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maggio 25, 2014
Come la NATO produce gruppi di combattimento per attaccare la Russia
di Lucien Cerise
Traduzione di Alessandro Lattanzio
L’organizzazione più coinvolta fisicamente nel putsch di Kiev è nota come Pravý Sektor (Fazione Destra). Una federazione di gruppi da combattimento nata in Ucraina nel 1990 (UNA-UNSO, Tridente, ecc.), intrisa d’immaginario neo-nazista e fascista, il cui denominatore comune è avere la Russia come bersaglio costante di tutti i loro discorsi e azioni. Dopo il colpo di Stato a Kiev, i precursori della dissoluzione formale di Pravý Sektor da parte del nuovo governo diedero l’impressione che tale organizzazione sarebbe stata messa da parte dopo l’uso. Questo è ovviamente il destino che avrebbe subito se fosse stato uno strumento fortuito, recuperato e manipolato dalla NATO, ma con invece una sua logica ed autonomia. Quindi, fondamentalmente uno strumento incontrollabile, imprevedibile e pericoloso perché in grado di sfuggire o di rivoltarsi contro il suo manipolatore. Tuttavia, sembra che Pravý Sektor e le sue varie componenti non siano spontanee e infiltrate in un secondo momento, ma creazione sintetica della NATO sin dall’inizio, garantendo così totale obbedienza ai suoi padroni. A sostegno di questa tesi, numerosi elementi sono utilizzati per ricostruire il puzzle della NATO volto a destabilizzare e invadere il Paese con milizie locali formate per questo scopo.
Scott Rickard
3/3/14, Scott Rickard, ex-ufficiale dell’intelligence statunitense, linguista di NSA e US Air Force, confermò a PressTV che gli eventi in Ucraina erano stati orchestrati dagli Stati Uniti da anni, e nominò le due persone che investirono la loro fortuna nel fomentare i disordini: George Soros e Pierre Omidyar, fondatore di eBay. (1)
6/3 Russia Today intervista lo stesso funzionario dell’intelligence, che disse che il suo Paese aveva applicato in Ucraina la stessa strategia che in Africa e Medio Oriente: “Gli Stati Uniti creano reti strategiche nel mondo, alcune collegate ad organizzazioni umanitarie e altre ad organizzazioni fasciste e a personaggi che svolgono il lavoro sporco“. (2)
17/03, ancora su RussiaToday, Scott Rickard accusa ONG come USAID e NED, così come uomini nell’ombra sconosciuti al grande pubblico come Semjon Mogilevich, Carl Gerschman o rabbino Yaakov Bleich. Nella stessa intervista, Rickard ha anche sottolineato il coinvolgimento degli Stati Uniti nel jihadismo islamico e il ruolo di NATO, UE e Israele nel programma imperialista ed egemonico occidentale che avanza solo creando violenza e caos. (3)
28/03, su RIA Novosti questo specialista riferiva nuovamente delle azioni segrete, “Per 20 anni Washington ha lavorato per ampliare o spingere l’Ucraina nella NATO (…). L’intelligence statunitense opera in Ucraina, ma la Crimea, popolata da russi, fu teatro delle operazioni più difficili per gli statunitensi, da cui furono cacciati subito (…)” in generale, gli statunitensi collaborano con piccoli gruppi che pubblicano giornali locali per condizionare la popolazione. “Così si riunì per protestare oltre mezzo milione di persone a Kiev (…), ma fallirono due volte nel mobilitare solo 500000 manifestanti, mentre la popolazione Ucraina è di quasi 50 milioni di abitanti”(…) questo risultato non era eccezionale, considerando il fatto che per 20 anni si erano preparate tali proteste e quasi 5 miliardi furono spesi solo dall’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID)“. (4)
Victoria Nuland
06/02/14, una conversazione telefonica intercettata tra Victoria Nuland, assistente del segretario John Kerry nel Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, e Geoffrey Pyatt, ambasciatore degli Stati Uniti in Ucraina, finiva online. I due funzionari statunitensi parlavano tranquillamente degli individui da scegliere per comporre il prossimo governo ucraino. (5)
02/22, due settimane dopo il colpo di Stato, il presidente di Kiev se ne andò mentre l’agenda definita da Washington continuava.
