asiatimes.com La plutocrazia occidentale va a caccia di orsi Lo status quo post guerra fredda nell’Europa dell’Est, per non parlare di quella occidentale, è morto. Per la plutocrazia occidentale, quello 0,00001% all’apice, i veri Signori dell’Universo, la Russia è il premio finale; un immenso tesoro di risorse naturali, foreste, acque cristalline, minerali, petrolio e gas. Abbastanza per portare ad uno stato di estasi qualsiasi gioco di guerra NSA-CIA-Owelliano-Panottico. Come prendere al volo ed approfittarsi di un bottino tanto succulento? Entra in gioco la globopolizia NATO. Sul punto di vedere la sua retroguardia impietosamente maltrattata da un pugno di guerriglieri di montagna armati di Kalashnikov, l’Alleanza Atlantica si sta velocemente voltando lo stesso vecchio schema Mackinder Brzezinsky verso la Russia. La road map verrà preparata al summit dei primi di settembre in Galles. Nel frattempo, la tragedia dell’MH17 sta subendo una veloce metamorfosi. Quando le osservazioni in loco di questo osservatore canadese dell’OCSE (guardate con attenzione il video) vengono confrontate con questa analisi di un pilota tedesco, tutto punta ad un cannone da 30mm di un SU-25 ucraino che fa fuoco sulla cabina di pilotaggio dell’MH17, causando una decompressione istantanea e lo schianto. Nessun missile nemmeno un R-60M aria-aria, per non parlare del BUK (la star delle prime, frenetiche dichiarazioni statunitensi). Le nuove possibili versioni collimano con le testimonianze oculari in loco in questo notoriamente “scomparso” report BBC . . Conclusione: l’incidente inquadrato come un false flag, pianificato dagli USA e messo in atto da Kiev. Ci si può solo lontanamente immaginare il terremoto geopolitico se il false flag fosse reso di pubblico dominio. La Malesia ha consegnato i registratori dell’MH17 al Regno Unito, quindi alla NATO, quindi alle manipolazioni della CIA. Il volo Air Algerie AH5017 è precipitato dopo l’MH17. L’indagine in merito è già stata divulgata. Sorge spontanea la domanda sul perché ci sta volendo così tanto per analizzare/manipolare le scatole nere dell’MH17. C’è poi il gioco delle sanzioni: la Russia resta colpevole senza alcuna prova quindi deve essere punita. L’UE ha seguito servilmente la voce del padrone ed ha adottato tutte le sanzioni estreme contro la Russia di cui si stava discutendo la settimana scorsa. Ci sono comunque le scappatoie. Mosca avrà accesso ridotto ai mercati in dollari ed euro. Alle banche di stato russe sarà proibito vendere azioni o bond in occidente. Tuttavia Sberbank, la più grande banca russa, non è stata sanzionata. La Russia nel medio-breve termine dovrà finanziarsi da sola. Beh, le banche cinesi possono facilmente rimpiazzare quel tipo di prestiti. Bisogna tenere a mente la partnership strategica Russia-Cina. Come se Mosca avesse bisogno di altri avvertimenti che l’unico modo per farcela è abbandonare sempre più il sistema dollaro. Gli stati dell’UE ne soffriranno. Molto. BP ha una partecipazione del 20% nella Rosneft, e per la cronaca sta già dando di matto. Anche ExxonMobil, la Statoil norvegese e la Shell saranno penalizzate. Le sanzioni non toccano l’industria del gas; così fosse stato la stupidità controproducente dell’UE sarebbe schizzata a livelli galattici. La Polonia che istericamente incolpa la Russia per qualsiasi cosa accada compra da essa più dell’80% del gas. Le non meno isteriche Repubbliche Baltiche, così come la Finlandia, il 100%. Il veto sui prodotti a doppio uso militare e civile creeranno problemi alla Germania, il maggior esportatore dell’UE verso la Russia. Nel ramo della difesa saranno Francia e Regno Unito a soffrire: quest’ultimo