http://www.huffingtonpost.it Se Joshua Wong ha diciassette anni
Mi chiedo se chi governa in Cina ha mai visto un adolescente. Perché, soprattutto se sei stato tu a non mantenere le promesse, i giovani non si fermano, non li plachi, non ci ragioni. Brutta storia per Pechino questa protesta. Parte male perché Joshua Wong, il leader, ha diciassette anni e un diciassettenne, qualsiasi cosa fa, grande o piccola, la compie, la rende epica. Se s'innamora diventa l'Amore. Se studia diventa il Genio. Se non studia, si fa cacciare dalla scuola. Se gli stai antipatico, ti odia. Dopo la scuola media sai che la vita ti aspetta tutta intera e tu le vuoi dare tutto te stesso: vuoi vivere, per questo muori per lei. Se a un giovane prometti che nel 2017 avrà elezioni libere, poi devi mantenerlo: lui sa che le questioni di parola mantenuta, di libertà, sono quelle importanti, vitali. E anche un adulto dovrebbe saperlo. Ma, se non lo sa, un giovane si organizza e glielo ricorda. A modo suo. Nessuna lettera, nessun proclama, nessuna garbata protesta formale. Scende in piazza e si riprende la libertà. C'è una foto che più di tutte dovrebbe mettere paura al governo cinese, è quella di loro con gli ombrelli che si difendono dai gas urticanti. Fa capire che non sono terroristi, violenti che scendono in piazza armati di pistole, bombe a mano, molotov, spranghe, sassi, bastoni. Sono giovani, giovanissimi, che hanno da sostenere l'unica causa per cui scendi in piazza anche se sei a mani nude: armato, cioè, solo di cuore, rabbia e voglia di libertà. Teniamolo a mente. Fermiamoci ad ascoltare. Quando un paese vuole sapere se sta andando per la strada giusta, il vero navigatore sono i giovani. È sempre stato così, prendiamo noi dal '68 ad oggi. Se scendono in piazza loro, vuol dire che è stata imboccata la strada sbagliata. Hanno vista e cuore buoni, sani, lucidi. Guardano e sentono più lontano degli altri. Se tu dici che nel 2017 ci saranno libere elezioni, loro aspettano. Se nell'agosto 2014 ti rimangi tutto, loro non aspettano. Se gli cambi le carte in tavola, se imbrogli, loro si organizzano per scendere in piazza. A Hong Kong lo stanno capendo: anziani e docenti e gente di tutte le età sta unendosi a loro. Riflettiamo. Magari i giovani di Hong Kong ci stanno dicendo che l'Italia si rialzerà solo quando i nostri giovani scenderanno in piazza perché il 40% di loro è disoccupato, perché nessuna università italiana è nel ranking internazionale, perché il 3% che Bruxelles ci impone soffoca l'Italia ma Francia e Germania non lo rispettano. Finora in Italia c'è ancora chi pensa che un adolescente sa solo organizzare il sabato sera. I giovani cinesi dimostrano che un giovane a cui togli la vita, la libertà, la parola data, diventa organizzato ed efficiente e lui, che non ha mai rimesso a posto la sua stanza, ti pulisce la città con la raccolta differenziata mentre te la occupa. Grandiosi.
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