Video conf: https://www.youtube.com/watch?v=DYEo4ESMkAk http://aspoitalia.wordpress.com L’arma del delitto globale E’ probabilmente la conferenza più ripetuta al mondo: 1742 volte in 36 anni a partire dal 1969. Ma non è bastato: anche in questi giorni di grandi (?) marce per il clima, la causa ultima del riscaldamento climatico non viene nemmeno menzionata. L’anno scorso, proprio a settembre, si spegneva il prof. Albert Bartlett. La sua conferenza da un’ora, intitolata “Aritmetica, Popolazione ed Energia” è passata alla storia come un vero successo accademico: è stata presentata a 140.000 persone dal vivo. Un successo meritato. Il linguaggio, gli esempi e la logica utilizzati sono quanto di più semplice e comprensibile sia umanamente possibile. E anche pericoloso. Si, perché mostra come l’insostenibilità del nostro modello di sviluppo sia una conseguenza diretta del suo principale motore: la crescita. Che poi il risultato sia il riscaldamento climatico, l’esaurimento progressivo dei minerali, la perdita di biodiversità e di funzionalità degli ecosistemi, la crisi alimentare, idrica o petrolifera, il collasso finanziario, beh… poco importa. Il fatto stesso che diamo nomi diversi alle conseguenze dello stesso fenomeno, mostra quanto siamo ancora lontani dal capire il problema, figuriamoci dal pianificare una soluzione. Ecco perché il vertice sul Clima di questi giorni al Palazzo di Vetro di New York è destinato a fallire. Il problema non è come ridurre le emissioni di biossido salvaguardando la crescita economica, come cerca di fare ogni paese che partecipa al vertice. Il problema è come smettere di crescere. Punto. E, per favore, basta con la retorica stucchevole dei grandi potenti del pianeta che non fanno niente per salvarlo. A noi sta benissimo così. D’altronde l’arma che perpetra l’ecocidio globale viene continuamente ricaricata da ciascuno di noi, ogni giorno, usando come cartucce tanti simpatici foglietti colorati. Dove continuiamo a sparare quei foglietti è responsabilità anche nostra, che ci piaccia o no. Hai visto, Albert? Tu ce l’hai messa tutta, ma noi qui siamo ancora in alto mare. p.s. Per la traduzione dei sottotitoli del video in italiano si ringrazia Massimiliano Rupalti.
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