L'Huffington Post
45 delle 63 ragazze fuggite da Boko Haram sono di nuovo nelle mani del gruppo estremista Il sollievo è durato ben poco. Solo ieri è stata diffusa la notizia che 63 delle ragazze rapite da Boko Haram lo scorso 22 giugno a Kummabza in Nigeria erano riuscite a scappare, ma 45 di loro sono già state catturate di nuovo, a quanto riporta l'AGI. Secondo la dichiarazione di Abass Gava, un membro del gruppo di vigilanti di Chibok, le donne, assieme ad alcuni bambini, erano fuggite dai villaggi di Damboa e Chibok - nel nord-est del Paese - approfittando degli scontri tra i militanti del gruppo islamista e i soldati nigeriani. Sarebbero quindi solo 18 le donne che si sono effettivamente messe in salvo. Il gruppo di donne e bambini era scappato venerdì e ha camminato per un giorno intero - per circa 50 km - prima che le autorità venissero allertate, domenica. Più di 50 militanti di Boko Haram sarebbero stati uccisi negli scontri di quella notte. Boko Haram aveva rapito lo scorso 15 aprile più di 200 studentesse di una scuola di Chibok e da allora si è molto detto e scritto al grido di #BringBackOurGirls. Il prezzo richiesto dal gruppo estremista per rilasciare le ragazze è la liberazione di alcuni combattenti detenuti, ma il Presidente Goodluck Jonathan ha dichiaratamente rifiutato un qualsiasi scambio di ostaggi. Di quelle ragazze rapite, ancora non si sa nulla. Il gruppo Boko Haram è stato fondato nel 2002, inizialmente per opporsi all'educazione "all'occidentale": in lingua locale Boko Haram significa infatti "L'educazione occidentale è proibita". Le prime operazioni militari lanciate dal gruppo risalgono al 2009, mirate a creare uno stato islamico. Da allora sono state uccise migliaia di persone, soprattutto nel Nord-Est della Nigeria, tra civili e militari. Dal 2013, gli Stati Uniti li hanno dichiarati ufficialmente un "gruppo terroristico".
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