Il Fatto Quotidiano
11 agosto 2014

Kiev assedia Donetsk e Lugansk. L’Ue diffida Putin: “No a intervento russo”

L’offensiva delle truppe ucraine contro i miliziani separatisti dell’est russofono del Paese prosegue: secondo fonti locali tre civili sono stati uccisi dai proiettili d'artiglieria, mentre 16 sono rimasti feriti. Tensione tra Bruxelles e il Cremlino su una missione che la Russia definisce "umanitaria" in territorio ucraino, poi arriva l'ok di Poroshenko

L’offensiva di Kiev nell’est dell’Ucraina non si ferma.  L’azione delle truppe ucraine contro i miliziani separatisti dell’est russofono del Paese prosegue e “per i civili è preferibile lasciare le città di Donetsk e Lugansk che stanno per essere liberate”. Lo ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza ucraino, Andrii Lisenko, citato dall’agenzia Interfax. Secondo notizie diffuse dal consiglio comunale di Dontesk, tre civili sono stati uccisi dai proiettili d’artiglieria che si sono abbattuti sulla città nel fine settimana, mentre 16 sono rimasti feriti. Tra le strutture danneggiate dai bombardamenti vi sarebbero la reception di una clinica e un ospedale.

Mosca: “Missione umanitaria in Ucraina”. No di Barroso, poi l’ok di Kiev

Mosca e Kiev hanno trovato un’intesa per una missione umanitaria in Ucraina sud-orientale sotto l’egida della Croce rossa internazionale. Lo ha annunciato nel pomeriggio il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, citato dall’agenzia Itar-Tass. Immediata la risposta dell’Unione Europea. Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione Ue, ha diffidato Vladimir Putin dal mettere in campo azioni militari unilaterali in Ucraina, dietro qualsiasi pretesto, incluso l’umanitario. La risposta del Cremlino è arrivata subito dopo, in una telefonata tra Putin e lo stesso Barroso: la missione umanitaria in territorio ucraino sarà condotta “in cooperazione con i rappresentanti del Comitato internazionale della Croce rossa internazionale”. Secondo l’ufficio stampa del Cremlino, Putin ha evidenziato “le conseguenze catastrofiche dell’operazione militare che le autorità di Kiev stanno portando avanti nelle regioni sud-orientali e la necessità di fornire immediatamente un aiuto umanitario nella zona di conflitto”. In serata è arrivato l’ok di Kiev. Lo fa sapere l’ufficio del presidente ucraino Petro Poroshenko, sottolineando che la missione è stata decisa in accordo con l’Ue, la Russia e altri partner internazionali, e ha il sostegno del presidente Usa, Barack Obama. Proprio Obama, in serata, ha avuto un colloquio con il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi, nel quale hanno parlato delle diverse crisi internazionali in atto. Il due sono d’accordo sul fatto che ogni intervento in Ucraina con il pretesto degli aiuti “umanitari” deve essere fatto con il consenso e l’autorizzazione del governo di Kiev. Qualsiasi misura russa non in conformità con questi requisiti sarebbe inaccettabile, violerebbe le leggi internazionali e porterebbe ad ulteriori sanzioni

top