La Voce della Russia La Polonia e i Paesi baltici paladini dello scudo antimissile USA in Europa Al summit della NATO che si terra il 4 e 5 settembre in Galles la Polonia e i Paesi baltici stanno per mettere in campo la proposta di registrare ufficialmente il sistema di difesa antimissile americano in Europa come sistema diretto a contenere la Russia. Mosca ha da tempo fatto capire che la zona di schieramento dello scudo antimissile in Polonia e in Romania non ha niente a che vedere con la difesa dell’Europa da “stati canaglia” tipo Iran o Corea del Nord. Come ai tempi di George Bush padre, il bersaglio principale dello scudo antimissile di Obama, dei missili schierati in Polonia e in Romania resta il potenziale missilistico-nucleare della Russia. Se l’idea dei “partner minori” degli USA passerà, sarà confermato questo fatto da tempo ovvio per il Cremlino. Già nel 2009 il presidente Barack Obama ha aggiornato la concezione di Bush del sistema di difesa antimissile aggiungendovi la componente marittima e trasferendo una parte dei sistemi dalla Repubblica Ceca in Romania. La componente marittima dello scudo antimissile USA può essere schierata nelle zone del Mar Nero, del Mar Baltico e del Mare di Barents. È stato il tedesco Spiegel ad informare dei piani dei Paesi baltici e della Polonia di fissare in documenti la formula relativa all’impiego dello scudo antimissile contro la Russia. È strano che siano proprio i Paesi baltici e la Polonia a gridare più forte di tutti gli altri della nuova architettura dello scudo antimissile in Europa, fa notare Serghej Oznobišev, direttore dell’Istituto per le valutazioni strategiche. Né loro, né gli altri europei sono autori dell’idea dello scudo o elaboratori della sua concezione. Ne sono l’autore gli USA. Si tratta, quindi, del discorso di persone poco competenti, ritiene l’esperto: È assolutamente ovvia l’assurdità militare della tesi che lo scudo antimissile in Europa sarebbe destinato alla difesa contro i missili iraniani. L’Iran non dispone adesso e non avrà neanche in un futuro previdibile il potenziale per creare missili capaci di attaccare l’Europa. Vi possono essere, certamente, singoli esemplari di missili che potrebbero raggiungere, ad esempio, Monaco di Baviera. Ma sono esemplari sperimentali. L’Iran è adesso un attivo negoziatore nelle questioni della limitazione del proprio potenziale nucleare. L’Iran ha smesso di essere parte integrande dell’“asse del male”, di cui avevano parlato i presidenti predecessori di Obama. Tali posizioni sono condivise anche da Aleksandr Gusev, direttore dell’Istituto di programmazione strategica: Per alcuni anni la Russia ha chiesto alla NATO e agli USA come architetto principale dello scudo antimissile in Europa di fornire garanzie scritte del fatto che il nuovo sistema di difesa antimissile in Europa non sia rivolto contro la Russia. Ma in tutti questi anni gli americani non hanno reagito in nessun modo a tale richiesta. Hanno semplicemente ripetuto che questo sistema è destinato a garantire la difesa dalle minacce provenienti dalla zona del Medio Oriente e dalla Corea del Nord. Ma questo sistema viene schierato contro le Forze Armate della Russia. Gli USA e i loro satelliti principali in Europa, ossia la Polonia e i Paesi baltici, si adoperano per far passare questa idea che per noi è assolutamente inaccettabile. Già il presidente Dmitrij Medvedev ha più volte discusso con Barack Obama l’idea che gli USA e la NATO devono dare alla Russia garanzie scritte giuridicamente vincolanti della “neutralità” dello scudo antimissile americano. Ma Washington si rifiuta recisamente di farlo. Nella NATO sono la Germania e la Francia ad intervenire contro il “certificato antirusso” dello scudo antimissile in Europa ritenendo che non si debba provocare Mosca. La Russia non crede più sulla parola agli USA e alla NATO che negli anni ’90 promisero che la NATO “non si sarebbe avvicinata nemmeno di un pollice ai confini della Russia”. Lo disse nel febbraio del 1990 il segretario di Stato americano James Baker. Gli stenoscritti tedeschi resi di pubblica ragione dimostrano che nel 1990, durante la conversazione con l’allora ministro degli Esteri sovietico Eduard Shevardnadze le stesse cose furono dette anche dal capo della diplomazia tedesca Hans-Dietrich Genscher: “La NATO non si estenderà verso est”. Ma a partire dal 1999 sono entrati a far parte della NATO tutti gli ex membri del Blocco sovietico. Il numero dei paesi membri della NATO è cresciuto da 12 a 28. La Russia è stata semplicemente ingannata. Mosca ha già più volte dichiarato che risponderà allo scudo in Europa con provvedimenti atti a garantire la propria sicurezza e l’efficienza delle proprie forze di contenimento. Nella regione di Kaliningrad possono essere schierati sistemi operativi tattici Iskander-М. È un’arma d’alta precisione capace di superare facilmente la difesa antimissile. Un altro passo di risposta di Mosca potrebbe consistere nella studio e produzione di missili balistici intercontinentali (MBI) ferroviari. Il nuovo missile avrà dimensioni due volte minori rispetto al suo predecessore, ossia il missile SS-24 Scalpel che veniva prodotto già nel periodo sovietico. Sarà quindi più difficile da scoprire. I primi MBI ferroviari sovietici SS-24 furono messi in dotatore delle truppe nel 1987. Nel 1991 si contavano già 12 treni missilistici. Nel 2002, conformemente al Trattato sulla riduzione delle armi strategiche, questi missili furono dismessi e la loro ultima base fu chiusa nel 2007. Nondimeno il nuovo Trattato sulle armi strategiche non vieta lo schieramento di MBI ferroviari.
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