21/04, la stessa Nuland ammise alla CNN che il suo Paese aveva speso 5 miliardi di dollari in Ucraina per sostenere il cambio di regime, fin dalla fine dell’Unione Sovietica: “Domanda: Quindi non so se ha sentito, Victoria, che per il deputato Nikonov, lei ha parlato di circa cinque miliardi di dollari per la democrazia, vedendovi la parola in codice per “cambio di regime”. Vicesegretaria Nuland: Non ho sentito parlare Nikonov. Gli Stati Uniti hanno investito circa cinque miliardi di dollari in Ucraina dal 1991, quando divenne uno Stato indipendente e nuovo partner dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Il denaro era destinato a sostenere le aspirazioni del popolo ucraino nell’avere un governo democratico forte che rappresentasse i suoi interessi. Ma certamente non abbiamo speso denaro per sostenere Majdan; era un movimento spontaneo, ben lontano da quello che la Russia usa finora in Ucraina orientale“. (6) L’ingerenza degli Stati Uniti negli affari interni dell’Ucraina viene riconosciuto qui inequivocabilmente, per essere poi negata nella seguente frase: “Gli Stati Uniti hanno investito circa cinque miliardi di dollari in Ucraina dal 1991 (…) Ma certamente non spendemmo soldi per sostenere Majdan; era un movimento spontaneo (…)“. In altre parole: “Sì, l’abbiamo fatto, ma attenzione non significa che l’abbiamo fatto!” Ma allora, dove sono finiti questi cinque miliardi?
Dmitrij Jarosh
Una prima risposta potrebbe essere: i cinque miliardi sono diventati scorte e campi di addestramento paramilitari che Dmitrij Jaroch, capo di Pravý Sektor, riconosce essere nel suo Paese da una ventina di anni.
04/02/14, Jarosh confermava queste ipotesi in due articoli, uno sul Time (“Nella sua intervista con il Time, Jarosh (…) ha rivelato per la prima volta che Pravý Sektor aveva accumulato un arsenale di armi letali“) e il secondo sul The Daily Journalist “S’è già addestrato? Sì, per 20 anni. Abbiamo già tante generazioni addestrate. I miei figli erano piccoli, ma ora mia figlia ha 20 anni ed ha speso tutta laa vita nel Tridente. (…) Dove esattamente si svolgono tali corsi? Nei campi di tutta l’Ucraina: Dnepropetrovsk, Dneprodzerzhinsk, Krivoj Rog, Pavlograd, Nikopol e così via. I ragazzi si riuniscono e seguono il loro piano di attività mensile, semestrale e annuale. Si addestrano e studiano. Seguono vari eventi volti alla de-comunistizzazione e decolonizzazione dell’Ucraina. (…) Come si finanzia la vostra organizzazione? Non mi riguarda, è tutto finanziato dalla gente. (…)” (7) Quando afferma di “non saperne, ma è finanziato tutto dalla gente”, Jarosh evita la questione del finanziamento dell’organizzazione, anche se può accumulare un arsenale e organizzare in diverse regioni e per 20 anni campi di addestramento dove i gruppi eseguono i loro piani mensili, semestrali o annuali seguendo formazione e corsi.
