Mappa dei movimenti delle truppe russe in crimea |
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Le guerre di Crimea
Fin dall'antichità la penisola di Crimea con il suo strategico affaccio sul Mar Nero è stata al centro degli appetiti di popoli e imperi, dai romani agli unni, dai veneziani e genovesi, fino alla Russia zarista, alla Germania e all'Unione sovietica. Questi i principali eventi che hanno segnato gli ultimi secoli di storia. 1784: il Khanato di Crimea viene ufficialmente annesso all'impero russo, dopo essere uscito dieci anni prima dall'orbita ottomana in seguito alla guerra russo-turca. 1853-1856, Guerra di Crimea: L'impero ottomano, sostenuto da Gran Bretagna e Francia e con l'appoggio di un corpo di spedizione piemontese, dichiara guerra all'impero russo. Nel 1855, l'abbandono di Sebastopoli, principale porto russo sul Mar Nero, cinto d'assedio dalle truppe dell'alleanza, apre la strada alla sconfitta dell'impero degli zar. Al Congresso di pace di Parigi, Cavour, forte della partecipazione piemontese, solleva la questione dell'unità e dell'indipendenza italiana. 1941-1942, Battaglia di Crimea: truppe naziste e sovietiche si scontrano per il controllo della penisola e dello stretto di Kerc, via di accesso al Caucaso. A guerra conclusa, Stalin ordina la deportazione verso l'Asia centrale della popolazione tartara, fiancheggiatrice dei nazisti. Nel 1954, la provincia di Crimea entra formalmente a far parte della repubblica sovietica ucraina per decisione del leader sovietico Nikita Krusciov, originario di una zona al confine tra Russia e Ucraina, entrambe federate all'Urss. CRIMEA, PENISOLA DELLA DISCORDIA TRA MOSCA E KIEV La Crimea gioca un ruolo particolare nella ancora breve storia dell'Ucraina dopo l'indipendenza da Mosca nel 1991. In poco più di vent'anni la penisola sul Mar Nero, parte dell'Ucraina solo dal 1954 - dopo che l'allora segretario del Pcus Nikita Krushchov la regalò alla repubblica sorella facente parte allora dell'Urss - è stata più volte teatro di tensioni. Tensioni tra e periferia, tra le istanze autonomiste e indipendentiste della maggioranza filorussa, spesso e volentieri sollecitate direttamente da Mosca, e le resistenze centraliste a cui si sono associate le ragioni della minoranza tatara musulmana. La storia passata e recente, legata con doppio filo agli zar e all'Unione sovietica più che a Kiev, ne ha fatto anche un unicum nell'Ucraina indipendente, dove gode dello status di Repubblica autonoma. Anche Sebastopoli, insieme a Kiev, è l'unica città ucraina a statuto speciale. Il parlamento regionale è sempre stato dominato dalla maggioranza filorussa. E nell'ultimo decennio si è manifestato attraverso il governo del Partito delle regioni dell'ex presidente Victor Yanukovich. Gli interessi russi diretti nella penisola sono rappresentati dalla base della flotta sul Mar Nero a Sebastopoli, che secondo gli accordi del 1997 firmati da Leonid Kuchma e Boris Eltsin poi rivisti nel 2010 tra Dmitri Medvedev e Viktor Yanukovich, consentono la stazionamento delle navi russe sino al 2042. Quella che fino a una settimana fa era l'opposizione e oggi a Kiev è diventata maggioranza ha espresso più volte nel passato, sotto la spinta nazionalista e antirussa, la volontà di rivedere l'intesa con Mosca. La questione della flotta russa è il più evidente dei problemi che hanno condotto la Crimea alla soglia delle separazione già vent'anni fa. In occasione del referendum del 1991 sull'indipendenza dell'Ucraina dall'Urss, la Crimea era stata la regione dove l'entusiasmo per il distacco dalla casa madre era meno evidente. Il 54% dei circa due milioni di abitanti aveva votato sì alla separazione, ma in tutte le altre regioni le percentuali erano ben più elevate.
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