La Voce della Russia - 16 agosto, 2014 - In una conversazione telefonica con il capo del Dipartimento della Difesa americano Chuck Hagel, il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu ha definito la situazione in atto nelle zone di guerra in Ucraina una "catastrofe umanitaria". Ha anche espresso profonda preoccupazione per il rafforzamento dell'attività militare degli Stati Uniti e della NATO lungo le frontiere della Russia. Shoigu ha sostenuto di ritenere inaccettabile da parte di Kiev l'impiego dell'aviazione militare e l'uso dell'artiglieria contro i civili ed ha sottolineato la necessità di un cessate il fuoco per creare un corridoio umanitario per le consegne di aiuti umanitari alla popolazione dell'Ucraina orientale. |
http://www.lastampa.it Ucraina-Russia, venti di guerra al confine
Kiev: convoglio militare sul nostro suolo, distrutti blindati. Ma Mosca smentisce. Merkel chiama Putin: “Stop all’invio di armi e consiglieri militari” Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha esortato in una telefonata il presidente russo Vladimir Putin a porre fine all’invio di armi e di consiglieri militari (truppe) nelle regioni separatiste orientali ucraine. Lo riferisce Berlino nel giorno in cui la tensione tra Kiev e Mosca ha toccato un nuovo picco con l’accusa ai russi di aver effettuato un’incursione di blindati in ucraina. Incursione che, secondo Kiev, avrebbe innescato la reazione della sua artiglieria che ha distrutto parte dei mezzi. Evento smentito da Mosca. L’incursione confermata da fonti indipendenti Il primo a dare notizia dello sconfinamento era stato Shaun Walker, inviato del quotidiano britannico The Guardian. L’indiscrezione è stata poi confermata dal governo di Kiev, mentre l’Fsb (servizi di sicurezza russi) continua a negare l’invasione, confermando solo che reparti mobili di militari delle Guardie di Frontiera sono state dislocati nelle immediate vicinanze della frontiera con l’Ucraina per tutelare la popolazione. La Russia inoltre accusa l’Ucraina di aver intensificato l’azione militare nell’est del Paese per poter fermare il convoglio di aiuti umanitari che da Mosca si sta dirigendo verso le zone di guerra. Con una nota, il ministero degli Esteri russo intende «attirare l’attenzione sulla drastica intensificazione dell’azione militare delle forze ucraine con l’apparente obiettivo di bloccare il cammino, concordato con Kiev, di un convoglio umanitario attraverso il confine russo-ucraino». Mosca chiede che venga accettato un cessate il fuoco nella regione per consentire la consegna degli aiuti. Intanto i ministri degli Esteri dell’Ue sollecitano la Russia a fermare «ogni azione unilaterale militare» alla frontiera con l’Ucraina. Lo ha sottolineato il ministro Federica Mogherini citando la nota conclusiva del Consiglio Esteri di Bruxelles. In particolare la richiesta è quella di bloccare «il flusso di armi, consiglieri militari e personale armato nella regioni (le ucraine orientali di Donetsk e Lugansk dove le truppe di Kiev hanno messo difficoltà da giorni i separatisti filo-russi, ndr), dove è in corso il conflitto e di ritirare le truppe dalla frontiera». Alta tensione a Est A Est la tensione è altissima soprattutto perché è arrivato il discusso convoglio (quasi 300 camion) di aiuti umanitari russi scortato da mezzi corazzati di Mosca. Doganieri e guardie di frontiera ucraini hanno cominciato ad ispezionare i tir inviati da Mosca al posto di frontiera russo di Donetsk. Il portavoce militare ucraino Léonid Matioukhine ha aggiunto che «la missione si dirigerà a Lugansk», una delle roccaforti dei ribelli. Più di 2.000 vittime in quattro mesi Ieri Lugansk e Donetsk, le due roccaforti dei separatisi, sono state bombardate dall’esercito ucraino. Le due città controllate dai filorussi non si arrendono, anche se ieri i morti sono stati decine, con numerose vittime tra i civili. Ma i civili morti nella zona negli ultimi tre giorni - secondo il dipartimento sanitario regionale - sarebbero ben 74, e i feriti 116. Più di 2.000 persone hanno perso la vita dall’inizio della guerra, quattro mesi fa, e il numero delle vittime continua tragicamente a crescere. I rischi della «guerra delle sanzioni» Uno scenario di fronte al quale la Russia definisce necessario un immediato cessate il fuoco, mentre lo stesso Dipartimento di Stato Usa - in un raro monito rivolto al nuovo potere filo-occidentale ucraino - sollecita le forze di Kiev a dar prova di maggiore moderazione. Resta comunque sullo sfondo il deterioramento delle relazioni tra Mosca e l’Occidente, che in seguito alla crisi ucraina ha portato a una «guerra delle sanzioni» potenzialmente catastrofica per l’economia mondiale. Ad accendere una flebile speranza è stato ieri la dichiarazione del leader del Cremlino Vladimir Putin, che parlando ai deputati russi riuniti a Yalta (nella Crimea che Mosca ha strappato cinque mesi fa all’Ucraina) non ha fatto passi indietro sulla riannessione della penisola a Mosca, ma ha abbassato i toni sul fronte diplomatico: la Russia - ha detto - non deve «isolarsi dal resto del mondo».
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