ha almeno 200 contratti di vendita di armi e controlli per il lancio di missili in Russia; tuttavia la vendita da 1.2 miliardi di euro (1.6 miliardi di dollari) di navi d’assalto Mistral alla Russia da parte della Francia continuerà a procedere. Nel frattempo sul fronte della demonizzazione… Questo è ciò che Associated Press spaccia come “analisi” e distribuisce a testate in tutto il mondo; una serie di clichè alla disperata ricerca di una tesi. Dmitri Trenin, del Carnegie Moscow Center, fedele a chi gli paga lo stipendio, capisce poche cose e ne interpreta male molte. David Stockman almeno si diverte a smontare le bugie dello Stato della Guerra. Il top resta il consigliere economico di Putin Sergei Glazyev. Una delle sue tesi principali è che l’economia europea dovrebbe stare veramente attenta nel proteggere i propri interessi mentre gli USA cercano di “scatenare una guerra in Europa e una Guerra Fredda contro la Russia”. Questa, comunque, è la notizia bomba definitiva rilasciata da un Glazyev calmo, rilassato e composto. Guardatela con attenzione. Un dettagliato riesame di quanto Glayzev ha ripetuto per settimane, mixato con alcuni commenti eccezionali, porta ad una conclusione inevitabile: settori chiave della plutocrazia occidentale vogliono una continua e indefinita guerra con la Russia. Il sacro Graal del giornalismo non credere a nulla a meno che non venga ufficialmente smentito lo conferma. Il piano A della NATO è di impiantare batterie di missili in Ucraina, ciò sta già venendo discusso in dettaglio nella preparazione del meeting NATO dei primi di Settembre in Galles. Non c’è bisogno di dirlo, se dovesse accadere, per Mosca, la linea rossa verrebbe oltrepassata di parecchio, si darebbe la possibilità di un primo attacco ai confini russi occidentali. Il piano A di Washington a breve termine, nel frattempo, consiste nel creare una separazione (fisica NdT) tra i federalisti dell’Ucraina dell’Est e la Russia. Ciò implica finanziare direttamente e massivamente Kiev e parallelamente costruire, per mezzo di consiglieri statunitensi già sul posto, e armare una enorme armata (circa 500.000 entro la fine dell’anno, secondo le proiezioni di Glazyev). Lo scacco matto sul territorio sarebbe rinchiudere i federalisti in una minuscola area. Il Presidente ucraino Petro Poroshenko ha affermato che tutto dovrebbe accadere entro settembre, alla peggio entro la fine del 2014. Negli Stati Uniti e in gran parte dell’UE, si è sviluppata una mostruosa caricatura che rappresenta Putin come il nuovo Osama Bin Laden stalinista. Fino ad ora la sua strategia sull’Ucraina si è basata sulla pazienza quella che io ho definito Vald Lao Tzu stare a guardare le gang di Kiev suicidarsi mentre si tentava di sedersi civilmente con l’UE per trovare una soluzione politica. Ora ci potremmo trovare di fronte ad una variabile che cambia i giochi, perché l’ammassarsi di prove, che Glazyev e l’intelligence russa stanno fornendo a Putin, indicano l’Ucraina come campo di battaglia; come una spinta ad un cambio di Regime a Mosca, come spinta verso una Russia destabilizzata e come possibilità per una provocazione definitiva. Mosca, alleata con i BRICS, sta lavorando attivamente per bypassare il dollaro che rappresenta il punto di riferimento di una economia di guerra statunitense basata sulla stampa di inutili pezzi di carta verde. I progressi sono lenti ma tangibili: non solo i BRICS, ma anche gli aspiranti BRICS, i G-77, il Movimento Non Allineato e tutto il Sud del mondo ne hanno piene le tasche dell’eterno bullismo dell’Impero del Caos e vogliono un nuovo paradigma nelle relazioni internazionali. Gli USA contano sulla NATO