http://aurorasito.wordpress.com Novorossija: assalto contro il tempo “Mio padre mi ha detto che si univa alla Milizia, ed è un uomo di parola. Non volevo combattere contro di lui e contro i miei connazionali. Ecco come è successo che mi sono dimesso”, afferma l’ex-paracadutista Jaroslav, della stessa brigata paracadutisti dei sei equipaggi di APC che si rifiutarono di seguire gli ordini dei golpisti di attaccare la città, passando con la milizia di Slavjansk. Al momento Jaroslav era ad un checkpoint vicino la nativa Kramatorsk. Dice che i commilitoni si preparavano alla battaglia, ma non capivano contro chi: “Non avevano idea, davvero. Tutto perché ci hanno detto che avremmo combattuto terroristi e separatisti, ma poiché sono di Karamatorsk ho capito chi fossero i “terroristi”. Ascoltando l’ufficiale si poteva pensare che mia nonna fosse una terrorista”. “Quando presero un quartiere di Kramatorsk, controllarono ogni casa per vedere se c’erano armi o se gli abitanti avevano contatti con la Milizia. E, se c’erano avrebbero ucciso tutti donne, bambini, uomini. Hanno giustiziato intere famiglie!“ 27 giugno, bombardamenti su Slavjansk e Semjonovka e scontri ad Artjomovsk. Un punto di controllo dei golpisti viene raso al suolo, dove 3 soldati ucraini sono eliminati e altri 4 feriti (secondo il ministero ucraino). Scontri a Kramatorsk (Repubblica Popolare di Donetsk) e alla periferia di Lugansk, a Metalist e Kamenaja Boroda (Repubblica Popolare di Lugansk). Ad Artjomovsk, i majdanisti sparano su un pullman uccidendo 2 civili. Kiev subisce nei combattimenti a Kramatorsk 4 caduti e 7 feriti della Guardia Nazionale. 28 giugno, scontri a Krasnij Partizan, dove i distaccamenti della naziguardia subisce perdite e si ritira. Un aereo paracaduta un carico di cinque contenitori sul colle Karachun. La base 3023 delle forze del ministero degli Interni ucraino cede le armi, mentre parte dell’unità militare 3004 aderisce alle forze armate della Repubblica del Donetsk. I coscritti sono rilasciati dal governo della RPD, mentre la naziguardia tenta di occupare il posto di frontiera di Krasnopartisansk, ma l’attacco viene respinto. 10 droni conducono operazioni di ricognizione su Slavjansk e una grande quantità di munizioni viene consegnata per il bombardamento delle posizioni della milizia dell’autodifesa, in violazione del “cessate il fuoco”. Scontri presso Vostochnij, con l’impiego da parte dei miliziani di un 2S9 Nona, dotato di un mortaio da 120 mm, e di lanciagranate AGS-17 Plamja, distruggendo numerosi nidi di mortaio della naziguardia. Bombardamenti su Selidovo e Ukrainsk. Aleksandr Karjakin, presidente del Presidium del Consiglio Supremo della RPL, afferma che “Le forze ucraine ignorano l’ordine emesso da Poroshenko. O il presidente manca di autorità o le forze armate prendono decisioni indipendenti. Vi è anche una figura come Kolomojskij, che ha annunciato che non avrebbe rispettato l’ordinanza del presidente sul cessare il fuoco”. A Semjonovka si svolge una manovra con l’utilizzo di 1 carro armato T-72B2 Rogatka e di AGS Plamja. Scontri nella zona del campo d’aviazione di Kramatorsk. 29 giugno, i majdanisti bombardano Slavjansk, uccidendo 3 civili, mentre a Kiev si radunano i neonazisti in favore dell’invasione del Donetsk. I battaglioni neonazisti Donbass, Dnepr, Ajdar e le organizzazioni di Majdan, guidati da Simon Semenchenko, capo del battaglione Donbass, chiedono a Poroshenko d’interrompere il ‘cessate il fuoco’, dichiarare la legge marziale nel Donetsk e arrestare gli oligarchi Viktor Medvedchuk e Rinat Akhmetov “per attività anti-statali e anti-costituzionali“. Bombardate dai golpisti Vostochnij, Semjonovka e Seleznjovka. La milizia prende il controllo della fabbrica chimica DZhI e comincia a riattivarla per fabbricarvi munizioni. Il distaccamento speciale dell’esercito della Repubblica Popolare del Donetsk prende il controllo della guarnigione del Reggimento della difesa missilistica antiaerea A1402, dotato di sistemi mobili Buk-1M. A1402 è una unità militare formata nella regione di Alekseevka Belgorod-Dnestr, Odessa. Nel 2007 fu ridislocata nel Donetsk. Il reggimento A1402 svolgeva compiti di protezione delle frontiere orientali ucraine