09/03, Radio France Internationale (RFI) riportava la prima conferenza stampa di Jarosh a candidato nelle elezioni presidenziali. Vi furono osservazioni chiaramente a favore dell’integrazione dell’Ucraina nell’Unione europea, “Dmitrij Jarosh è noto per i suoi appelli a una “rivoluzione nazionalista“, per dare l’Ucraina agli ucraini. Ma ora supporta l’accordo di associazione con l’Unione europea. E al momento di una possibile guerra contro la Federazione russa, vanta una generosa apertura, “L’Unione europea deve essere aperta, non solo all’Ucraina, ma anche alla Russia dice Dmitrij Jarosh. I russi sono una nazione europea e hanno il diritto a un futuro normale, invece di essere tenuti in ostaggio dalle ambizioni imperiali del loro governo“. (8)
19/03, in un’intervista a Newsweek dal titolo “Jarosh: russi insorgete contro Putin!”, lo stesso individuo continuava a parlare del “regime fascista” di Putin: “Newsweek: E’ vero che avete addestrato la forza di Fazione Destra per più di 20 anni? Jarosh: addestravo le truppe paramilitari per quasi 25 anni. Appena usciti dalla rivoluzione, i miei ragazzi continuano l’addestramento militare in tutta l’Ucraina, pronti a ripulire il Paese dagli occupanti. (…) Vorrei consigliare ai russi d’iniziare la lotta contro il regime fascista di Putin. (…) Putin ha costruito il suo potere con metodi fascisti. Ha ignorato i diritti costituzionali dei cittadini russi. In Russia, la polizia ha picchiato chi partecipa alle proteste di massa a Mosca e San Pietroburgo. Profuma di metodi fascisti per me. Si arrestano i manifestanti con cartelli contro la guerra. Questo è fascismo. (…) Abbiamo sostenuto la prima guerra cecena contro l’impero russo. Inviammo una delegazione in Cecenia. Abbiamo contribuito a curare la ferita cecena. Pubblichiamo libri ceceni“. (9) I legami con gli islamisti ceceni della NATO sono noti fin dalla prima guerra cecena (1994-1996).
24/03, un veterano della prima guerra cecena, uno dei capi di Pravý Sektor Aleksandr Muzichko improvvisamente cadde in disgrazia, probabilmente troppo ingombrante, fu assassinato dalla giunta golpista a Kiev, la stessa che aveva messo al potere un mese prima. Il 24/03 anche Dmitrij Jarosh, più docile e flessibile, fu premiato per la sua fedeltà dai padroni che gli diedero la leadership ufficiale della rete di 23 campi di addestramento sparsi in Ucraina. Non furono creati in un mese. Questi sono i famosi campi dove Jarosh portava i giovani (compresi i figli, a quanto pare) e hanno lo stesso scopo: addestrare le generazioni più giovani all’universo paramilitare per terrorizzare il popolo ucraino e attaccare la Russia quando l’ordine sarà dato da Washington. (11)
28/03, il settimanale polacco Nie (“No”) pubblicava un articolo che conferma il coinvolgimento della vicina Polonia (membro della NATO) nel colpo di Stato in Ucraina. L’articolo fu commentato da Thierry Meyssan di Réseau Voltaire e la traduzione è disponibile su Scriptoblog. Dice che il governo polacco, non contento di curare i feriti di Euro-Majdan nei suoi ospedali, per lo più teste rasate ricoperte di tatuaggi di svastiche e altri simboli esplicativi, li aveva anche addestrati alle tecniche dei colpi di Stato e agli scontri urbani, due mesi prima degli eventi, fornendo la supervisione congiunta di polizia ed esercito (12).
