La Voce della Russia
11 maggio, 2014

Il falò ucraino delle vanità americane

La crisi ucraina è stata organizzata dagli Stati Uniti. Lo ha dichiarato il presidente della Duma Sergei Naryshkin, intervenendo al Forum balcanico a Belgrado. Secondo le affermazioni del politico, ciò è confermato dalle azioni di Washington. Naryshkin ha rammentato che gli USA hanno difeso i militanti armati su Maidan, mentre ora palesemente sostengono le violenze contro cittadini pacifici nell'Est dell'Ucraina.

Secondo la dichiarazione di Sergei Naryshkin, le recenti dichiarazioni degli USA sul monopolio dello stato sulla violenza nei confronti dei cittadini pacifici tradiscono appieno gli organizzatori della crisi ucraina. Inizialmente hanno fatto di tutto per prevenire l'impiego della forza contro gli oltranzisti armati su Maidan, poi hanno aiutato le nuove autorità di Kiev, battezzate dagli ucraini stessi "junta", per destituire il capo dello stato ucraino legittimamente eletto.

Alcuni esperti ritengono che in tal modo Washington non abbandoni i tentativi di provocare un conflitto armato in Europa, ciò che in una certa misura conferma anche il coinvolgimento dei servizi americani nelle operazioni di forza nell'Est del paese. Alcuni analisti suppongono che con tali azioni gli USA stiano cercando di dare la spinta bellico-industriale alla propria economia. Tuttavia secondo il parere di Ilya Kramnik, opinionista militare del sito internet russo Lenta.ru, le azioni di Washington sono dirette piuttosto a incassare i profitti politici:

Si può fare affari con le commesse, si può rafforzare la propria influenza geopolitica. Perchè ci sarà il crollo dei titoli di coloro che invocavano l'unione con la Russia e, viceversa, crescerà il ruolo dei sostenitori della costruzione del "cordone sanitario", che sono maggiormente clienti americani. Ne sono sicuramente interessati, non però gli USA come il paese nel suo insieme, ma alcuni determinati circoli, desiderosi di preservare la politica del dominio militare degli Stati Uniti in Europa.

Nello stesso tempo alcuni autorevoli mass media occidentali e politici intervengono, condannando le azioni messe in atto dalle autorità di Kiev nell'Est dell'Ucraina e l'atteggiamento verso di ciò da parte degli USA e dell'Unione Europea. Intanto in un'intervista in onda su La Voce della Russia Valerij Solovej, professore dell' dell’Università di Mosca per le Relazioni Internazionali (MGIMO), rileva come la maggioranza dell'opinione pubblica preferisca far finta di niente sugli avvenimenti in corso in Ucraina:

Se si prende in considerazione l'opinione pubblica europea, non è tanto unilateralmente antirussa. La situazione è più complicata rispetto a come cercano di presentarla i politici occidentali. Gli europei chiudono gli occhi per un motivo molto semplice. Non hanno abbastanza risorse e spavalderia per intromettersi negli avvenimenti ucraini. E qui il primato appartiene agli USA. E gli Stati Uniti lo sfruttano volentieri per dimostrare che la forza militare e la potenza nel mondo contemporaneo significano qualcosa. E considerevolmente tanto nelle situazioni critiche, di crisi.

Allo stesso tempo gli europei non ci pensano su per niente sul fatto che con la loro posizione fiacca e unilaterale sulla crisi ucraina stiano mettendo una bomba sotto le proprie fondamenta. Se la situazione nell'Est dell'Ucraina continuerà a inasprirsi allora alla fine il conflitto spaccherà questo stato non solo sulla base politica, ma anche su quella geografica. E allora non spetterà più alla Russia, e tantomeno agli USA, ma proprio all'Europa risolvere in qualche modo i problemi dei migliaia di affamati, disoccupati e disorientati abitanti delle regioni occidentali ucraine.

top