Russia Today - March 16, 2014 - "Gli Stati Uniti e anche l'Unione europea, amano rispettare il diritto internazionale, solo quando è conforme alla loro opinione" ha detto Johann Gudenus, membro del parlamento della città di Vienna. "La nostra opinione è, se la gente vuole decidere del proprio futuro, dovrebbero avere il diritto di farlo e la comunità internazionale dovrebbe rispettare tale decisione. C'è un obiettivo delle persone che votano circa il proprio futuro in Crimea. Naturalmente, Kiev non è felice di questo, ma devono comunque accettare e rispettare il voto delle persone in Crimea"

Il Politologo e geopolitico francese, Aymeric Chauprade, ritiene di sì, "penso che il referendum è legittimo. Stiamo parlando di storia a lungo termine. Stiamo parlando del popolo russo, circa i territori dell'ex Unione Sovietica con confini artificiali. Quindi, penso che sia un referendum legittimo che darà opportunità alla riunificazione di questa popolazione russa con la madre patria."

Tatjana Zˇdanoka, parlamentare europea, nonchè rappresentante della Lettonia: "il fatto che l'Ue e gli Usa rifiutano di vedere il referendum come legittimo, può essere spiegato solo con un doppio standard applicato dai leader occidentali alla situazione. La risoluzione del Parlamento europeo chiede che la Crimea rispetti la Costituzione ucraina e dice che il referendum è contro tale costituzione. Ma è lo stesso che chiedere ai kosovari di rispettare la costituzione della ex Jugoslavia, che naturalmente non è mai accaduto. Due pesi e due misure sono evidenti ovunque nella politica globale. Sappiamo dalla storia. Lo vediamo adesso"

Srdja Trifkovicha, caporedattore esteri di Chronicles Magazine, afferma che, "per quanto riguarda i referendum le potenze occidentali ragionano sulla base della moralità della situazione e non su alcun principio fermo. Nel 1991 la Croazia e la Slovenia hanno tenuto referendum illegali per la secessione dalla Jugoslavia e per la fine dello stesso anno l'Ue li aveva riconosciuti come stati indipendenti. Nel febbraio del 1992 la Bosnia-Erzegovina ha tenuto un referendum in violazione della propria costituzione e ancora nel mese di aprile dello stesso anno gli Stati Uniti si precipitarono a riconoscere la Bosnia che, come sappiamo, rimane ancora uno stato semi incoerente. E la secessione del Kosovo dalla Serbia è stata entusiasticamente sostenuta dagli Stati Uniti e dai suoi partner dell'Europa occidentale. E il diritto all'autodeterminazione è stato accolto davanti al diritto di uno Stato di integrità territoriale. Ebbene, ciò che è fonte per l'oca del Kosovo si rivelerà certamente la salsa per il papero di Crimea, ma gli Stati Uniti e Bruxelles debbono ancora venire a patti con esso."


Unita - 15 marzo 2014 - Le forze russe avrebbero preso il villaggio di Strilkove, a sudest, nella regione di Kherson adiacente alla Crimea. Le unità militari sarebbero almeno 80, più 4 elicotteri e tre blindati. Kiev -si legge sul sito del ministero degli Esteri, lo stesso sul quale una scritta avverte che «l'Ucraina è sotto attacco», si riserva il diritto di mettere in atto tutte le misure necessarie per fermare l'invasione militare russa».


Ilfattoquotidiano - di Giampiero Gramaglia, ex direttore Ansa – 15 marzo, 2014 - Le sanzioni economiche, finanziarie, diplomatiche possono infastidire la Russia, ma Mosca ha in mano l’arma energetica che preoccupa l’Unione europea, dipendente in larga misura dal suo gas, specie Germania e Italia. E, dunque, come andrà a finire? Un’ipotesi è che la Crimea resti uno dei punti sulla carta del Mondo dove diritto internazionale e “real politik” non hanno – ancora? – trovato un punto d’intesa. Non sono mica pochi, se ci pensante bene: intorno a noi i Territori Palestinesi Occupati, Cipro Nord, il Kossovo, l’Abkhazia e l’Ossezia.


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