LaPresse/AP
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9 feb. 2014

Centinaia a Sarajevo denunciano violenze della polizia sugli  arrestati

Sarajevo - Centinaia di persone hanno marciato oggi a Sarajevo, la capitale della Bosnia, per denunciare presunti maltrattamenti commessi dalla polizia sulle persone arrestate durante le proteste antigovernative e per chiedere il rilascio dei fermati. Il capo della polizia locale, Mirsad Sukic, si è rivolto alla folla radunata davanti alla stazione dicendo che nessuno dei 44 fermati era stato maltrattato e annunciando che verranno liberati tutti tranne 10. 'Lasciate andare i ragazzi, banditi', urlavano i dimostranti ai poliziotti in tenuta antisommossa. Un ragazzino di 17 anni, Harun Cehajic, che spiega di essere uno dei manifestanti rilasciati, sostiene invece di essere stato picchiato insieme ad altri in una stazione di polizia, raccontando che non gli è stato permesso di dormire per 26 ore. "Ci hanno distrutti", dice riferendosi agli agenti.

Dalla stazione di Sarajevo, in un secondo momento, i manifestanti si sono spostati davanti alla sede di una procura nel centro della città, dove si ritiene che siano stati trasferiti i dimostranti ancora in custodia. Per il quarto giorno di fila, nel corteo di oggi si è continuato a chiedere le dimissioni del governo come pres di risponsabilità per il 40% circa di disoccupazione e per la corruzione diffusa. Le proteste sono cominciate mercoledì a Tuzla, dove a manifestare erano i lavoratori non pagati di quattro ex compagnie statali, che prima sono state privatizzate e poi hanno dichiarato bancarotta. Venerdì la rivolta si è estesa poi ad altre città della Bosnia, compresa la capitale, trasformandosi in una protesta contro la crisi nel Paese; in quel giorno sono stati dati alle fiamme il palazzo presidenziale e alcune sedi di governi locali. Negli scontri dei giorni scorsi sono rimaste ferite oltre 300 persone e si tratta dei disordini più grandi mai visti nel Paese dalla guerra degli anni '90.

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