Il Fatto Quotidiano Giornata mondiale ambiente 2014, cresce il tasso di Co2: nuovo record ad aprile Per la prima volta nella storia della Terra sono state superate le 400 parti per milione (ppm) di Co2 in atmosfera. L’aumento della temperatura "provoca un’estremizzazione dei fenomeni meteorologici a tutte le latitudini, dallo scioglimento di ghiacciai alle alluvioni, passando per la desertificazione" osserva il presidente di Legambiente
Il 5 giugno si celebra la Giornata mondiale dell’Ambiente, ma per il pianeta il 2014 non è stato l’anno dell’inversione di tendenza. Gli occhi sono ancora puntati sulla questione climatica, che registra un nuovo record negativo. Ma per contribuire alla tutela dell’ambiente bisognerebbe innanzitutto fare più attenzione alla quantità di cibo sprecato e privilegiare i prodotti locali, magari riducendo al minimo agli imballaggi. “L’aumento della temperatura estremizza fenomeni metereologici” - La questione climatica resta l’emergenza principale e nell’aprile 2014 è stato messo a segno un nuovo record negativo: per la prima volta nella storia della Terra sono state superate le 400 parti per milione (ppm) di Co2 in atmosfera. Per rendere meglio l’idea basta pensare che “il pianeta ha vissuto per secoli sulla soglia delle 200 ppm“, ricorda il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. Dunque, probabilmente, “l’aumento di 2 gradi centigradi della temperatura globale, previsto per metà secolo, avverrà prima”. “Il problema è che l’aumento della temperatura non fa presagire problemi futuri, ma già oggi provoca un’estremizzazione dei fenomeni meteorologici a tutte le latitudini, dallo scioglimento di ghiacciai alle alluvioni, passando per la desertificazione”, conclude Cogliati Dezza. Gli italiani scelgono sempre più cibi green - In controtendenza agli acquisti alimentari che sono crollati ai minimi da 33 anni, con la crisi vola la spesa green che raggiunge un fatturato record di quasi 20 miliardi nel 2013, in aumento del 65% rispetto all’inizio della crisi nel 2007. Come si legge nel dossier “Lavorare e vivere green in Italia” elaborato in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente proclamata dall’Onu e presentato al Nelson Mandela Forum di Firenze, gli italiani sembrano privilegiare prodotti locali a chilometri zero. Coldiretti: “Centomila posti di lavoro dalla ‘green economy’ in campagna” Grazie alla ‘green economy’ si aprono anche numerose opportunità di lavoro. Secondo le ultime stime di Coldiretti, sarebbero oltre centomila i posti creati nelle campagne negli ultimi anni. Moltissimi gli sbocchi: dall’agri-arredatore che costruisce nelle case muri verticali ricoperte di verde, fiori e peperoncini, all’agri-gelataio che prepara gelati al Brunello di Montalcino, fino al wedding planner green che pianifica matrimoni nel verde. “Una testimonianza del profondo processo di rinnovamento green in atto nelle campagne osserva Coldiretti è confermato dal fatto che quasi un’impresa agricola italiana su tre è nata negli ultimi dieci anni”. Decalogo “salva ambiente”: prodotti locali e cibi di stagione Con semplici accorgimenti nella spesa e nel consumo di alimenti, ogni famiglia italiana può ridurre i consumi di petrolio e tagliare le emissioni di gas ad effetto serra di oltre mille chilogrammi (CO2 equivalenti) all’anno. E’ quanto emerge dal decalogo “salva ambiente” elaborato dalla Coldiretti. L’organizzazione agricola ha fornito 10 regole ‘green’: privilegiare i prodotti locali e di stagione, ridurre le intermediazioni negli acquisti, scegliere i prodotti sfusi e formato famiglia per ridurre al minimo gli imballaggi, fare acquisti di gruppo, riciclare le buste, ottimizzare il consumo di energia nella conservazione e nella preparazione dei cibi, portare in tavola gli avanzi per eliminare gli sprechi e, naturalmente, fare la raccolta differenziata. Ogni anno si sprecano 3,5 miliardi di euro di cibo Spreco di cibo e tutela dell’ambiente sono interconnessi: il cibo sprecato brucia letteralmente risorse economiche ed ecologiche, consumando percentuali di Pil, ettari di suolo, metri cubi di acqua, tonnellate equivalenti di anidride carbonica. Secondo le ultime stime, infatti, gli sprechi alimentari ammontano a 3,5 miliardi di euro l’anno. Ma gli italiani non sembrano ancora dargli peso: come riporta l’ultima inchiesta di Waste Watcher, il 52% degli intervistati sostiene che lo spreco di cibo incide solo ‘in misura marginale’ sulla qualità dell’ambiente e il 5% che incide ‘in una qualche misura’.
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