ed era posto a difesa degli importanti centri industriali del Donbas. Il sistema di difesa aerea Dom può rilevare bersagli a una distanza di 150 km, e può colpirli con il sistema di difesa aerea Buk a una distanza di 20 km. L’esercito ucraino esaurisce le riserve e i mobilitati ucraini non vogliono combattere. Le forze majdaniste hanno chiuso tutti i corridoi umanitari per Kramatrosk. Sul versante settentrionale del colle Karachun, una postazione di artiglieria majdanista viene soppressa. I golpisti usano armi chimiche contro Semjonovka. Il deposito munizioni nella base militare ucraina di Bosse viene fatto esplodere dai golpisti in ritirata, “Le munizioni sono esplose subito dopo che gli ucraini hanno lasciato la base. Sembra che la detonazione sia stata innescata a distanza”. Il locale reggimento del ministero degli Interni vi aveva concentrato quantità di esplosivo ed armi destinate alle 5 unità di Pravyj Sektor dirette su Donetsk, ma con l’imminente occupazione da parte della milizia dell’autodifesa, le hanno fatto esplodere. Bombardamento di Slavkurort. 30 giugno, bombardamenti pesanti su Kramatorsk e Slavjansk con l’utilizzo di armi chimiche, lanciarazzi (MLRS) Grad e Uragan, aerei Sukhoj. Colpiti un edificio di 7 piani e 2 ospedali. L’esercito di Novorossija ha abbattuto la torre radio/TV di 110 m sul Karachun, usata dai majdanisti come piattaforma d’osservazione. Combattimenti tra carri armati a Karlovka, nella regione del Donetsk. “Una battaglia tra carri armati è in corso a Gorlovka, presso Donetsk. Nel frattempo, quattro autocarri del battaglione Vostok sono all’ingresso di Gorlovka“. La milizia dell’autodifesa attacca una postazione majdanista a Uljanovka Krasnoarmejskij utilizzando un carro armato Josip Stalin III della Seconda Guerra Mondiale, eliminando così tre mercenari golpisti. A Dolzhanskij, sul confine meridionale di Lugansk, distrutto un BTR ucraino. 1 luglio, i golpisti bombardano intensamente Kramatorsk, Slavjansk, Krasnij Liman, Jampol e Krivaja Luka. Intensi combattimenti nella zona di Vishnevo-Djakovo. A Metalist (sobborgo di Lugansk), i majdanisti si ritirano. Bombardamento aereo del villaggio Belenkoe, presso Kramatorsk. Nella RPL combattimenti a Zheltoe, Metalist, Stanitsa Luganskaja e Krasnij Partizan. Bombardamenti dei majdanisti su Snezhnoe, Savr-Mogila, Rubezhnoe, Nikolaevka, Svjatogorsk e Piskunovka. Almeno 6 morti e 4 feriti nel bombardamento di Kramatorsk. Assaltata una colonna majdanista presso Kombikormovij, quando un 2S9 Nona della milizia la bombarda distruggendo 5 autocarri dei rifornimenti. Nell’attacco alle posizioni del Battaglione Mozgovoj Lisichansk della Milizia dell’autodifesa, nella città di Seversk, i golpisti perdono 2 APC prima di ritirarsi. Scontri al confine tra RPL e Federazione russa ad Izvarino, i miliziani distruggono 6 carri armati T-64, 2 BMP, 2 autocarri Ural, 1 BTR e 2 mortai. A Slavjansk 1 morto e 3 feriti nei bombardamenti della città. Un elicottero d’assalto MI-8 e 2 Su-25 vengono abbattuti presso Lugansk, e un cacciabombardiere Su-24 viene abbattuto su Semjonovka. In totale, il 1° luglio vengono abbattuti 5 aeromobili ucraini, l’ultimo su Rajgorodok. A Donetsk viene arrestato l’ufficiale di polizia Pozhidaev, subordinato a Kiev. Non vi sono più forze filo-golpiste a Donetsk. A Krasnodon (Lugansk) la milizia cattura 2 carri armati e un BTR-80 nemici. Tra Makarova e Shatsja, sulle rive del fiume Donetsk, 20 km a nord di Lugansk, la milizia respinge l’assalto dei corazzati majdanisti, distruggendo 6 carri armati e 8 veicoli corazzati ucraini. Il consigliere del ministro degli Interni golpista Anton Gerashenko riconosce che l’aeroporto di Lugansk è isolato e circondato dalla milizia dotata di sistemi antiaerei. Almeno 18 civili uccisi nei bombardamenti dei golpisti. Dal 2 maggio, le forze golpiste hanno subito la perdita di 3650 miliziani tra caduti e feriti, tra cui un generale, 15 elicotteri da combattimento, 27 veicoli della fanteria BMP, 40 veicoli da trasporto truppe BTR, 2 unità di artiglieria 2S9 Nona, 4 carri armati T-64, 1 aereo da ricognizione Antonov An-30, 1 aereo da trasporto strategico Il-76, 3 jet Su-25, 6 autocarri, un sistema lanciarazzi multipli