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http://www.repubblica.it Merkel a Putin: "Hai violato trattati internazionali" Kerry va a Kiev: "A rischio il posto di Mosca nel G8". Merkel: "Putin accetta gruppo di contatto Osce". Medvedev: "Dialogo sì, ma non con chi ha usurpato il potere" KIEV - Dopo la paura, si fa strada la diplomazia. Putin accetta una mediazione, parteciperà a un tavolo di discussione. Anche se la Russia, per bocca di Medvedev, non riconosce il nuovo regime ucraino, e ritiene Yanukovich "un presidente democraticamente eletto e rimosso con la forza". Di certo, l'esercito russo ha preso il controllo della Crimea. E ha dalla sua parte il comandante della Marina ucraina, che passa con Putin e rischia il processo per alto tradimento. Gli Stati Uniti si schierano con forza: Kerry sarà martedì a Kiev, incontrando quel governo provvisorio che Mosca non riconosce. Washington fa sapere di aver annullato ogni missione e colloquio di collaborazione economica con la Russia. Obama, che ha condannato senza mezzi termini l'intervento russo in Crimea e si è confrontato con Putin in una telefonata-fiume di 90 minuti, sta studiando la situazione e sentirà al telefono i leader dei Paesi alleati. In Ucraina è in corso un'occupazione di fatto da parte della Russia che, secondo il segretario di Stato americano, John Kerry, mette a rischio il posto di Mosca all'interno del G8 e le sue relazioni con Washington. Il fronte occidentale della fermezza, guidato dagli Usa, accusa un significativo smarcamento: la Germania non condivide l'idea di espellere la Russia dal G8. Come spiega il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier: "C'è chi vorrebbe mandare un segnale forte a Mosca, c'è invece chi, e io sono tra questi, considera il G8 l'unico formato in cui l'Occidente può parlare direttamente con la Russia, dovremmo sacrificarlo?". Il ministro Steinmeier anticipa la proposta tedesca, che di lì a poco la cancelliera Angela Merkel avrebbe fatto a Putin: chiedere all'Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Copperazione in Europa) di promuovere un "gruppo di contatto". Anche il governo italiano "si associa alle pressanti richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina" (leggi articolo di Vincenzo Nigro).
Colloquio Merkel-Putin. Più tardi, il Cremlino riferisce che ad Angela Merkel Vladimir Putin ha ribadito le ragioni dell'intervento russo in Crimea già espresse a Obama: si è reso necessario per la minaccia portata alla popolazione a maggioranza russofona da parte delle frange ultranazionaliste salite al potere a Kiev. Misure, a detta del presidente russo, "appropriate" vista la situazione in Ucraina. Il Cremlino conclude sottolineando la posizione comune di Putin e Merkel sul proseguimento di consultazioni bilaterali e multilaterali alla ricerca di una "normalizzazione" in Ucraina. Da Berlino, la versione dei fatti è decisamente diversa. Durante il colloquio, riferisce il portavoce del governo tedesco, Angela Merkel ha accusato senza mezzi termini il presidente Putin di aver violato il diritto internazionale con "l'inaccettabile intervento russo" in Crimea. La cancelliera ha contestato a Putin la violazione del memorandum di Budapest del 1994, con cui la Russia si era impegnata a rispettare l'indipendenza e la sovranità di Kiev secondo le frontiere allora esistenti, e anche la violazione del trattato sulla presenza della flotta russa del Mar Nero del 1997. E Putin ha detto sì alla proposta di un "gruppo di contatto" che accerti i fatti e avvii il dialogo sotto l'egida dell'Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione Europea). A seguire, il premier russo Medvedev, citato da Ria, ha dichiarato che la Russia è pronta ad aprire relazioni con l'Ucraina, "ma non con quanti hanno preso il potere con il sangue. Anche se la sua autorità è praticamente inesistente, Yanukovich è l'unico capo di Stato legittimato dalla Costituzione ucraina". "La Russia - ha aggiunto - ha bisogno di una Ucraina forte e stabile, una partner affidabile ed economicamente prospera. Invece i nuovi leader hanno usurpato il potere, prevedo che il loro governo sarà molto instabile e si concluderà con un'altra rivoluzione e altro sangue". Ucraina richiama i riservisti. Kiev ha risposto con la decisione del Consiglio di Sicurezza Nazionale di mobilitare le sue forze armate e di richiamare i riservisti. Un deputato ucraino del partito Udar, Dmitri Bolotserkovets, citato dall'agenzia Unian e dal quotidiano Ukrainskaia Pravda, afferma inoltre che un ufficiale ucraino inviato per trattare è stato fatto prigioniero. In un locale sarebbe scoppiato un incendio. I militari ucraini avrebbero bloccato un mezzo blindato russo e si preparano alla difesa, mentre lungo il perimetro della caserma sono disposti uomini armati di mitra. G8 di Sochi a rischio. Una situazione che si fa sempre più tesa. Tra le prime conseguenze, potrebbe esserci il boicottaggio del G8 in programma a Sochi, in Russia, a giugno. Ipotesi sostenuta con forza dalla Francia. Il ministro degli Esteri Laurent Fabius auspica "la sospensione dei preparativi" del vertice e condanna "l'escalation militare russa" in Crimea. Intanto, l'Eliseo annuncia che Parigi non parteciperà alle riunioni in vista del vertice, come farà anche l'Inghilterra, stando a quanto dichiarato dal ministro degli Esteri, William Hague, appena giunto a Kiev, dove incontrerà leader politici ucraini. Decisione condivisa dal Canada, che ha richiamato per consultazioni il suo ambasciatore a Mosca, John Sloan. Il premier David Cameron fa sapere, inoltre, che i ministri britannici non interverranno ai Giochi Paralimpici di Sochi. Gli appelli della Chiesa ortodossa e del Papa. Da Piazza San Pietro, a Roma, è risuonato l'appello di Papa Francesco per l'Ucraina, che "sta vivendo una situazione delicata". Al termine dell'Angelus Bergoglio ha detto di auspicare che "tutte le componenti del Paese si adoperino per superare incomprensioni e per costruire insieme il futuro della Nazione" e si è rivolto "alla comunità internazionale, affinché sostenga ogni iniziativa in favore del dialogo e della concordia". Intanto il reggente della Chiesa ortodossa ucraina-Patriarcato di Mosca, il metropolita Onufry, ha lanciato un invito al primate della Chiesa ortodossa russa, il patriarca Kirill, affinché faccia il possibile per evitare spargimenti di sangue in Ucraina. Riferendosi alla possibilità che la Russa invii le sue truppe nell'ex repubblica sovietica, il metropolita di Chernivtsi e Bukovyna, ha parlato di "conseguenze catastrofiche per entrambi i paesi" e ha definito la situazione attuale nel Paese come "la più difficile della sua storia recente".
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