittadini comuni si sono così uniti nella cosiddetta #UmbrellaRevolution, che dopo settimane di preparazione ha assunto ora i caratteri di una vera e propria rivolta. La richiesta è che Pechino mantenga le promesse su una piena democrazia e un voto libero e che modifichi i meccanismi elettorali in vista delle elezioni del governatore di Hong Kong programmate nel 2017. La Cina, alla quale il Regno Unito ha restituito Hong Kong nel 1997, ha annunciato che il futuro capo dell'esecutivo locale sarà sì eletto a suffragio universale nel 2017, ma che solo due o tre candidati, selezionati da un comitato, potranno presentarsi alle elezioni. La campagna di disobbedienza civile ha raccolto 13.000 studenti in un campus a nord di Hong Kong, secondo gli organizzatori. “Cinque anni fa, agli studenti di Hong Kong non interessava la politica”, spiega ancora Wong. “La mia vita è molto più della politica e dell’attivismo”, riflette il 17enne, che però ha già capito che dalla politica intesa come impegno e partecipazione dipende la qualità più preziosa della vita: la libertà. Leggi anche: Protesta di Hong Kong: se Joshua Wong ha diciassette anni. Il blog di Mauro Leonardi
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