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May 7, 2014

Tristezza e un raro silenzio scendono su Sloviansk assediata

In Sloviansk, silenzio e tristezza hanno attraversato l’intera città mentre i residenti sepellivano un altro dei loro morti, ucciso durante gli scontri di questa settimana tra le forze ribelli filorusse che controllano la città e le forze ucraine che cercano di espropiarli.

Più di 200 persone si sono recati nella cattedrale centrale per portare il loro rispetto a Irina Boevets, 30 anni, insegnante di scuola che è stata uccisa il 5 maggio. I residenti accusano un cecchino militare ucraino per la sua morte. Dicono che lei era in piedi sul suo balcone quando un proiettile la colpì alla testa.

L'umore cupo permeava l'intera città, aggiungendosi al senso di ansia che da quasi una settimana è rimasto palpabile.

Uomini armati e mascherati camminano e guidano mezzi corazzati e da trasporto truppa, vagando liberamente per la città. Solo pochi residenti coraggiosi prendono il sole di primavera nella piazza centrale, vicino al palazzo dell'amministrazione della città occupata e al monumento dell’ex leader sovietico Vladimir Lenin, anche un patio cafe ha aperto nelle vicinanze.

Nel frattempo, in un cortile vicino al loro appartamento in costruzione ad un isolato dai locali del Servizio di Sicurezza dell'Ucraina (SBU), Ira, 30 anni, insegnante di educazione fisica che non ha dato il suo cognome, perché lei teme di essere perseguitata dal governo per le sue idee separatiste, insieme alla sua figlia di cinque anni, Nastya, dagli occhi azzurri e alcuni vicini di casa, stavano in piedi insegno di protesta. Il gruppo teneva cartelli con su scritto: "Viviamo in amicizia" "SBU, qui è la mia casa" e "Noi non vogliamo la guerra".

Con le lacrime sulle guance, Ira ha spiegato che i residenti di Sloviansk non erano separatisti come il governo ucraino li dipingeva, ma semplicemente persone che lottavano pacificamente per la loro libertà. La violenza assistita nei giorni scorsi, ha detto, ha avuto inizio quando i militari ucraini sono venuti all'offensiva.

"Noi siamo gente pacifica. Hanno portato questa lotta contro di noi … Non possiamo più dormire normalmente. Ora dormiamo insieme. Ma non dormiamo, restiamo svegli in attesa che la guerra inizi"

La città ha ora un rigoroso coprifuoco dalle 20:00. Per tutta la notte, ha detto Ira, gli spari e il rombo dei veicoli blindati possono essere sentiti, mentre i ribelli filorussi pattugliano la città.

Il 9 maggio, a seguito della notizia che Putin aveva incoraggiato il gruppo separatista filorusso di qui, per respingere il referendum previsto per l'11 maggio, l'amica di Ira, Angelica, ha detto che sarebbe una cattiva idea, e peggiorerebbe solo una situazione già tesa.

"Non abbiamo bisogno di Putin a dirci cosa fare. Lui ha bisogno di noi più di quanto noi abbiamo bisogno di lui", ha detto. "Gli abbiamo chiesto aiuto, ma lui non ci ha risposto. Siamo soli, e quando si terrà questo referendum voteremo per la Repubblica Popolare di Donetsk"


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May 7, 2014

Sadness, rare silence descends upon besieged Sloviansk

In Sloviansk, silence and sadness swept across the city as residents buried another of their dead killed during clashes this week between pro-Russian rebel forces controlling the city and Ukrainian forces trying to push them out.

More than 200 people turned out at a central cathedral to pay their respects to Irina Boevets, a 30-year-old school teacher who was shot and killed on May 5. Residents blame a Ukrainian military sniper for her death. They say she was standing on her balcony when a bullet struck her in the head.

The somber mood permeated the entire city and added to the heightened sense of anxiety that for nearly a week has been palpable.

Armed, masked men walking and driving armored personnel carriers roamed the city freely. A few brave residents took in the spring sunshine in the central square near the occupied city administration building and monument of former Soviet leader Vladimir Lenin. A patio cafe even opened nearby.

Meanwhile, in a courtyard near their apartment building a block from the local Security Service of Ukraine (SBU) office, Ira, a 30-year-old physical education teacher who did not give her last name because she feared being persecuted by the government for her separatist views, along with her five-year-old blue-eyed daughter Nastya and some neighbors, stood in protest. The group held signs reading: "Let's live in friendship," "SBU - here is my home" and "We don't want war."

With tears rolling down her cheeks, Ira explained that Sloviansk residents were not separatists as the Ukrainian government has painted them to be, but merely people who were fighting peacefully for their freedom. The violence witnessed in recent days, she said, began when the Ukrainian military went on the offensive.

"We are peaceful people. They brought this fight to us," she cried. "We can't sleep like normal anymore. Now we sleep together. But we don't sleep, we lay awake waiting for the war to begin."

The town now has a strict 8 p.m. curfew. Throughout the night, Ira said, gunshots and the rumbling of armored vehicles can be heard as pro-Russian rebels patrol the city.

Following the news on May 9 that Putin had encouraged the pro-Russian separatist group here to push back their referendum planned for May 11, Ira's friend Angelica said that would be a bad idea, and would only exacerbate an already tense situation.

"We don't need Putin to tell us what to do. He needs us more than we need him," she said. "We've asked him for help, but he hasn't answered. We're on our own, and we will hold this referendum, and we will vote for the Donetsk People's Republic."

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