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https://now.mmedia.me Che cosa fa un attivista pro-Palestina che promuove una suora Assadista? Madre Agnes-Mariam, accusata di complicità nella morte di un giornalista francese a Homs, è ora in un giro di conferenze coast-to-coast negli Stati Uniti La figura di Madre Agnes Mariam sarà riconoscibile per chiunque abbia familiarità con l’archivio della Chiesa Ortodossa serba nei primi anni 1990. Mai più felice di quando, denunciando istericamente la barbarie senza limiti degli oppositori di Bashar al Assad, la monaca carmelitana ha costruito la sua fama imputando ai ribelli le atrocità reali perpetrate dal regime, come il massacro di Hula 2012, a spese dell'opposizione. Tra le sue recenti acrobazie la più memorabile è stata la sua affermazione che i video all'indomani degli attacchi con armi chimiche di East Ghouta, fatti dal regime due mesi fa, erano contraffatti. Molto più seriamente, è stata accusata dalla vedova del giornalista francese Gilles Jacquier, ucciso a Homs lo scorso anno, di personale complicità con il regime in un complotto orchestrato per assassinarlo. Nessuno ha meglio esemplificato, da quando lo fece la stessa Madre Teresa, l’ingiunzione di Orwell che il santo deve essere giudicato colpevoli fino a prova contraria. Non che, per alcuno di questi fatti, Agnes abbia smesso di essere invitata, la settimana scorsa, ad un giro di conferenze negli Stati Uniti da costa a costa, proprio da un attivista pro Palestina. Paul Larudee, uno dei fondatori del Free Gaza Movement, le cui navi hanno notoriamente sfidato il blocco navale di Israele delle acque di fronte alla Striscia di Gaza, ed è anche coinvolto con il Movimento di Solidarietà Internazionale, che svolge l'attivismo nonviolento in Cisgiordania. Di un uomo con un tale contesto si sarebbe potuto pensare che avesse una cattiva opinione del regime che ormai colpisce con l’aviazione i campi profughi palestinesi. Ma Larudee ha trovato una nuova vocazione, e di recente ha creato una nuova impresa non-profit chiamata Syria Solidarity Movement che, come lo slogan Hands Off Siria, sarebbe formulato con maggiore precisione se Siria fosse sostituita con Assad, il cui sito risulta fungere da stanza di smistamento per le ultime relazioni di Press TV e Russia Today. E' questa organizzazione che ha portato Agnes, che Larudee descrive come carismatica, sulle coste americane Giovedi. Come è potuto succedere? La risposta si trova nel primo incontro di Larudee con Agnes, durante un viaggio in Libano e Siria sponsorizzato a maggio da un’organizzazione chiamata Musalaha "riconciliazione", di cui la suora è un organizzatrice di primo piano. Insieme ad altre diciotto personalità occidentali, tra cui irlandese Nobel per la Pace Mairead Maguire, che descrive Agnes come una moderna eroina della pace, Larudee ha trascorso una settimana tra rifugiati, riunioni, leader religiosi, e funzionari di entrambe i governi ,siriano e libanese, tra cui, secondo una relazione, il leader del Movimento patriottico libero, Michel Aoun. Ci si chiede se il Generale abbia lanciato la proposta di lunga data del suo partito, di espellere i rifugiati palestinesi dal Libano. Infatti, il presidente di Musalaha altri non è che il dottor Hassan Yaacoub, membro tesserato di Hezbollah, allineato con il blocco FPM. Di conseguenza, mentre nei momenti più incustoditi, Larudee afferma che Musalaha ha la fiducia della maggior parte dei siriani, ammette altrove che è apparentemente apolitica, ma non vi è nulla di simile in Siria, oggi [ ... ] esiste con l'approvazione del regime di Assad, che significa che ci sono dei limiti intrinseci alla sua gamma di attività. Il lettore è libero di credere che questa affiliazione non avesse nulla a che fare con i pareri pro regime esposti dai profughi di Qusayr e altrove che Larudee ha incontrato, e ha riassunto come segue: "Quali che siano le colpe del regime di Assad [ ... ] è l'unica cosa che impedisce la completa distruzione della Siria". Ho incontrato i rifugiati Qusayr senza politici idioti al mio fianco che mi raccontassero una storia diversa, ma forse questo è solo come il biscotto si sbriciola. In ogni caso, i profughi evidentemente hanno impressionato Larudee, che in un saggio su Counterpunch ha sviluppato per esteso quello che gli hanno detto in difesa della dittatura: "A volte l'unica scelta è tra un regime autocratico che filo-occidentale e uno che persegue un corso indipendente. Gli Stati Uniti cercheranno di costringere o rovesciare ogni governo indipendente, ma un regime autocratico ha una migliore possibilità di resistere perché il suo apparato repressivo schiaccerà la dissidenza prima che abbia la possibilità di respirare." In altre parole, ogni tirannia, non importa quanto assoluta, è meglio che essere alleati con l'America, non importa qui che Assad fosse in realtà un partner, doppiogiochista, della guerra di Bush al terrorismo. Raramente si vede l'entusiasmo per il totalitarismo articolato così candidamente. Ormai non sorprendono le frequenti chiamate di Larudee alla fine dell’intervento straniero, che non fanno riferimento né all'invasione malcelata della Siria da parte di Hezbollah, né alla massiccia e vitale assistenza data al regime dai sostenitori del Partito di Dio in Iran, per inciso, suo paese di nascita. Larudee preferisce incolpare della carneficina in Siria il’Occidente, che abbiamo appreso il mese scorso ha formato un totale di 50 combattenti dell'opposizione, fino ad oggi. Che un uomo si presenti come un coraggioso portavoce di verità, è