Fonte: Paul Craig Roberts
Le prospettive per l’anno nuovo Cari lettori: il conflitto fatto cominciare da Washington tra l’Occidente e Russia/Cina è spericolato e irresponsabile. Potrebbe provocare la guerra nucleare, alla quale in effetti Washington si sta preparando fin dal regime di George W. Bush. Washington ha modificato la dottrina bellica statunitense così da poter cominciare il conflitto con un primo attacco nucleare. Si è ritirata dal trattato ABM per costruire e schierare missili anti-balistici mirati a impedire il contrattacco contro gli USA. E’ impegnata ad aumentare le forze ai confini russi e sta demonizzando il governo russo con accuse false. Mentre i regimi di Bush e Obama smantellavano le salvaguardie istituite per minimizzare il rischio di guerra nucleare, nessuna protesta arrivava dall’opinione pubblica americana o dai media. Anche i vassalli europei di Washington sono rimasti zitti. La corsa di Washington all’egemonia mondiale ha portato al mondo la follia nucleare. Mosca e Pechino capiscono di esserne i bersagli. Come spiegato da Larchmonter, Russia e Cina stanno riunendo le loro capacità economiche e militari per proteggersi dall’attacco di Washington La demonizzazione di Saddam Hussein, Gheddafi e Assad è stata il preludio agli attacchi militari contro Iraq, Libia e Siria. Visti i precedenti, è ragionevole pensare che la demonizzazione di Putin sia il preludio all’attacco statunitense. Ma la Russia non è l’Iraq, la Libia o la Siria. La dottrina bellica russa contempla l’uso di armi nucleari in risposta a un attacco nucleare o convenzionale contro la Russia. Il fatto che il mondo resti in silenzio mentre l’arroganza di Washington provoca l’armageddon è sintomo di fallimento politico totale. Dove sono le voci a salvaguardia dell’umanità? Washington ha deciso che il 2015 sarà un anno di conflitto, forse anche intenso. La causa del conflitto, in preparazione da tempo, è Washington. La Russia era troppo debole per reagire quando il regime di Clinton spinse la NATO fino ai confini russi e attaccò illegalmente la Yugoslavia, spezzettandola in piccoli paesi facilmente controllabili. La Russia era troppo debole per reagire anche quando il regime di George W. Bush si ritirò dal trattato ABM e cominciò a schierare basi anti-missilistiche ai confini russi, fingendo che servissero a proteggere l’Europa da inesistenti testate atomiche iraniane. Mosca tuttavia comprese che lo scopo era di indebolire il deterrente nucleare della Russia e di renderla quindi più propensa a cedere la sua sovranità. Nell’estate del 2008, la potenza russa era ritornata. Su ordine di Washington, all’alba dell’8 agosto l’esercito georgiano addestrato e armato dagli USA attaccò la repubblica separatista dell’Ossezia del Sud, uccidendo le truppe di pace russe e la popolazione civile. Unità dell’esercito russo risposero immediatamente, e in poche ore l’esercito georgiano fu liquidato. In quel momento la Georgia si trovava di nuovo in mano russa, com’era stata nel 19° e 20° secolo. Putin avrebbe dovuto impiccare Saakashvili, il fantoccio americano installato da Washington con la “Rivoluzione delle rose”, e riannettere la Georgia nella Federazione Russa. Invece, commettendo un errore strategico, la Russia si ritirò, lasciando il burattino di Washington al potere a causare futuri guai. Washington sta spingendo forte per includere la Georgia nella NATO e aprire così ulteriori basi militari USA ai confini russi. A quel tempo, tuttavia, Mosca credeva che l’Europa fosse più indipendente da Washington di quanto fosse realmente, e contava sui buoni rapporti diplomatici con l’Europa per tenere le basi americane fuori dalla Georgia. Oggi il governo russo non si fa più alcuna illusione che l’Europa sia capace di una politica estera indipendente. Il presidente Putin ha dichiarato pubblicamente che la Russia ha imparato che la diplomazia con l’Europa è inutile, in quanto i politici europei rappresentano gli interessi di Washington e non quelli dei loro paesi. Il ministro degli esteri Lavrov ha recentemente riconosciuto che lo status di vassalli dei paesi europei chiaramente impedisce alla buona volontà russa di ottenere risultati diplomatici. Svanita