che manipolano a loro piacimento e sul cane pazzo Israele, e forse nel GCC (Consiglio di Cooperazione del Golfo), le petro-monarchie Sunnite complici nel massacro di Gaza, che possono essere comprate/messe a tacere con uno schiaffo sul polso. La tentazione per Putin di invadere l’Ucraina dell’Est in 24 ore e ridurre in polvere le milizie di Kiev deve essere stata sovrumana. Specialmente con la crescente escalation di follia: missili in Polonia e presto in Ucraina; bombardamenti indiscriminati di civili nel Donbass; la tragedia dell’MH17, l‘isterica demonizzazione da parte dell’occidente. Un orso dalla pazienza limitata Putin è programmato per giocare la partita a lungo termine. La finestra per un attacco lampo ormai s’è chiusa; quella mossa di kung fu avrebbe fermato la NATO con un fatto compiuto e la pulizia etnica di 8 milioni di Russi e Russofoni nel Donbass non sarebbe mai iniziata. Putin non “invaderà” l’Ucraina perché l’opinione pubblica russa non vuole che lo faccia. Mosca continuerà a sostenere quello che si configura come un movimento di resistenza de facto nel Donbass. Ricordate: in circa 2 mesi, l’inverno inizierà ad imporsi in quelle lande Ucraine distrutte e saccheggiate dal FMI. Il piano di pace Russo-Tedesco trapelato potrà essere sviluppato sul cadavere di Washington. Questo nuovo Grande Gioco, in senso lato, punta anche a prevenire un’integrazione delle economie di UE e Russia attraverso la Germania, che diverrebbe parte di una più estesa integrazione eurasiatica che includa la Cina e la sua moltitudine di vie della seta. Se i commerci della Russia con l’Europa circa 410 miliardi di dollari nel 2013 sta per ricevere un colpo a causa delle sanzioni, ciò implica un movimento che spinga ad Est. Il che implica un aggiustamento del progetto di Unione Economica Eurasiatica. O una Grande Europa da Lisbona a Vladivostock l’idea iniziale di Putin. Aggiungiamo l’Unione Eurasiatica come commilitone della miriade di Vie della Seta cinesi. Tradotto sta a significare una forte partnership Cina-Russia nel cuore dell’Eurasia una terrificante maledizione per i Padroni dell’Universo. Non si sbaglia, la partnership strategica Cina-Russia continuerà a svilupparsi velocemente con Pechino in simbiosi con le immense risorse naturali e tecnologico-militari di Mosca. Per non menzionare i benefici a livello strategico. Una cosa del genere non accadeva dai tempi di Genghis Khan. Ma in questo caso Xi Jinping non sta arruolando un Khan per sottomettere la Siberia ed oltre. La guerra fredda 2.0 è ormai inevitabile perché l’Impero del Caos non accetterà mai che la Russia abbia una sfera di influenza in zone dell’Eurasia (come non accetta che ce l’abbia la Cina). Non accetterà mai la Russia come un partner paritario (l’eccezionalismo non ha eguali) e non perdonerà mai la Russia come la Cina per aver apertamente sfidato il cigolante e eccezionalista ordine imposto dagli Stati Uniti. Se il Dipartimento di Stato USA, guidato da quelle nullità che passano per leader, nella disperazione, andasse un passo troppo avanti potrebbe avvenire un genocidio nel Donbass, un attacco della NATO in Crimea o,nel peggiore dei casi, un attacco alla Russia stessa attenzione. L’orso colpirà. Pepe Escobar è autore di Globalistan: How the Globalized World is Dissolving into Liquid War (Nimble Books, 2007), Red Zone Blues: a snapshot of Baghdad during the surge (Nimble Books, 2007), e Obama does Globalistan (Nimble Books, 2009). Può essere contattato a pepeasia@yahoo.com. Fonte: http://www.atimes.com/ Link: http://www.atimes.com/atimes/Central_Asia/CEN-02-010814.html 02.08.2014
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