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Possono sgomberare chi occupa una piattaforma, ma non fermeranno la difesa dell’Artico! Hanno resistito per 48 ore sospesi su una piattaforma petrolifera Statoil al largo dell’Isola dell’Orso: oggi i nostri attivisti sono stati sgomberati dalla polizia. Ma non ci arrendiamo: non resteremo a guardare mentre distruggono l’Artico! Durante l’operazione “#OccupyArcticOil”, 30 attivisti provenienti da Danimarca, Finlandia, Norvegia, Svezia e Filippine, fra cui Sini Saarela, una degli Arctic30, hanno occupato la piattaforma petrolifera norvegese Statoil. Mentre in un primo tempo, dopo la nostra denuncia, le autorità norvegesi avevano temporaneamente sospeso il piano di trivellazioni, la compagnia Statoil, di proprietà dello Stato norvegese per il 67%, ha in seguito ottenuto il permesso di perforare i fondali. La “distanza di scurezza” pianificata dal governo norvegese per le licenze in prossimità del limite dei ghiacci è insufficiente a garantire la protezione dell’Artico: in questo caso il limite dei ghiacci potrebbe arrivare ad appena 25 chilometri dal sito di trivellazione Statoil. Se dovesse verificarsi uno sversamento di petrolio, la vicina Isola dell’Orso, territorio incontaminato in cui vivono milioni di uccelli e orsi polari, sarebbe letteralmente inghiottita nel giro di una settimana! Per questo, anche se i nostri attivisti non sono più in cima alla piattaforma, continueremo a difendere l’Artico: la nostra nave Esperanza sta occupando ora il punto esatto in cui la Statoil dovrebbe iniziare a trivellare e domani presenteremo al Ministro norvegese decine di migliaia di firme raccolte in pochi giorni. E tu, hai già firmato? #SaveTheArctic!
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