Fonte: reseauinternational.net
Fonte originaria: utro.ru/articles/2008/12/26
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giu 6th, 2014

L’Articolo del 2008 che inguaia Obama sull’Ucraina

Un articolo del 2008 evocava già la strategia del caos che si sarebbe dovuta applicare in Ucraina per mezzo dell’amministrazione Obama.

Questa relazione compromettente aggiunge una tessera in più al puzzle che evidenzia le mire della Governance presidenziale per integrare l’Ucraina all’Unione Europea e alla NATO e utilizzare la Crimea come base militare avanzata.

Ma quello che è particolarmente interessante è la datazione, che risale al 26 Dicembre 2008.

In modo analogo, l’anno scorso Roland Dumas riferì che l’azione in Siria era stata menzionata dagli inglesi prima che le ostilità si verificassero in quel luogo e il rapporto seguente rivela che anche quell’intrusione era stata voluta da molto tempo.

“Uno scenario di conflitto armato sarà condotto durante il mandato del nuovo presidente degli Stati Uniti, Barack Obama” - sono le parole pronunciate dal politologo Andrej Okara ad una tavola rotonda a Kiev.

A tale proposito, anche il «Novyj Region» riporta: “Questo è il quadro americano, e sotto Obama, la probabilità è molto superiore a quella di McCain”.

E scrive ancora - “È risultato chiaro all’annuncio delle persone che avrebbero rappresentato la squadra di Obama. Tali persone sono professionalmente «targate» Wall Street. Tutte sviluppano un disegno chiamato «Strategia del caos controllato».”

Secondo Okara, dopo la Georgia, l’area di tale «caos controllato» dovrebbe essere innanzitutto l’Ucraina, e più specificamente la Crimea.

“È un possibile punto caldo per un eventuale vasto dissenso che potrebbe degenerare in guerra mondiale. Ciò costituisce, purtroppo, una delle scene la cui realizzazione oggi fa parte della sfera concreta.” Ha affermato il politologo.

Il suo collega dell’Istituto ucraino di Studi sulla Russia, Andrej Blinov, è del parere che la nazione sovietica non sia interessata ad una tale collisione e dichiara:

“Considero questa prospettiva marginale nel momento in cui si parla di guerra in Crimea o nel distretto di Mikhailovsky; tuttavia la possibilità di un concorso maggiormente attivo di capitali russi è ben più reale qui. Dipende da quando la crisi finirà. Se sarà nel 2010, la Russia sarà già molto più indebolita.”

Le ambizioni degli Stati Uniti verso la Crimea sono confermate dalla recente firma della Carta ucraino-americana sulla cooperazione strategica.

Tale Carta prevede il riconoscimento incondizionato della sua sovranità nazionale insieme all’integrazione nella NATO, l’aumento della presenza statunitense nella penisola e altre forme di cooperazione.

L’ambasciatore degli USA in Ucraina, William Taylor, rassicura però: “La Carta non obbliga alcuna delle due parti a venire in aiuto all’altra tramite mezzi militari” - poi aggiunge: “Se dovesse esserci una violazione dei confini, ci riuniremo e discuteremo le misure da adottare.”

Nella seconda parte del documento dedicata all’àmbito della salvaguardia e della tutela, è riportato l’interesse di entrambi i paesi per una «Ucraina forte, indipendente, democratica», la cui integrazione nella struttura europea è «una priorità comune». E si sottolinea ancora che la nazione diventerà un membro della NATO.

Intanto - “Considerando le minacce globali alla stabilità nel mondo e al fine di contrastarle, l’Ucraina e gli Stati Uniti rafforzeranno la loro cooperazione in materia di difesa e sicurezza” - ha asserito l’ambasciatore.

Inoltre, Taylor ha menzionato misure concrete per potenziare sia il livello di addestramento delle forze armate ucraine che delle forniture militari.

La quinta sezione è dedicata allo sviluppo dei contatti e dell’intesa culturale:

«L’Ucraina - riporta il testo presentato da Taylor - si felicita dell’intenzione degli Stati Uniti di aumentare la loro presenza diplomatica in Crimea; le modalità per questo sono in fase di negoziazione, ma potrebbe trattarsi soltanto di una struttura con determinate funzioni consolari».

Il documento fa riferimento anche al sostegno di Kiev contro Mosca per il ritiro della Flotta russa posizionata sul Mar Nero nella penisola ucraina.

Il fatto che la Crimea sia il terreno più promettente per la destabilizzazione del quadro generale, risulta vantaggioso per gli americani e Kiev, sottolineano gli osservatori da alcuni mesi. Nei media, vengono presentati di quando in quando diversi teatri secondo cui gli ucraini «democratici» con le loro rivendicazioni verso la Russia tentano di far esplodere alla lunga questa «polveriera».

I deboli sforzi degli attivisti peninsulari a favore della nazione sovietica (come il tentativo di restituire la Crimea alla Russia per via giuridica) sono severamente repressi, ma la vittoria completa dello SBU (Servizio di Sicurezza Ucraino; ndt) sui «dissidenti» è ancora lontana, secondo numerosi segnali.

I comunisti ucraini sono anche convinti che è impossibile sfuggire alle provocazioni del «movimento crimeano».

“Gli USA si preparano per un intervento ad Est (avendo come obbiettivo la Russia naturalmente), ma prima devono frantumare la Crimea filo-russa” - dice l’ex portavoce parlamentare della penisola e deputato nazionale Leonid Grach.

L’apertura, il prossimo anno, di una progettata rappresentazione americana a Sinferopoli è parte del disegno.

Gli analisti avevano ben previsto che l’Ucraina sarebbe stata la zona che avrebbe mantenuto vivo l’interesse del nuovo presidente degli Stati Uniti.

“Obama farà dell’Ucraina il contrappeso della Russia” - dichiara il politologo Sergej Taran: “Dapprima gli ucraini saranno privati della considerazione USA, perché Obama sarà occupato a risolvere i problemi all’interno degli Stati Uniti.

Ma in qualche tempo, a motivo dell’impegno presidenziale a lungo termine per rafforzare l’autorità americana in Europa, i leader statunitensi presteranno una particolare attenzione all’Ucraina che potrebbe diventare l’equilibratore della Russia nella regione e, successivamente, anche della vecchia Europa, sull’esempio della Polonia attuale.”

Per l’analista politico ucraino Andrei Yermolaev, il suo paese rimarrà per gli Stati Uniti uno strumento di dissuasione nei confronti della Russia. Secondo lui, l’Ucraina è per la politica americana il mezzo utilizzato in strategie piuttosto ciniche.

I più sagaci «veggenti» ripetono già a gran voce la prossima annessione della penisola all’Europa: una delle arie di quell’Opera è stata la lezione impartita recentemente a Kiev, dal posto di comando, sul tema «Azioni delle unità volontarie sul teatro di Crimea dopo l’aggressione militare della Russia».

Gli organizzatori dei festeggiamenti (Il Comitato di Salvezza Nazionale, insieme ai partiti «Fratellanza» e «Forza Nuova», e all’associazione «Confraternita del Nord»)affermano che nello scontro tra Ucraina e Russia, che avverrà al più tardi nel 2011, il peso della resistenza dipenderà dalle organizzazioni benevole.

I «protagonisti» sono certi che lo scenario strategico dello Stato Maggiore delle Forze Armate russe sia già stato programmato.

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