l’illusione che la diplomazia possa raggiungere soluzioni pacifiche con l’Occidente, è arrivato il realismo, rinforzato dalla demonizzazione di Putin da parte di Washington e dei suoi stati vassalli. Hillary Clinton ha chiamato Putin “il nuovo Hitler”. Mentre Washington annette ex costituenti degli imperi russo e sovietico nel proprio impero e bombarda 7 paesi, essa afferma che Putin è aggressivo e intende ricostituire l’impero sovietico. Washington arma il regime assassino installato da Obama in Ucraina, incolpando erroneamente Putin di aver invaso e annesso province ucraine. Tutte queste lampanti menzogne vengono ripetute in continuazione dalla prostitute mediatiche occidentali. Ogni sforzo diplomatico della Russia è stato bloccato da Washington, perciò la Russia è stata costretta dal realismo ad aggiornare la sua dottrina militare. La nuova dottrina approvata il 26 dicembre afferma che gli USA e la NATO costituiscono una grave minaccia militare all’esistenza della Russia come paese sovrano e indipendente. Il documento russo cita la dottrina bellica statunitense dell’attacco nucleare preventivo, dei missili anti-balistici, dell’incremento delle forze NATO e del tentativo di militarizzare lo spazio come una chiara indicazione che Washington si sta preparando ad attaccare la Russia. Washington sta portando avanti anche la guerra economica e politica, cercando di destabilizzare l’economia con le sanzioni e gli attacchi al rublo. Il documento russo riconosce che il paese deve fronteggiare la minacce occidentali di cambio regime attraverso “azioni mirate al cambiamento violento dell’ordine costituzionale, destabilizzazione dell’ambiente politico e sociale e disorganizzazione degli organi governativi, civili, militari e dell’infrastruttura informativa.” Le ONG finanziate dagli stranieri e i media russi di proprietà straniera sono strumenti di destabilizzazione nelle mani di Washington. La spericolata politica di aggressione americana contro la Russia ha risuscitato la corsa agli armamenti. La Russia sta sviluppando due nuovi sistemi ICBM e nel 2016 schiererà un sistema difensivo che neutralizzerà lo scudo anti-missile statunitense. In breve, i malvagi guerrafondai che governano a Washington hanno messo il mondo sulla strada dell’armageddon nucleare. Entrambi i governi russo e cinese capiscono che la loro esistenza è minacciata dalle ambizioni egemoniche di Washington. Larchmonter riporta che, per impedire la loro marginalizzazione, i due governi hanno deciso di unificare le loro economie e di congiungere i comandi militari. Russia e Cina si muovono perciò insieme sul fronte economico e militare. L’unione dell’Orso con il Drago riduce il folle sogno neo-con del “secolo americano” a pericoloso nonsenso. Come scrive Larchmonter, “USA e NATO avrebbero bisogno dell’arcangelo Michele per sconfiggere Cina e Russia, e pare proprio che l’arcangelo Michele sia dalla parte dell’Orso e della sua cultura ortodossa. Non esiste arma, strategia, tattica concepibile nel prossimo futuro che possa danneggiare queste economie emergenti che sono ora una coppia.” Larchmonter vede speranza nella nuova geopolitica prodotta dall’unione di Russia e Cina. Non lo metto in discussione, ma se gli arroganti neo-con si rendono conto che la loro politica egemonica ha creato un avversario che non possono vincere, spingeranno per un attacco nucleare preventivo prima che il comando unificato sino-russo sia pienamente operativo. Per prevenire un attacco a sorpresa, Russia e Cina dovrebbero operare in piena allerta nucleare. L’economia statunitense (o meglio l’intera economia occidentale dal Giappone all’Europa) è un castello di carte. Da quando è cominciato il declino economico 7 anni fa, l’intera politica occidentale è stata deviata per supportare una manciata di banche troppo grosse, il debito sovrano e il dollaro USA. Di conseguenza si sono deteriorate le stesse economie e la capacità delle popolazioni di resistere. I mercati finanziari sono basati sulla manipolazione, non sui fondamentali. La manipolazione è insostenibile. Con il debito che esplode, tassi di interesse negativi non hanno alcun senso. Con i salari reali, il credito al