La Voce della Russia - 7/7 2014 - "Sulla base del piano di pace del presidente Poroshenko e della dichiarazione comune dei ministri degli Esteri di quattro Paesi adottata a Berlino il 2 luglio scorso (Russia, Francia, Germania e Ucraina), il gruppo di contatto trilaterale dei rappresentanti di alto livello provenienti da Ucraina, Russia ed OSCE sottolinea la necessità di compiere urgentemente progressi concreti verso una soluzione pacifica della crisi" si legge nel documento. Secondo il gruppo di contatto, “il prossimo ciclo di colloqui dovrebbe essere effettuato senza indugi il più presto possibile”. |
LaVoce della Russia L’Europa sta aspettando la risposta di Poroshenko Il ministro degli Esteri della Germania, Frank-Walter Steinmeier, ha esortato Kiev ad implementare immediatamente gli accordi sul rinnovo della tregua e sui contatti con i rappresentanti dell’Est, raggiunti il 2 giugno a Berlino nell’ambito dell’incontro a quattro. Le consultazioni di Berlino tra i ministri degli Esteri di Germania, Russia, Francia e Ucraina erano state promosse appunto da Steinmeier. Secondo Berlino, Parigi e Mosca, i contatti tra le parti devono iniziare entro il 5 luglio. “Non possiamo perdere tempo”, - ha detto Steinmeier in un’intervista al quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeintug. Il ministro è convinto che “senza la disponibilità a negoziare non succederà nulla”. I ribelli dell’Est dell’Ucraina hanno già dichiarato che sono pronti a iniziare le trattative e a cessare il fuoco. Gli accordi di Berlino sono stati firmati dal ministro degli Esteri dell’Ucraina, Pavel Klimkin, tuttavia il regime di Kiev ha più volte dimostrato che le firme e le promesse dei ministri ucraini oggi non valgono quasi niente. L’Europa aspetta con ansia la reazione di Kiev. In privato i diplomatici europei riconoscono che questa risposta sarà un indicatore per vedere chi sta avendo la meglio a Kiev: il “partito della guerra” e il blocco neonazista, sostenuti da Washington, o quelli che si fidano del buon senso. Si vedrà anche se il nuovo presidente ucraino ha davvero il potere decisionale ed è pronto alla pace, oppure non è affatto un presidente. In Europa c’è poco ottimismo. Gli europei hanno notato che dopo essere stato informato dal suo ministro degli Esteri dei risultatai dell’incontro di Berlino Poroshenko ha subito telefonato al vice presidente USA Joe Biden, prima ancora di incontrare il Consiglio di sicurezza dell’Ucraina. Finora tutte le decisioni sulle azioni di forza nell’Est del paese sono state prese da Poroshenko, e prima di lui dal presidente ad interim Turcinov, dopo le telefonate a Washington. È del tutto chiaro che Poroshenko è stato costretto a riprendere la guerra, e a usare metodi ancora più crudeli, dalle destre ucraine e dai “tutor” americani, fa notare il direttore del Centro di studi eurasiatici Vladimir Kornilov. L’OSCE e tutti i maggiori paesi d’Europa gli chiedevano di prorogare la tregua, ma il loro appello è stato ignorato. La crisi umanitaria in Ucraina ormai è un fatto compiuto. Le sue proporzioni stanno crescendo ogni giorno e sarà molto difficile arginare la catastrofe, anche se si ritorna alla tregua. Penso che la decisione di Poroshenko di riprendere la rappresaglia abbia scioccato non solo Donbass e la Russia, ma anche l’Europa. L’impegno della Germania, paese leader dell’UE, per trovare la soluzione dimostra che in Europa si comincia a capire chi è il vero responsabile dello spargimento di sangue, dice l’esperto dell’Istituto di ricerche strategiche Yuri Glushchenko. Se prima dell’acuirsi della crisi e l’inizio dello sterminio degli abitanti di Donetsk e Lugansk qualcuno poteva avere dei dubbi circa i piani strategici degli USA, adesso soltanto un cieco non vede la verità. Gli USA, crede Yuri Glushchenko, vogliono trasformare l’Ucraina e tutta la regione in una specie di “nuovi Balcani”. Dato che la frontiera russo-ucraina è lunga circa 2 mila chilometri, Washington crede che la crisi permanente in Ucraina possa diventare un punto dolente della Russia. La teoria dei “conflitti controllati” e del “caos controllato”, che gli USA stanno implementando nel Medio Oriente, ora viene applicata anche in Ucraina. In sostanza, in Ucraina abbiamo a che fare non con una guerra delle autorità centrali contro i cosiddetti “separatisti”, ma con una guerra “semicalda” che gli USA stanno combattendo contro la Russia, e l’Europa comincia a capirlo. La Germania sta cercando la soluzione della crisi ucraina insieme alla Russia, perché nessun’altro è in grado di contribuire effettivamente allo spegnimento della crisi, crede la maggioranza degli esperti russi. A differenza degli USA, l’UE non parla più del cosiddetto terzo pacchetto delle sanzioni contro la Russia. Il portale UE Observer riferisce che a Bruxelles i diplomatici dicono che le sanzioni rimangono sull’agenda solo per non irritare Washington. Probabilmente agli USA riesce difficile capire che l’Europa vuole avere come partner associato un paese economicamente e politicamente stabile, e non un territorio dove regna il “caos controllato”, dice l’esperto dell’Istituto Internazionale di Studi Politico-Umanitari, Vladimir Bruter. Ciò sarà possibile solo dopo la fine della crisi e dopo le trattative che sono impensabili senza la Russia. I vecchi membri dell’UE, compresa persino la Gran Bretagna, capiscono bene che le nuove linee di divisione in Europa non servono a nessuno. La Francia e la Germania capiscono che con la Russia bisogna negoziare. Gli accordi servono per evitare una nuova spirale del confronto, in primo luogo nel campo militare. L’Europa ha firmato con l’Ucraina accordi di associazione e i leader europei sono molto irritati dal fatto che nel paese che ha firmato questi accordi sia in corso una guerra. I loro interessi esigono la normalizzazione della situazione in Ucraina. Il 3 luglio a Bruxelles sono iniziate le consultalzioni trilaterali tra gli esperti di Russia, Ucraina e UE sull’implementazione degli accordi di associazione e dell’area di libero scambio con Kiev. Le consultazioni vengono svolte nell’ambito di preparazione dell’incontro ministeriale fissato per l’11 luglio. La Russia aveva proposto queste trattative ancora in settembre dell’anno scorso e ha continuato a proporle fino al mese di febbraio, ma allora la proposta della Russia è stata respinta dall’UE. Se la discussione venisse svolta prima, probabilmente si poteva evitare la crisi ucraina.
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