http://serenoregis.org Come un gruppo di pace latinamericano ha saputo perseverare per 40 anni Blas Garcia Noriega è un ometto con gli occhiali, ponderato e vivace, specialmente quando parla delle sue attività con il Servicio Paz y Justicia, o SERPAJ. Fondato 40 anni fa a Medellin, Colombia, il SERPAJ promuove resistenza nonviolenta e risoluzione pacifica dei conflitti in tutta l’America Latina. “Il SERPAJ non è una ONG, ma un movimento sociale” ha detto Garcia. “Facciamo grandi cose con poche risorse”. In parole come queste, è possibile udire le sfide di questo genere di lavoro e l’orgoglio che egli prova nel farlo. Attivisti per la pace come Garcia contrari a ogni forma di violenza che sia dello stato, dei guerriglieri, dei mercanti di droga o di altre milizie sono presi di mira da molti gruppi armati in Colombia. Fra gli sforzi sostenuti da SERPAJ c’è il “Progetto Alternativa alla Violenza”, che opera rivolgendosi a ogni forma di violenza personale ed è in corso di attuazione globale, specialmente da parte dei Quaccheri. Ovunque operi, tuttavia, si considerano sempre gli ambienti culturali e politici della gente con cui si lavora. “Ovviamente queste persone prima non hanno mai sentito parlare di Gandhi o Martin Luther King”, ha detto Garcia con un sorriso, riferendosi al fatto che molti sono troppo poveri per aver ricevuto un’ adeguata istruzione. “Ma conoscono l’ambiente spirituale della nonviolenza, l’unità e l’uguaglianza delle persone e l’armonia con la natura. Dunque, non è che noi insegniamo loro, bensì impariamo da loro”. La violenza è uno strumento usato a ogni livello della società e crea traumi nelle vittime e nei colpevoli alla stessa stregua. “Questa è la ragione per cui lavoriamo con tutti loro” ha detto Garcia “e andiamo anche nelle prigioni per guarire i colpevoli”. Collegare la vita personale alla vita politica Per il SERPAJ, i mezzi nonviolenti di risoluzione dei conflitti sono non solo importanti per la vita personale, ma i più efficaci per resistere alla repressione politica ed economica. “Abbiamo imparato da Jean Goss e Hildgard Goss-Mayr [dell’International Fellowship of Reconciliation], dai teologi della liberazione e da molti movimenti indigeni e campesinos che solo la resistenza nonviolenta potrebbe portare a un futuro migliore per la popolazione” ha detto Ana Juanche, una coordinatrice per il SERPAJ. “Goss-Mayr ci ha detto che le attività rivoluzionarie devono essere nonviolente per rompere la spirale di violenza, di reazione e contro-reazione”. D’altronde, secondo la Juanche le esperienze dei movimenti sociali nei confronti del potere politico hanno mostrato alla gente che non può fidarsi dei politici, neppure quando siano scaturiti da movimenti sociali, come i governi del Brasile o della Bolivia. Ci si deve sempre impegnare nella difficile opera di cambiare se stessi e la propria società. “La nonviolenza è un modo di vivere, non solo uno strumento” ha dichiarato Garcia. Ci vuole molto tempo per imparare a usare mezzi nonviolenti con i quali trattare i conflitti e superare i traumi, la sfiducia e i sentimenti di colpa. In città come Medellin, quasi tutti vivono in dure condizioni e lottano per sopravvivere. La sfiducia è conseguenza della criminalità e un innesco per una violenza continuativa. “Dobbiamo rompere questo circolo” ha detto Garcia. “Costruire fiducia in se stessi e negli altri è il primo passo che intraprendiamo nel nostro addestramento base”. Operare contro la violenza di solito comporta parlare di esperienze personali di influenze delle famiglie e dei gruppi di pari e di ingiustizia sociale che sovente è la causa radicale della violenza. Quel che è importante è condividere storie così da non sentirsi soli e riconoscere che ci si può connettere ad altri con analoghe esperienze. E condividere esperienze personal significa rompere la sfiducia negli altri e creare un senso di comunità. Guarire i traumi Benché i seminari del SERPAJ trattino di esperienze molto serie ed emotive, hanno i loro elementi di gioia e senso d’intimità. “Lavoriamo con esercizi di gruppo e nella costruzione della fiducia” ha spiegato Garcia. “E usiamo elementi del Teatro dell’ Oppreso di Augusto Boal. Sciogliersi è