Fonte: Zero Hedge.com Putin firma una nuova dottrina militare: nomina NATO e USA come minacce principali; testa nuovi ICBM La settimana scorsa, dopo che il Congresso USA ha approvato all’unanimità l’Atto di Supporto alla Libertà dell’Ucraina 2014, che ha reso legale la fornitura di aiuti letali a Kiev e che è stato condannato dalla Russia come un atto d’aggressione che avrebbe accelerato il deterioramento delle relazioni con l’Occidente, abbiamo scritto che il mondo aspettava la risposta russa all’aiuto letale di Obama. Ebbene, non abbiamo dovuto aspettare a lungo: appena un’ora fa, Putin ha adottato una versione aggiornata della dottrina militare, che “riflette l’emergere di nuove minacce alla sicurezza nazionale” e che nomina sia il potenziamento della NATO ai suoi confini che gli USA e la destabilizzazione di alcune regioni (Ucraina) come le minacce esterne principali alla sicurezza russa. La dottrina mette anche per la prima volta gli interessi russi nell’Artico (petrolio e gas) tra le priorità delle forze armate. In altre parole, non solo Putin non sta indietreggiando, ma ha anche ammonito esplicitamente la NATO che ogni azione occidentale, in Ucraina o altrove, troverà una risposta commisurata. Altri punti salienti della nuova dottrina: -La possibilità di una guerra su vasta scala contro la Russia è diminuita, ma alcune minacce alla sicurezza continuano a crescere; -Gli scudi anti-missilistici, il concetto di “attacco globale” e i piani per militarizzare lo spazio sono minacce esterne alla Russia; -I tentativi di destabilizzare la situazione in Russia e l’attività terroristica sono le maggiori minacce interne. […] Riguardo a quest’ultime in particolare, la dottrina afferma che la Russia deve fronteggiare “azioni mirate al sovvertimento violento dell’ordine costituzionale, la destabilizzazione dell’ambiente politico e sociale, la disorganizzazione degli organi governativi, civili, militari e dell’infrastruttura informativa.” Afferma anche che Mosca vede nella cooperazione internazionale con i paesi che condividono lo sforzo di aumentare la sicurezza, in particolare i membri BRICS, OSCE, SCO, la chiave per prevenire i conflitti militari. Ma il succo del messaggio è concentrato sugli sviluppi esterni perché, mentre la dottrina dichiara esplicitamente che “il nucleo delle politiche militari russe è la prevenzione della guerra atomica e di ogni altro tipo di conflitto”, e che “Mosca si riserva il diritto di usare armi nucleari nel caso essa o i suoi alleati siano sotto attacco atomico o non atomico”, poche ore prima dell’annuncio della dottrina è stato testato il missile balistico intercontinentale RS-24 Yars dal cosmodromo militare di Plesetsk nel nord-ovest russo. La notizia è stata data alla TASS dal portavoce del ministero della difesa per le forze missilistiche strategiche, colonnello Igor Yegorov ( Russia test fires Yars intercontinental ballistic missile ). “Le testate a salve del missile hanno colpito con precisione un bersaglio sulla catena montuosa di Kura in Kamchatka, nell’estremo oriente russo. […]” Messaggio chiaro. Ora però che l’oro ucraino è stato rubato e l’economia del paese è in caduta libera, non sarebbe sorprendente se gli “alleati” di Kiev lasciassero il paese a sbrigarsela da solo e lo consegnassero di nuovo nelle mani della Russia. Dopo tutto ci pensano i prezzi petroliferi in discesa a danneggiare abbastanza il Cremlino, mentre gli eventi in Ucraina sono ormai pressoché irrilevanti.
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