già abbastanza grave. Che lo faccia in partnership con una propagandista e complice di un assassino di massa è un insulto, non solo per i siriani, ma anche per i palestinesi, la cui nobile causa merita un avvocato molto più onorevole. https://now.mmedia.me What is a pro-Palestine activist doing promoting an Assadist nun? Mother Agnes-Mariam, accused of complicity in a French journalist’s death in Homs, is now on a coast-to-coast speaking tour of the US The figure of Mother Agnes-Mariam will be recognizable to anyone familiar with the record of the Serbian Orthodox Church in the early 1990s. Never happier than when hysterically decrying the unbounded barbarism of Bashar al-Assad’s opponents, the Carmelite nun has made her name by both fabricating rebel atrocities and imputing real ones carried out by the regime, such as the 2012 Houla massacre, to the opposition. Among her more memorable recent stunts has been her claim that the videos of the aftermath of the regime’s chemical weapons attacks in East Ghouta two months ago were faked. Much more seriously, she has been accused by the widow of the late French journalist Gilles Jacquier, killed in Homs last year, of personal complicity in a regime-orchestrated plot to murder him. Not since Mother Teresa herself has anyone better exemplified Orwell’s injunction that the saintly are to be judged guilty until proven innocent. Not that any of this stopped Agnes from being invited last week on a coast-to-coast speaking tour of the United States by, of all people, a pro-Palestine activist. Paul Larudee is a founder of the Free Gaza Movement, whose aid boats famously challenged Israel’s naval blockade of the Strip’s waters, and is also involved with the International Solidarity Movement, which carries out non-violent activism in the West Bank. One might have thought a man with such a background would take a dim view of a regime that now air-strikes Palestinian refugee camps. But Larudee has found a new calling, and recently started a nonprofit called the Syria Solidarity Movement (which, like the “Hands Off Syria” slogans, would be more accurately worded if ‘Syria’ were replaced with ‘Assad’), whose website appears to double as a clearinghouse for the latest Press TV and Russia Today reports. It is this organization that brought Agnes, whom Larudee describes as “charismatic,” to America’s shores on Thursday. How did this happen? The answer lies in Larudee’s first meeting with Agnes, during a trip to Lebanon and Syria in May sponsored by an outfit called Musalaha (“reconciliation”), of which the nun is a leading organizer. Along with eighteen other Western personalities, including Irish Nobel Peace Laureate Mairead Maguire (who describes Agnes as “a modern hero of peace”), Larudee spent a week meeting refugees, religious leaders, and officials from both the Syrian and Lebanese governments including, according to one report, Free Patriotic Movement leader Michel Aoun. (One wonders if the General floated his party’s longstanding proposal to expel Palestinian refugees from Lebanon.) Indeed, Musalaha’s president is none other than Dr Hassan Yaacoub, a card-carrying member of the Hezbollah-aligned FPM bloc. Accordingly, while in more unguarded moments Larudee asserts that Musalaha “has the trust of most Syrians,” he elsewhere admits that it “is ostensibly non-political, but there is no such thing in Syria today […] it exists with the approval of the Assad regime, which means that there are inherent limits to its range of activity.” The reader is free to believe this affiliation had nothing to do with the universally pro-regime opinions espoused by the refugees from Qusayr and elsewhere Larudee met, which he summarizes as follows: “Whatever the faults of the Assad regime […] it is the only thing preventing the utter destruction of Syria.” I’ve met Qusayr refugees without Aounist politicians by my side who told a rather different story, but perhaps that’s just how the cookie crumbles. In any event, the refugees evidently made an impression on Larudee, who in a Counterpunch essay developed what they told him into a general defense of dictatorship: “Sometimes the only choice is between an autocratic regime that is pro-Western and one that pursues an independent course. The U.S. will attempt to coerce or overthrow any independent-minded government, but an autocratic regime has a better chance of resisting because its repressive apparatus will crush dissidence before it has a chance to breathe.” In other words, any tyranny, no matter how absolute, is better than being allies with America (never mind here that Assad was in fact a willing, if duplicitous, partner in Bush’s War on Terror). Rarely does one see enthusiasm for totalitarianism articulated so candidly. By now it comes as no surprise that Larudee’s frequent calls to end “foreign intervention” make reference neither to the undisguised invasion of Syria by Hezbollah, nor the massive and vital assistance given the regime by the Party of God’s backers in Iran (his country of birth, incidentally). Larudee prefers to blame Syria’s carnage on the West, which we learned last month has trained a grand total of 50 opposition fighters to date. That such a man presents himself as a courageous speaker of truth to power is bad enough. That he does so in partnership with a propagandist and accomplice of a mass murderer is an insult, not only to Syrians, but also to Palestinians, whose noblest of causes deserves far more honorable an advocate.
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