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2 giugno 2014

L'universalità del messaggio di San Francesco di cura e rispetto del Creato nella Giornata Mondiale della Terra

Chi crede alla possibilità di uno sviluppo sostenibile oggi deve guardare a Bridgetown, capitale delle Barbados, dove gli abitanti si ritroveranno in piazza per intonare un simbolico coro. «Alziamo le nostre voci, non il livello del mare» è lo slogan che l’Onu ha scelto per la Giornata mondiale dell’ambiente 2014, individuando l’isola caraibica come esempio dei paradisi minacciati dai cambiamenti climatici. Per le Barbados l’aumento delle temperature medie significa erosione delle coste e rischio inondazioni e per questo il governo ha promosso un piano - orizzonte 2025 - per cercare una via d’uscita nella green economy. 

Ma sbaglieremmo a considerare l’urlo di preoccupazione e speranza che si alzerà da Bridgetown come qualcosa lontano da noi. Perché l’eco di quelle voci rimbalzerà oggi in oltre 100 Nazioni e dall’Australia a decine di città italiane sono attesi eventi che ci aiuteranno a capire come la difesa del pianeta sia priorità a ogni latitudine e come ognuno di noi possa essere agente di cambiamento con comportamenti responsabili che facciano di ogni giorno la Giornata dell’ambiente. 

Questo vale a maggior ragione per il nostro Paese che si prepara all’Esposizione universale del 2015 a Milano. Di Expo si è parlato tanto in termini di inchieste e cantieri, ma se riuscirà a essere fedele al tema scelto («Nutrire il Pianeta») e a indicare nuove soluzioni per un uso equilibrato delle risorse e per un’alimentazione sana, darà un contributo non secondario al cambiamento di un mondo nel quale ancora oggi un terzo del cibo prodotto viene gettato. 

È pensando a quanto tutti questi fattori siano decisivi per il nostro futuro che La Stampa ha scelto di realizzare un numero speciale sulla Giornata mondiale dell’ambiente. Lo abbiamo fatto andando ad ascoltare chi, come Bill Gates e Michelle Obama, si impegna in prima persona, mettendo al servizio della causa patrimoni ingenti e il peso di una notorietà internazionale. Ma anche con reportage da luoghi-simbolo, come l’Egitto o le isole norvegesi Svalbard, in un lavoro accompagnato dalla forza delle immagini di Jérôme Sessini, uno dei più noti fotografi dell’agenzia Magnum. Convinti come siamo che l’obiettivo cui tendere sia la ricetta indicata dal segretario Onu Ban Ki-moon: «Occorre sfatare il mito che ci sia un conflitto fra benessere economico e salute dell’ambiente». La stampa

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