31/03, un articolo su Le Grand Soir riportava informazioni che dimostravano la complicità delle organizzazioni golpiste con le potenze occidentali. Pravý Sektor ha dichiarato: “‘L’Unione europea c’è favorevole e saremmo per l’adesione successivamente, questo è il motivo per cui alcuni aggiungiamo piccole stelle al nostro scudo nazionale, siamo per la terza via sì, ma nella NATO. Se gli statunitensi ci sostengono possiamo affrontare anche la Russia“. (…) Inoltre, dalla fine dello scorso anno Svoboda e Pravý Sektor hanno struttura, finanziamento e crescita difficili da spiegare, ma attribuiti dall’ex-capo dell’intelligence Aleksandr Jakimenko “all’afflusso evidente di donazioni straniere attraverso certe ambasciate che distribuivano grandi quantità di denaro. Ciò può essere verificato dalle visite fatte alle ambasciate di Polonia e Stati Uniti o attraverso il traffico di dollari intorno Majdan”. Migliaia di giubbotti antiproiettile da 1200 dollari per unità, apparecchi radio per comunicare, mense per rifornire tutte le “brigate” o fucili con mirino telescopico utilizzati ad “Euromajdan”, tutto ciò significa spendere somme significative contraddicendo la teoria dei gruppi nati da marginalità e disoccupazione. Proprio in queste mense, la “patriota Sofija”, come viene chiamata dai suoi camerati, serve zuppa, caffè, panini e cura gli attivisti. Se gli si chiede chi finanzia queste mense attive tutto il giorno nel rifornire migliaia di neo-nazisti, risponde evasivamente “molte persone ci amano, nel Paese e fuori“. (13)
01/05, un partito politico della sinistra francese, il Nuovo partito anticapitalista (NPA), pubblicava nel suo mensile L’Anticapitaliste un articolo di gennaio che ripete la versione NATO degli eventi, cioè della rivoluzione popolare spontanea, nonostante l’ovvio: “Le persone sono incredibilmente decise. Occupano la piazza centrale di Kiev da due mesi e continuano ad affrontare la polizia, per esempio con barricate di quattro metri. Molti edifici della zona sono occupati, compresi gli uffici del sindaco, il quartier generale dei sindacati e un grande centro espositivo. Vediamo ovunque un’auto-organizzata infrastruttura per cibo caldo, riscaldamento, assistenza sanitaria, centri di informazione, vestiti caldi e altre cose. Il livello di auto-organizzazione è impressionante. Tutto ciò è stato istituito dal popolo stesso, non da partiti politici“. (14)
Commento
Diverse conclusioni emergono dall’intersezione di queste informazioni: Euro-Maidan a Kiev, spacciata da media come rivoluzione spontanea contro un governo corrotto, è stata effettivamente programmata e preparata con addestramento paramilitare per 25 anni. La continuità degli sforzi tra prima e dopo il colpo di Stato è saldata dall’aggressione alla Russia, il cui regime è descritto come “fascista” e che sembra minacciare l’Ucraina con un’”occupazione”. L’insistenza di Dmitrij Jarosh sulla “minaccia russa”, consigliando i russi ad “iniziare la lotta contro il regime fascista di Putin”, rivelano che la retorica “fascista” e “anti-russa” assomigliano stranamente a quella delle compatriote Femen e dei giovani “fascisti” dell’Europa occidentale, in coro con il linguaggio dei media mainstream e della NATO. Inoltre, ciliegina sulla torta, Jarosh riconosce anche i legami tra la sua organizzazione e gli islamisti in Cecenia. Il cerchio si chiude. L’asse Washington-Tel Aviv (vero capo dell’alleanza militare) produce i suoi gruppi da battaglia anti-russi adattati alle culture locali. La NATO ha creato da zero 1) l’Islam “jihadista” filo-americano e filo-israeliano in Cecenia contro la Russia “infedele imperialista” (riproducibile in altre regioni, cambiando solo i nomi); 2) un’ultra-sinistra occidentale detta “Antifa” filo-americana e filo-israeliana, pienamente compatibile con il capitalismo e pronta ad attaccare la Russia come “persecutorice fascista degli omosessuali”; 3) un’ultra-destra ucraina “ultranazionalista” filo-americana e filo-israeliana, anch’essa pronta ad attaccare la Russia “fascista e imperialista”.
