english version below
http://english.al-akhbar.com La Nuova America, tra Modestia e Follia Tutti i discorsi e le analisi non cambieranno la scena che si apre davanti a noi oggi, gli Stati Uniti stanno affrontando la loro prima grande prova dallo scoppio della crisi siriana. La posta in gioco è molto più alta di ciò che accade in Medio Oriente. Le istituzioni chiave americane dalla politica e della sicurezza, quelle economiche e quelle militari, si stanno chiedendo quanta influenza il loro paese eserciti ancora oggi nel mondo. Il Congresso può votare a favore o contro un attacco militare contro la Siria, ma non c'è dubbio che Washington sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia recente. La decisione del Congresso ha poco a che fare con quello che i segretari di Stato e della Difesa John Kerry e Chuck Hagel hanno da offrire in materia, Camera e Senato devono anche essere disposti ad accettare le conseguenze di un’avventura militare che potrebbe innescare una guerra regionale. E se si rifiutano di sostenere un attacco, allora devono tracciare una nuova strategia per il ruolo degli Stati Uniti nel mondo. Sia Obama che il Congresso sanno bene che il tempo per le minacce e le spacconate è scaduto, ed è il momento di prendere una decisione e agire. I mediatori hanno fatto del loro meglio per convincere gli alleati della Siria, Russia, Iran e Hezbollah, di non rispondere a quanto promesso sarebbero stato solo attacchi simbolici che eviterebbero qualsiasi grave danno per le forze del regime. La risposta è venuta da Mosca, dicendo che ogni attacco, missile, o anche proiettile sparato contro la Siria significa una guerra aperta che potrebbe inghiottire la regione nel suo complesso, compresi i preziosi alleati dell'America come Israele e i paesi arabi del Golfo. Alla luce di questo, cosa si può fare? I giorni aggiuntivi, e possibilmente le settimane, sono già in corso per arrivare ad una decisione di Washington, che ha concesso alla Siria e ai suoi alleati del tempo prezioso per coordinare e preparare la loro risposta. Per una settimana, i motori dell’asse Iran-Siria- Hezbollah sono moto a tutto gas, mobilitando migliaia di unità strategiche per completare tutto ciò che è necessario per affrontare un attacco e condurre una guerra aperta. Nei circoli della resistenza, non c'è molto entusiasmo per un altro scontro, ma ci sono solo due possibili percorsi davanti a loro: entrare in un accordo politico con l'attuale equilibrio di forze, o impegnarsi in una guerra aperta, il cui esito nessuno può prevedere. Anche l’America è ad un bivio. Può comportarsi come sempre, come se avesse l'ultima parola su tutte le questioni, rifiutando di condividere il potere, e insistendo a governare il mondo con la sua follia. Oppure, può essere un pò più modesta, e accettare le amare lezioni degli ultimi due decenni, concludendo che la sua supremazia globale non è più possibile. La nuova America deve quindi scegliere tra pudore e follia. Quanto a noi ... il nostro destino è la resistenza. http://english.al-akhbar.com The New America: Between Modesty and Madness All the talk and analysis will not change the scene unfolding before us today the United States is facing its first major test since the outbreak of the Syrian crisis. What is at stake is much more than what happens in the Middle East. America’s key political, security, economic, and military institutions are wondering just how much influence their country still wields in the world today. Congress may vote for or against a military strike on Syria, but there is no doubt that Washington is living through one of the most difficult moments in its recent history. Congress’ decision has little to do with what the secretaries of state and defense John Kerry and Chuck Hagel have to offer on the matter the House and Senate must also be prepared to accept the consequences of a military adventure that could spark a regional war. And if they refuse to support an attack, then they must lay out a new strategy for the US’ role in the world. Both Obama and Congress know well that the time for threats and bluster has expired, and it’s time to make a decision and take action. Mediators did their best to convince Syria’s allies Russia, Iran, and Hezbollah not to respond to what they promised would be symbolic strikes that would avoid exacting any serious damage to the regime’s forces. The response came back from Moscow, on behalf of the rest, saying that any strike, rocket, or even bullet fired at Syria will mean open war that could engulf the region as a whole, including America’s prized allies like Israel and the Gulf Arab countries. In light of this, what can be done? The additional days and possibly weeks it is now taking to arrive at a decision in Washington has granted Syria and its allies precious time to coordinate and prepare their response. For a week now, the engines of the resistance axis have been running at full throttle, mobilizing thousands of strategic units from Iran, Syria, and Hezbollah to complete all that is necessary to confront an attack and wage an open-ended war. In resistance circles, there is not much enthusiasm for another confrontation, but there are only two possible paths before them: enter a political settlement with the current balance of forces, or engage in an open war, the outcome of which nobody can predict. America, too, is before a fork in the road. It can behave, much as before, as if it has the last word on all matters, refusing to share power with anyone, and insisting on ruling the world with its madness. Or, it can be a little modest, accept the bitter lessons of the past two decades, and conclude that its global supremacy is no longer possible. The new America must therefore choose between modesty and madness. As for us…our destiny is resistance.
|
|