consumo reale e le vendite al dettaglio reali che sono stagnanti o in calo, la borsa valori è una bolla. Con Russia, Cina e altri paesi che stanno abbandonando il dollaro per le transazioni internazionali, con la Russia che sta sviluppando un’alternativa alla rete SWIFT, i BRICS che stanno stanno sviluppando alternative al FMI e alla Banca Mondiale, e con altre parti del mondo che stanno sviluppando le proprie carte di credito e sistemi internet, il dollaro USA, insieme alle valute giapponese ed europea che vengono stampate per supportare il valore di cambio del dollaro, potrebbe subire un drastico calo nel valore di cambio, calo che danneggerebbe il mondo occidentale dipendente dalle importazioni. La mia opinione è che i russi e i cinesi ci hanno messo troppo tempo per capire il male che controlla Washington. Entrambi i paesi sono quindi a rischio di attacco nucleare prima che le loro difese congiunte siano operative. Visto che l’economia occidentale è un castello di carte, Russia e Cina potrebbero farla collassare prima che i neo-con portino il mondo alla guerra. Visto che l’aggressione di Washington a entrambi i paesi è chiara come il sole, Russia e Cina hanno tutto il diritto di intraprendere le seguenti misure difensive: Poiché USA e UE stanno conducendo una guerra economica contro la Russia, la Russia potrebbe affermare che l’Occidente le sta rendendo impossibile ripagare i prestiti alle banche europee. Se questo non bastasse a far crollare le scarsamente-capitalizzate banche europee, la Russia potrebbe annunciare che, siccome la sua dottrina militare ora riconosce ufficialmente i paesi NATO come nemici, la Russia non può più supportare l’aggressione contro se stessa vendendo il gas ai paesi NATO. Nel caso la conseguente chiusura di gran parte delle industrie europee, i tassi di disoccupazione in rapida crescita e i fallimenti bancari non bastassero a sciogliere la NATO e porre così fine alla minaccia, potrebbero agire i cinesi. I cinesi detengono un enorme ammontare di risorse finanziarie denominate in dollari. Come gli agenti della Federal Reserve, ovvero le banche dei metalli, vendono massicciamente sul mercato dei future durante momenti di scarsa attività per far scendere il prezzo dei metalli, così la Cina potrebbe scaricare in pochi minuti una quantità di buoni del Tesoro statunitensi equivalente ad anni di Quantitative Easing. Nel caso la Federal Reserve creasse rapidamente dollari per acquistare tale enorme quantità di buoni del Tesoro ed evitare così l’implosione del castello di carte, i cinesi potrebbero scaricare i dollari ricevuti in cambio dei buoni sul mercato valutario. Mentre la Federal Reserve può stampare dollari con i quali comprare i buoni, non può stampare valute straniere con le quali comprare i dollari. Il dollaro quindi crollerebbe, e con esso il potere dell’Egemone. La guerra sarebbe finita senza sparare un colpo. Per come la vedo, Russia e Cina hanno la responsabilità di fronte al mondo di prevenire la guerra nucleare voluta dai neo-con, semplicemente ricambiando la guerra economica di Washington. Russia e Cina hanno tutte le carte in mano, non Washington. E non dovrebbero dare alcun avviso, dovrebbero semplicemente agire. In effetti, invece di agire un passo alla volta, Russia e Cina potrebbero usare simultaneamente tutte le contromisure appena elencate. Con 4 banche statunitensi esposte ai derivati per un totale di molte volte il PIL mondiale, l’esplosione finanziaria sarebbe l’equivalente di una nucleare. Gli USA e l’Europa sarebbero finiti, e il mondo salvo. Larchmonter forse ha ragione: il 2015 potrebber essere un ottimo anno, ma potrebbero essere necessarie mosse economiche preventive da parte di Mosca e Pechino. L’attuale piano di Putin pare sia di abbandonare l’Occidente, ignorare le provocazioni e accoppiare gli interessi strategici ed economici russi con quelli dell’Asia. Ciò è una condotta umana e ragionevole, ma lascia l’Occidente indenne e non preoccupato dalla sua vulnerabilità economica. Un Occidente indenne resta un serio pericolo non solo per la Russia e la Cina ma anche per gli americani e il mondo intero.
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