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28/10/14

Monica Frassoni: gli interessi polacchi e britannici hanno frenato le ambizioni europee sul clima
di Margherita Sforza

Il ministro dell’ambiente francese, socialista, Ségolène Royal, lo ha definito un accordo visionario, ma per Monica Frassoni, co-Presidente del Partito Verde Europeo e coordinatrice di Green Italia, l’accordo raggiunto al vertice europeo sul clima di fine mese è un’“occasione persa”.

Entro il 2030 i capi di stato e di governo europei si sono impegnati a ridurre le emissioni responsabili dell’effetto serra almeno del 40%, di aumentare di almeno il 27% la quota di energie rinnovabili nel mix energetico europeo, e di incrementare di almeno il 27% l’‘efficienza energetica.

Margherita Sforza, euronews: Lei è molto critica rispetto a questo accordo raggiunto faticosamente in piena crisi economica, perché?

Monica Frassoni, Co-presidente del Partito Verde Europeo: 
“Si tratta di target minimi, facilmente raggiungibili come “business as usual”. Per quanto riguarda le rinnovabili si tratta di un obiettivo vincolante solo a livello europeo ma non nazionale e quindi alcuni stati come la Germania faranno di piu’, altri come la Slovacchia saranno liberi di investire meno. Con l’attuale direttiva sulle rinnovabili si è già raggiunto l’obiettivo definito per il 2020. Con il target blando definito da questo vertice per il 2030 si rischia di non incentivare gli investimenti nel settore. I verdi chiedono da sempre obiettivi vincolanti nazionali per arrivare al 45% di rinnovabili entro il 2030. 
Stesso discorso per quanto riguarda l’efficienza energetica: un obiettivo non vincolante ma solo “indicativo” fissato al 27% significa di fatto restare agli stessi livelli di consumo energetico rispetto al 2020. 
L’unica cosa positiva da notare è che l’aggettivo “almeno” fà pensare che questi obiettivi possano essere rivisti e migliorati.

Margherita Sforza, euronews: Quanto hanno pesato le reticenze di Gran Bretagna e Polonia?

Monica Frassoni, Co-presidente del Partito Verde Europeo: 
Gli interessi di politica nazionale sono stati predominanti in questo vertice. Il premier Cameron, che teme di perdere consenso elettorale a favore degli euroscettici dell’Ukip, ha voluto mostrare di non cedere alle pressioni europee. 
Il nuovo premier polacco Ewa Kopacz ha il suo bacino elettorale nelle miniere polacche. La Polonia dipende al 90% dalle sue miniere di carbone ed ha ottenuto un pacchetto di compensazioni che l’aiuteranno a modernizzare il proprio sistema energetico. Hanno vinto le lobby dei combustibili fossili e del nucleare.

Margherita Sforza, euronews: “Come si presenterà l’Europa al prossimo vertice Onu sul clima di Parigi nel 2015?”

Monica Frassoni, Co-presidente del Partito Verde Europeo: 
“l vertice Onu di Parigi dovrà continuare il lavoro non terminato a Copenaghen nella lotta al cambiamento climatico. Ma nessuno ci dice che da questo summit uscirà un accordo vincolante per tuti i paesi partecipanti. 
L’Europa tuttavia non è piu’ sola nella lotta al riscaldamento globale. I maggiori investimenti sulle energie rinnovabili attualmente sono in Cina e negli Stati Uniti. Ma l’Unione europea dovrebbe agire ancora come leader politico e dare l’esempio con obiettivi vincolanti ambiziosi. Non è cosi’ alla luce di quest’ultimo accordo raggiunto al vertice europeo. “

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