importante per calarsi nello stato d’animo atto a condividere storie personali”. Nella vita quotidiana la comunicazione è fondamentale per prevenire conflitti violenti. Perciò imparare i risultati non intenzionali di certe forme di comunicazione verbale o non-verbale è uno strumento necessario. Il passo successivo durante i seminari riguarda questo bisogno concentrandosi sulla guarigione dai traumi. “Qui le vittime trattano i traumi causati dalla violenza, ma i colpevoli si trovano anche a confrontarsi con le storie delle vittime” ha detto Garcia. I colpevoli non vengono biasimati, bensì invitati a porsi nelle storie delle vittime, e poi a spiegare perché abbiano agito violentemente verso gli altri. “Di solito, alla fine del workshop, c’è un rituale di remissione fra le persone e un giuramento a trattare gli altri con rispetto. Non si cambia la società se non si è cambiato se stessi e i propri atteggiamenti e modalità comunicative”. Azione politica creativa Gli attivisti come Garcia sono non solo impegnati nei seminari, ma anche nello svolgere esplicitamente lavoro politico, come ha vividamente raccontato a proposito delle attività creative contro la militarizzazione a Medellin. Quando i militari colombiani fanno le loro marce regolari il 20 luglio, giorno dell’indipendenza nazionale, il SERPAJ e altri gruppi attivi contro il militarismo organizzano la propria “Marcia per la Vita” con musica, danza e burattini contro la coscrizione e il reclutamento forzato dei giovani. Hanno usato forme di teatro nella metropolitana di Medellin per iniziare discussioni sulla violenza o sul militarismo. Il SERPAJ Colombia ha sostenuto gli obiettori di coscienza e le comunità di pace di San José Apartadó, che si battono per il diritto di non essere coinvolti nella guerra da un qualsiasi gruppo armato. Offre inoltre seminari sull’azione nonviolenta, segue i processi di pace e le dimostrazioni per evitare che sfocino nella violenza, ed è impegnato nell’educazione alla pace. Com’è cambiata l’America Latina Dal tempo delle transizioni alla democrazia e dell’elezione di presidenti di sinistra un po’ in tutta l’America del Sud, la regione pare esser migliorata, ha spiegato Patricio Labra Guzmán del Cile, coordinatore SERPAJ America Latina. Ma le dittature hanno costretto i paesi ad attuare politiche economiche neoliberiste, che molti di questi governi progressisti hanno ampiamente continuato. “La Coppa del Mondo in Brasile ne è il miglior esempio” ha detto Guzmán, “miliardi di dollari sono andati a una FIFA corrotta e alle multinazionali”. D’altronde i conflitti sociali e per la terra sono intensi, specialmente in Paraguay. Nel 2012, comunità indigene a Curuguaty sono state estromesse a forza dalle proprie terre ancestrali perché un’azienda agro-industriale ha preteso le terre per sé. Durante tale sfratto furono uccise undici manifestanti e sei poliziotti. Alcuni piccoli agricoltori sono entrati in sciopero della fame nel dicembre 2012, dopo essere stati arrestati e presumibilmente torturati dalla polizia. Nel febbraio 2014, con le loro cause legali non ancora concluse, cinque contadini accusati di partecipazione agli scontri letali del 2012, iniziarono un altro sciopero della fame in prigione. “Li abbiamo sostenuti, perché in uno stato d’ingiustizia si potrebbe aver bisogno di un’azione estrema e dolorosa per arrivare a una vita dignitosa e alla libertà” ha detto Labra. Il 13 aprile hanno terminato il loro sciopero della fame di 58 giorni, dopo essere stati trasferiti agli arresti domiciliari. Mentre questo ha segnato un piccolo successo, si è conseguita una vittoria anche più significativa nel giugno 2014, allorché il presidente del Paraguay ha restituito oltre 34.000 acri di terra ancestrale alla comunità indigena Sawhoyamaxa dopo una decisione positiva in entrambe le camere del parlamento in seguito a un conflitto durato molti anni. “Ci sono passi avanti e passi indietro nella politica latino-americana” ha concluso Labra. Titolo originale: How one Latin American peace group has persevered over 40 years http://wagingnonviolence.org/feature/40-years-serpaj-continues-peace-work-throughout-latin-america/
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