http://nena-news.globalist.it Al Qaeda punta a dominare il Nord L'Isil si isola dagli altri gruppi anti-Assad, ha un piano diverso: uno Stato islamico dall'Iraq alle aree settentronali siriane Roma, 5 ottobre 2013, Nena News - Al Qaeda sta tentando di costruire il suo piccolo dominio nelle regioni settentrionali della Siria, nelle zone di frontiera con la turchia e l'Iraq, allontanando gli altri gruppi che compongono la variegata galassia dell'opposizione al presidente Bashar al Assad. Una strategia messa in atto con la violenza, sia contro le altre formazioni, anche quelle islamiste, sia contro la popolazione, in maggioranza curda. Una tattica che isola lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isil), la sigla di al Qaeda in Siria, e che, negli auspici di Damasco, potrebbe spingere i ribelli, ma anche i curdi, a chiedere proprio ad Assad sostegno militare contro i qaedisti. D'altronde il governo sta combattendo tutti tranne che l'Isil, ha fatto notare una fonte anonima della Sicurezza siriana all'Agence France-Presse. L'unica capitale regionale della Siria completamente fuori dal controllo delle forze governative è Raqa, al confine con la Turchia, che è invece nelle mani dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante. Di qui è quasi impossibile entrare o uscire senza passare per un posto di blocco dei qaedisti. A metà settembre l'Isil ha conquistato un'altra città di frontiera, Azaz, a spese della locale Brigata tempesta del Nord, scatenando l'ira degli altri gruppi islamisti che combattono in Siria. Il Nord del Paese è un susseguirsi di check point dell'Isil che sta prendendo il controllo delle vie di comunicazione e delle risorse dell'area, hanno riferito all'AFP diversi abitanti. La popolazione ha denunciato la brutalità dei metodi di questi combattenti che, secondo Charles Lister dell' IHS Jane's Terrorism and Insurgency Center, stanno cercando si affermarsi con la violenza nel panorama dell'opposizione ad Assad. In un forum online, il gruppo qaedista ha anche accusato gli altri ribelli, compresi quelli di stampo islamista, di agire come la guerriglia sunnita Sahwa che in Iraq combatteva contro al Qaeda, facendosi finanziare dagli Stati Uniti. Il controllo di queste aree di frontiera consente ai qaedisti di avere un più agevole accesso a rifornimenti, ai finanziamenti e al reclutamento di nuovi miliziani e, soprattutto, di controllare una vasta area della regione che va dai territori iracheni alla Siria settentrionale. Un ostacolo per gli altri gruppi ribelli, che inoltre affligge la popolazione: la chiusura di Bab al-Salameh da parte del governo di Ankara impedisce gli scambi commerciali e il movimento delle persone e, in definitiva, danneggia tutta la regione di Aleppo, ha fatto notare un operatore umanitario. L'obiettivo dell'Isil è istituire uno Stato islamico in tutta l'area, ha osservato un giornalista curdo siriano: "Non è neanche una questione ideologica o di astio verso i curdi. Il punto è creare uno Stato che si estenda dal Nord della Siria all'Iraq". Un progetto che si fa sempre più evidente agli occhi di chi, sia miliziani sia civili, inizialmente aveva sostenuto anche l'Isil nella lotta contro il regime di Damasco e adesso lo percepisce come una minaccia. Nena News
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