Grad, 2 sistemi lanciarazzi multipli Uragan, 2 autocarri Ural. Sono stati catturati dalle forze di autodifesa del Donbas 12 BTR, un carro armato T-34, due unità di artiglieria 2S9 Nona, 6 BMP, 5 autobus, 5 carri armati T-64, 6 autocarri, 1 mortaio automatico Vasilek, 1 sistema missilistico anticarro Fagot, 3 lanciagranate automatici AGS-17 Plamja. Anche 3 agenti delle forze speciali del gruppo SBU Alfa sono stati catturati, oltre a 490 combattenti della “guardia nazionale”. Aleksej Mukhin, direttore del Centro per la politica d’informazione, annuncia che 270 mercenari stranieri sono stati uccisi nell’operazione avviata il 2 maggio: 61 polacchi della ASBS Othago, 40 della compagnia statunitense Greystone e 125 della statunitense Academi, 26 cecchini baltici e 18 ufficiali della NATO. Inoltre, nella sola giornata del 1° luglio i golpisti hanno perso almeno 14 soldati, 8 carri armati T-64, 3 BTR-80, 10 BMP, 1 elicottero Mi-8, 4 aerei d’attacco Su-25 e 1 cacciabombardiere Su-24, 9 autocarri e 2 mortai. Vengono catturati anche 20 sistemi lanciarazzi Grad. Infine, il 2 luglio, all’aeroporto di Dnepropetrovsk si schianta un aereo d’attacco ucraino Su-25, di rientro dal bombardamento di Donetsk. Una serie di misure per una via d’uscita dalla crisi ucraina viene concordata tra i ministri degli Esteri di Germania, Francia, Russia e Ucraina incontratisi a Berlino. Nella dichiarazione congiunta, i ministri hanno chiesto al gruppo di contatto di riprendere il lavoro “entro e non oltre il 5 luglio con l’obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco permanente, incondizionato e di comune accordo“. Il gruppo dovrebbe comprendere rappresentanti di Kiev e delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. “Il cessate il fuoco deve essere monitorato dalla Missione di monitoraggio speciale OSCE in Ucraina, in conformità con il suo mandato“. “Tutte le parti devono contribuire a un ambiente sicuro“. Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha detto, “Il nostro compito è prima di tutto raggiungere la pace e la sicurezza. Penso che l’accordo tra i quattro Paesi raggiunto rappresenti un passo nella giusta direzione”. Turchinov e gli altri agenti nazi-atlantisti, che operano in favore dell’influenza di Washington in Ucraina, cercano da giorni di sabotare tale accordo, “Faremo di tutto per eliminare i separatisti e liberare l’est dell’Ucraina“, ha detto Aleksandr Turchinov, il ‘presidente’ del parlamento golpista ucraino. Sono 110000 i rifugiati ucraini in Russia. Il primo ministro russo Dmitrij Medvedev dichiara che il presidente ucraino Petro Poroshenko è personalmente responsabile di ogni vittima dell’azione militare di Kiev, “Rompendo la tregua, il presidente Poroshenko ha commesso un grave errore. Provocherà nuove vittime, e ne sarà personalmente responsabile. Sarà molto più difficile rilanciare i colloqui. Queste sono le regole di una guerra“. Il Vicepremier russo Dmitrij Rogozin promette “pieno sostegno” alla Transnistria, spiegando che con l’associazione della Moldavia all’UE, Mosca aprirà i suoi mercati alla repubblica di Transnistria e le fornirà aiuti. L’obiettivo della Russia è garantire condizioni di vita dignitose ai residenti della Transnistria. Funzionari governativi di Russia e Repubblica di Transnistria hanno firmato una serie di memorandum sulla cooperazione nel commercio, economia, istruzione e cultura. Rogozin ha definito la posizione pro-UE della Moldova contraria alla “logica naturale della vita”, quando 700000 cittadini moldavi lavorano in Russia e i loro redditi sostengono il bilancio del loro Stato. Ha ribadito che Chisinau non prende in considerazione gli interessi del popolo della Transnistria. “Oggi i diritti fondamentali dei residenti della Transnistria vengono violati dalla Repubblica di Moldavia e da tutti coloro che sostengono la firma dell’accordo di associazione con l’Unione europea. In questa situazione ci accingiamo a rivolgerci a una prassi insolita, ma permessa dal diritto internazionale e dalla nostra Costituzione, fornendo ogni tipo di assistenza alla regione in modo che la Transnistria possa sopravvivere a tale periodo difficile“. Fonti:
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