http://www.ansa.it Sos livello oceani nella Giornata mondiale dell'Ambiente Allarme clima per i mari. Fanno sempre più paura gli oceani e il rischio legato al surriscaldamento globale di un aumento dei livelli. Con le piccole isole del Pacifico che sarebbero le più esposte e le prime a essere colpite. Senza dimenticare alcune grandi città del mondo come New York e altre simbolicamente 'fragili' come Venezia. Quest'anno la Giornata mondiale dell'Ambiente - che si celebra il 5 giugno - così come ha deciso di costruirlo il Programma ambientale delle Nazioni Unite (Unep), è dedicata ai rischi che corrono alcuni Stati per via dei cambiamenti climatici, con una serie di campagne che si rincorrono sui social network (da twitter a Instagram) ed eventi sparsi per il Pianeta. E anche alcuni vip lanciano un appello sul sito dell'Unep: Don Cheadle, Yaya Touré, Gisele Bündchen and Ian Somerhalder chiedono di intraprendere eco-azioni per ridurre l'inquinamento. Quest'anno è anche l'anno internazionale dei piccoli Stati insulari (che sarà celebrato con una Conferenza dell'Onu a settembre a Apia a Samoa e sarà concentrata sulla cooperazione per lo sviluppo sostenibile). E l'attenzione del mondo per esempio si è rivolta già ai Caraibi, a partire dalle Barbados (che invita a fare dei 'selfie' per sensibilizzare l'opinione pubblica) dove si è svolto un primo incontro dei governi delle piccole isole. Lo slogan parla chiaro: alzare la voce ma non il livello dei mari. Le piccole isole, che custodiscono oltre il 30% delle 50 maggiori zone economiche del mondo, sono la casa di quasi 63 milioni di persone; e svolgono un ruolo importante nella protezione degli oceani. Il rischio - secondo gli ultimi studi - è che entro il 2100 potrebbe esserci a causa dei cambiamenti climatici un innalzamento del livello del mare fino a due metri: Maldive, Kiribati e Tuvalu sarebbero le prime vittime. ''Le piccole isole - dice il direttore esecutivo dell'Unep, Achim Steiner - contribuiscono poco al problema dei cambiamenti climatici, meno di 1% delle emissioni globali; eppure sono particolarmente vulnerabili sia per questioni naturali che per la bassa resilienza economica, oltre che per la limitata capacità di mitigazione e adattamento''. Molti gli eventi e le iniziative nel mondo: in Australia a Port Phillip si uniranno insieme genitori e bambini per un eco-tour educativo (a Perth ci si dedicherà alle spiagge); nel Regno Unito a Strabane e Irlanda del nord con dei festival ad hoc tra luglio e agosto; in Giordania ad Amman il tema sarà il risparmio idrico. In Europa a Bruxelles con la campagna 'Green up' dove saranno forniti consigli sul riciclo, sull'efficienza energetica, ma anche a Ginevra e a Sarajevo. Il Wwf riaccende i riflettori sull'Amazzonia e sui motivi che ne stanno causando la deforestazione. Inoltre, l'associazione del Panda (nell'ambito di One Planet Food) sta sviluppando, grazie alla collaborazione con Auchan e Simply, una campagna contro lo spreco alimentare. Infine anche il ministero dell'Ambiente per il 5 giugno ha intenzione di rilanciare il Programma nazionale di prevenzione allo spreco alimentare con l'introduzione di alcuni consigli ad hoc. Greenpeace mostra le immagini delle conseguenze dirette dei cambiamenti climatici sulla vita delle popolazioni che abitano le aree costiere. Dal Bangladesh alle Maldive (Oceano Indiano), per arrivare infine alle Isole Kiribati (Oceano Pacifico). Aree del Pianeta gravemente minacciate da fenomeni come innalzamento del livello degli oceani, sconvolgimenti atmosferici, erosione delle coste. "Mai come in questo periodo, il tema dei cambiamenti climatici si intreccia con l’agenda politica globale" afferma Andrea Boraschi, responsabile della Campagna Energia e Clima per Greenpeace Italia. "Finalmente le grandi potenze mondiali esprimono buona volontà e impegno per contrastare i cambiamenti climatici continua come dimostrano i recenti provvedimenti di Obama sul taglio delle emissioni di gas serra negli Stati Uniti e l’immediata risposta della Cina, con piani di ingenti investimenti in rinnovabili e annunci di misure per l'abbattimento delle emissioni di CO2 nei prossimi anni. Sono solo i primi positivi segnali, questi, di un indirizzo che deve essere confermato e accelerato presto" conclude Boraschi.
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