Ria Novosti
La Voce della Russia
17 agosto 2014

Olya, combattente della milizia popolare
di Anna Fedorova

Guardando una fragile ragazza diciannovenne di nome Olya della città ucraina di Gorlovka non si intuisce che è già un'esperto combattente della milizia popolare. La guerra civile nell'Ucraina Orientale le ha spezzato la giovinezza, ma Olya non sembra infelice anche se confessa che aspetta tanto l'arrivo della pace.

Ricordando i motivi che l'hanno portata nelle file della milizia popolare della Repubblica popolare di Donetsk non riconosciuta, Olya ha raccontato che "l'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso" per lei è stata la tragedia del 2 maggio scorso a Odessa. Olya si è arruolata nella milizia popolare dovendo a causa di ciò perfino di lasciare il fidanzato:

L'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso per me è stata Odessa, quando hanno iniziato a bruciare viva la gente. Loro gridavano da Maidan: noi sgozzeremo l'intero Sud-Est. Già allora ciò mi ha fatto ribrezzo.

In quel momento Olya aveva un hobby particolare - tiro a segno. Ciò era sufficiente per impugnare le armi. "Non sapevo che cosa erano otturatore, coperchio, canale di sfogo, calibri. Tutto ciò è arrivato con l'esperienza", - confessa lei.

Fino a qualche mese fa Olya viveva nella sua città nativa di Artemovsk, vicino a Gorlovka, studiando in un college locale per prendere la qualifica di insegnante di musica. Lavorava part-time prima come cameriera, poi in un'industria di lavorazione della carne e successivamente come commessa-consulente.

E poi nel Donbass sono arrivati coloro che vi sono considerati invasori e nemici. Olya è entrata a far parte della milizia popolare "per difendere la propria terra, la propria casa". A causa di ciò ha perfino lasciato il fidanzato, il quale cercava di convincerla che questa non è la loro guerra e che sarebbe meglio di mettersi da parte. La ragazza ricorda:

Loro dicono che non toccano civili pacifici, ma io ho visto con i miei propri occhi le mungitrici torturate, hanno tagliato loro la pelle tra le dita. Non so che cosa volevano sapere dalle donne semplici, forse chi è entrato a far parte della milizia popolare. Ho visto come a Slavyansk all'ospedale hanno portato due salme decapitate dei miliziani. Non potevano essere nemmeno identificati per poter mandare alle loro madri certificati di morte.

Mi ricordo come siamo arrivati a Semenovka e si è aperta una vista terribile, macabra, quando stai seduto dentro la macchina e non puoi far nulla perché stanno bombardando. Non puoi correre con il mitra incontro a questi proiettili. E ti corrono incontro i ragazzi che stavano sulle postazioni, corrono con gli abiti che gli bruciano addosso e l'acqua non salva, e nemmeno la terra. Il fosforo corrode tutto.

Prima Olya era ad Artemovsk in una formazione di milizia popolare. Poi è stata assegnata alla scorta a Slavyansk - scortare autocisterne che trasportavano la benzina a Slavyansk, per portarvi generi alimentari, rinforzi:

Cammini per Semenovka, togli la sicura, una cartuccia sta nella camera per bossolo, un dito sul grilletto e non sai cosa può colpirti. Hai una paura pazzesca. Una volta stavamo camminando quando letteralmente a 20 metri di distanza da noi è scoppiato un proiettile d'artiglieria. Noi subito abbiamo accelerato a 190 chilometri all'ora.

E poco dopo è stata costretta ad abbandonare la casa nativa. Ecco il racconto di Olya:

Stavo scortando un autobus con i profughi in Russia. Alla frontiera mi hanno chiamato, proprio vicino alla striscia di controllo di confine. Ricordo bene questo momento. I miei ragazzi dicono che Artemovsk è caduta e non posso tornarvi. Così sono arrivata a Gorlovka e sono rimasta qui.

Nella sua unità Olya è responsabile per la disciplina. Tre dei suoi amici di Artemovsk, con il quali si è arruolata nella milizia popolare, non ci sono più - sono caduti nelle sparatorie. "Mamma versa le lacrime: che cosa succederà se uccideranno anche te? Io le rispondo: noi sapevamo a che cosa andavamo incontro", - dice la ragazza.

Ho acquisito una nuova sensazione. Non tanto la difesa della terra. Ma semplicemente la vendetta, l'odio tremendo. Noi qui abbiamo visto di tutto e di più: qui da noi a Gorlovka una mamma con un bambino sono stati fatti a pezzi da uno scoppio. Le nonne sedute su una panchina mangiando i semi di girasole - pure loro sono state fatte a pezzi da uno scoppio. I missili sparati contro l'0azienda "Stirol". Noi non ci facciamo più caso, ci lamentiamo soltanto quando sparano di notte, disturbando il nostro sonno.

"Ora per me non esiste più una nozione con Ucraina", - confessa lei. "Io non sapevo che avrei odiato la bandiera blu e gialla e che l'avrei percepita come svastica nel 1943". Olya confessa che immagina già con difficoltà per sé la vita pacifica:

Recentemente siamo andati a fare una visita da un miliziano locale per riposare, per stare insieme, vedere un film. E' così strano - ci sono le tende, un morbido divano. Manco già da due mesi a casa. Io non so nemmeno di come mi riadatterò dopo tutto questo. Ora probabilmente pianterò una tenda a casa mia".

Il 30 settembre prossimo Olya compierà vent'anni.

top