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17/11/2014

Sospesa la Convenzione europea dei diritti dell'uomo nelle aree controllate dai separatisti

In quello che i separatisti filo-russi chiamano "un atto di genocidio", il presidente ucraino Petro Poroshenko ha firmato venerdì 14 novembre un decreto che porrà fine al sostegno statale a favore delle regioni orientali entro un mese.

Il decreto prevede il blocco dei conti correnti da parte della Banca Centrale delle imprese e della popolazione nelle regioni dell'Ucraina orientale controllate dai separatisti, il trasferimento dei prigionieri (i detenuti per reati minori saranno rilasciati), e aspetto più preoccupante in vista dell’inizio dell’inverno, la sospensione di tutti i servizi pubblici, compresi quelli cruciali, come scuole, ospedali e servizi di emergenza ; e le centrali elettriche locali saranno oggetto di nuove leggi che potrebbero comportare il taglio delle forniture di energia alle strutture che non pagano.

Il leader di Luhansk ha definito, "il blocco socio-economico totale del Donbass un atto di genocidio e di devastazione del nostro popolo" e come le immagini di AFP dimostrano, le corse agli sportelli sono già cominciate in tutta la regione.

Come si legge su RT, “probabilmente la parte più controversa del decreto è la sospensione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo nelle aree controllate dai ribelli. L’art 15 della Convenzione prevede “la sospensione di alcuni diritti fondamentali nel caso in cui, in tempo di guerra o di pubblica emergenza, la vita della nazione sia a rischio” .

Kiev ha insistito che la campagna militare che ha lanciato contro le province separatiste non è una guerra, ma una "operazione anti-terrorismo."

A quanto pare l'operazione minaccia la vita dell’Ucraina, che ora osserva solo le disposizioni della Convenzione che non possono essere derogate in alcun caso. In particolare, il diritto alla vita, il divieto di tortura, il divieto di schiavitù o servitù, il principio della riserva di legge in materia penale". 

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