Ovviamente, i gruppi da battaglia sotto il controllo della NATO non si attaccano tra essi. Ad esempio, gli “antifascisti” francesi non dicono mai nulla contro i “jihadisti”, né contro i “fascisti/neo-nazisti” ucraini, ma al contrario passano il loro tempo ad insultare Bashar al-Assad e Vladimir Putin. Inoltre, tali gruppi da battaglia sono chiamati a collaborare. La guerra in Cecenia ha già portato “jihadisti” e “fascisti/neonazisti” ucraini ad incontrarsi e ad iniziare una partnership contro la Russia, che continua ancora oggi in Ucraina. Resta da collegare gli “antifascisti” occidentali agli altri due. L’unione sacra contro “minaccia russa”, “fascismo russo” e “imperialismo russo” dovrebbe servire a coagulare la narrazione tra questi gruppi, apparentemente incompatibili. L’”antifascista” accetta di buon grado di collaborare con i “jihadisti” “nella lotta contro l’islamofobia” e quindi “all’islamizzazione”. Al contrario, il trapianto con “fascisti” verrebbe realizzato a costo di una ristrutturazione semantica recente, ritratta come “resistenza all’imperialismo russo”, godendo l’antimperialismo di un significato difensivo in grado di radunare in base al vittimismo. Tale approfondimento del movimento ultra-destra ucraino è stato stimolato dallo stesso Dmitrij Jarosh, che cambia gradualmente il suo software adattandosi all’apertura al globalismo e all’Unione europea, rivelando così il suo vero scopo: legare le tendenze nazionaliste europee su un sentiero innocuo e compatibile alle organizzazioni globaliste UE e NATO. Inoltre, sezioni non-ucraine di Pravý Sektor emergono in diversi Paesi, tra cui la Francia.
Il metodo di Dmitrij Jarosh sono il tipico esempio di ingegneria sociale. Il gancio per conquistarsi la fiducia è un obiettivo dichiarato di Jarosh nei suoi vari interventi, come decolonizzare l’Ucraina, epurare il comunismo e la de-russificazione. Infatti, in pratica, ovviamente succede il contrario. Il progetto di decolonizzare l’Ucraina porta a farne una colonia statunitense. Le purghe anticomuniste tengono il passo con l’annessione alla nuova Unione Sovietica capitalista europea di Bruxelles. La de-russificazione dell’identità significa distruzione dell’Ucraina, culla storica del mondo russo e slavo. Il tutto lungi dal fare dell’Ucraina il culmine della guerra civile da esportare in Russia nell’ambito di un conflitto triangolare che diffonde caos nel mondo.
Note:
1. «US orchestrated overthrow in Ukraine: Analyst», Press TV, interview with Scott Rickard, former American intelligence linguist, 03/03/14.
2. «US using their Africa and Middle East strategy in Ukraine», Russia Today, 06/03/14.
3. «US foreign aid agencies paid for Kiev street violence ex-US agent Scott Rickard», Russia Today, 17/03/14.
4. «Ukraine: les USA ont mis 20 ans à préparer l’EuroMaïdan (ex-espion américain)», Ria Novosti, 28/03/14.
5. «Ukraine crisis: Transcript of leaked Nuland-Pyatt call», BBC, 07/02/14.
6. «Interview With Christiane Amanpour on CNNI’s Amanpour», U.S. Department of State (Interview, Victoria Nuland, Assistant Secretary, Bureau of European and Eurasian Affairs, Via Satellite, Washington, DC), 21/04/14.
7. «Exclusive: Leader of Far-Right Ukrainian Militant Group Talks Revolution With TIME», Time, 04/02/14. «Interview with Dmytro Yarosh, Leader of Right Sector», The Daily Journalist (Ukrains’ka Pravda, 04/02/14, An Interview by Mustafa Nayyem and Oksana Kovalenko. Translated from Ukrainian by William Risch).
8. «Présidentielle en Ukraine: l’ex-paramilitaire Yarosh devant la presse», RFI, 09/03/14.
9. «Yarosh: Russians, rise up against Putin!», Newsweek, 17/03/14.
10. «Coup d’État occidental en Ukraine : Pravy Sektor, jeté après usage»
11. «Kiev authorities giving school camps to neo-Nazis for military training»; «Coup d’État occidental en Ukraine : Washington et Tel Aviv à la manœuvre».
12. «Coup d’État occidental en Ukraine: traduction de l’article du journal “Nie” sur Pravy Sektor et l’implication de la Pologne»
13. «Les néonazis patrouillent à Kiev», Le Grand Soir, 06/04/14.
14. «Retour sur Maïdan, ses contradictions et les tâches de la gauche», entretien du 19/01/14, L’Anticapitaliste n°54, 01/05/14.